Egregio Sindaco,
è apparso in questi giorni all'Albo Pretorio del Comune un avviso pubblico per la “disciplina transitoria per l'utilizzo delle banchine del Porto di Marina di Campo”, che invita i residenti del Nostro Comune, proprietari di un natante, contraddistinto, dal 2014, con apposito contrassegno da utilizzare per l'ormeggio della propria imbarcazione nelle banchine indicate, a presentare domanda per il mantenimento del suddetto contrassegno per l'anno 2019, pena decadenza dell'assegnazione.
Purtroppo, a stagione inoltrata e con il porto praticamente inagibile, questa nuova forzatura fa il paio con l'entrata in vigore della normativa per la raccolta porta a porta dei rifiuti che sta creando grossi problemi, non solo di carattere estetico, specialmente con le temperature in salita, per quanto riguarda l'umido ed i componenti igienici degli anziani.
Ben venga comunque questo focus sulla questione, ma vanno sottolineate, a mio avviso, alcune incongruenze che rischiano di creare tensioni tra l'Amministrazione Comunale e la nautica Campese.
Sulla problematica della regolamentazione degli spazi per l'ormeggio delle imbarcazioni dei Campesi si dibatte da decenni e nel periodo nel quale ho avuto l'incarico di Assessore alla Portualità si produsse l'Ordinanza n° 80, che delimitava misure e spazi da dedicare agli ormeggi dei residenti e si trattò di un primo passo considerato più che positivo. Dal 2002, inoltre, è presente l'Associazione Diportisti Residenti Campesi, che lei ben conoscerà, essendone stato suo Padre il 1° presidente pro-tempore e che nel suo Statuto ha come punto primario la ricerca di ormeggi, anche a pagamento, per le “nostre barche”, che da sempre sono soggette, oltre che alle volontà del Dio Nettuno, anche e soprattutto alla difficoltà di normare la questione da parte di tutte le Amministrazioni ed Autorità competenti. E qui si pongono le prime perplessità, poiché sarebbe stato oggettivamente opportuno che l'Amministrazione,come è accaduto in altri Comuni dell'Elba, prima di deliberare la disciplina, avesse incontrato l'A.D.R.C., che bene o male rappresenta la quasi totalità dei proprietari dei natanti presenti nello specchio acqueo del Porto di Marina di Campo, allo scopo d'illustrare le volontà della Giunta e recepire le problematiche sul piatto.
Poi, visto che l'Amministrazione è già in possesso di una graduatoria che ha portato alla distribuzione della numerazione esistente, non si comprendono i motivi per i quali si debba nuovamente intraprendere l'iter per il rilascio del contrassegno, quando sarebbe bastato chiedere ai proprietari degli stessi di confermare o di segnalare modifiche ai Loro “status” e ricevere i dati solo dai nuovi soggetti richiedenti.
Inoltre questa richiesta di 350 euro da parte dell'Amministrazione, che viene ”venduta” come “diritti d'istruttoria” che normalmente, tra versamenti una tantum e marca da bollo, assommano a circa 30 euro,pare più un canone annuale per consentire l'ormeggio in banchina,qualora vi si trovi posto, che un diritto di segreteria vero e proprio per avviamento burocratico, come avviene per le pratiche edilizie per abitazioni fino a 150 mq. E qui corre l'obbligo di sottolineare che in tal situazione l'Amministrazione rilascia un'autorizzazione a costruire, mentre nel caso specifico, non si rilascia altro che l'ipotetica possibilità dell'ormeggio,cioè il nulla e qualora si riesca a trovarlo,questo ormeggio, lo si deve utilizzare solo gettando l'ancora,o utilizzando altre attrezzature di fortuna, creando quindi ulteriori problematiche in condizioni meteomarine avverse, che,lo sanno anche i bambini, nel Nostro Porto mettono,immancabilmente in pericolo le imbarcazioni e chi cerca di mantenerle in sicurezza.
Se non erro, poi, quando è richiesto un canone, contestualmente è fornito un servizio, che allo stato non esiste. Quindi, per ricapitolare; pagamento di un canone annuale con contropartita ipotetica e, nella fortunata eventualità di reperire l'ormeggio, questo si può utilizzare solo a alla “speriamo che l'ancora tenga”. Forse c'è qualcosa da rivedere nell'intera questione, perché a prima vista,pare che l'estensore della delibera non mastichi abbastanza di arte marinaresca.
Questione che si presenta a ridosso dell'estate, dopo 5 anni di totale silenzio e che pare ai più un'operazione isterica e precipitosa, dettata forse dalla voglia di mostrare che qualcosa si muove sul fronte Portuale, con il rischio che tutto ciò appaia come il classico elefante all'interno di una cristalleria. Oppure siamo di fronte al desiderio nascosto di qualcuno che spera ci siano poche richieste in arrivo agli Uffici Comunali,così da mettere ancor più le grinfie sulle banchine rimaste libere, quindi molto appetibili commercialmente. Possibilità questa, probabilmente non ben valutata dall'Amministrazione Comunale,ma alla quale si deve fare assolutamente attenzione, sia per il presente che per il futuro.
Per di più, chiedere 350 euro solo per avviare una pratica burocratica (o canone annuale come forse è meglio chiamarlo e che probabilmente in questi termini non è nemmeno consentito dalle vigenti leggi),quando nello specchio acqueo del Porto Campese insistono alcuni campi boe di dimensioni consistenti,i cui gestori, per tale utilizzo, versano nelle casse dello stato 1050 euro all'anno, pare di una disparità imbarazzante nei confronti dei residenti.
E se vogliamo essere ancor più esplicativi, si corre il rischio,qualora le richieste dell'Amministrazione Campese andassero a segno, di pagare, solo per iniziare la pratica di rilascio del nuovo bollino, circa 20 euro al mq, contro gli 0,20 centesimi che versa per lo stesso mq uno stabilimento balneare che opera sugli arenili del Comune di Campo nell'Elba. Tutto contornato dal fatto che la sicurezza contro i marosi è inesistente, nonostante riccioli e scogli posizionati in modo “discutibile ” sulla testata della Diga Foranea, oltre al fatto che la profondità delle acque del Porto diminuisce sempre di più.
Si badi bene; non si stanno qui cercando scappatoie per usufruire gratuitamente,sine die, di un posto privilegiato a banchina, ma si sottolinea il fatto che esiste la concreta possibilità di pagare una quota senza avere niente in cambio; e ciò pare oggettivamente inaccettabile. Inoltre avanza l'ipotesi, senza voler fare processi alle intenzioni, ma a Marina di Campo, ormai la realtà supera la fantasia,che gli spazi dove dovrebbero ormeggiare i Diportisti Campesi, vadano in seguito a gara con tutte le problematiche che ne conseguirebbero, lasciando i Campesi con la concreta possibilità di ormeggiare la propria imbarcazione sotto il famoso fico. Quindi, per non far apparire il Diportista Campese come il cliente di un ristorante dove si paga l'entrata ma non si è certi di pranzare,perché ci sono pochi tavoli e visto che abbiamo tutto l'autunno per poter predisporre al meglio ogni dettaglio e visto infine che il porto,ad oggi, è praticamente paralizzato da lavori interminabili,forse posticipabili a periodi di minor frequentazione turistica e inaccettabili nel periodo estivo, creando difficoltà di ormeggio a tutte le imbarcazioni, in primo luogo quelle da pesca, appare logica conseguenza chiedere che l'Amministrazione Comunale procrastini tali decisioni al prossimo autunno,così da valutarle più serenamente insieme all'A.D.R.C., con la soddisfazione, credo, di entrambe le parti.
Alessandro Dini