Ho letto con interesse lo studio sul Bilancio Idrico dell’Isola d’Elba, redatto dal Dipartimento Scienze Fisiche della Terra e dell'Ambiente (DSFTA) dell'Università di Siena, commissionato da Autorità Idrica, e - a parte un errore sulla tabella 41b a pag 86, e una sovrastima, secondo le mie modeste conoscenze, dell’acqua per uso irriguo e industriale (?), concordo in tutto e trovo soprattutto molto interessanti alcuni concetti e naturalmente le conclusioni.
Prima di tutto nello studio non si fa nessun riferimento alla dissalazione, ma vengono dati alcuni consigli che l’Autorità Idrica si guarda bene dal seguire. (V. Riflessioni sul bilancio idrico dell’Aprile 2019).
Secondo punto interessante è quello di aver smascherato la malafede di ASA, la quale ci ha sempre detto che l’acqua della condotta sottomarina rappresentava il 53% del consumo. Pertanto in caso di rottura, insieme alla stessa Assessore Fratoni, ci avevano paventato con un allarmismo ingiustificato, l’intervento della Protezione Civile, dell’Esercito, ecc. per evacuare l’isola. Dallo studio si evince, Tab. 42 di pag. 87, che l’acqua della Condotta è meno di un terzo, il 29% del consumo totale. La rottura della condotta provocherebbe un disagio, certamente, ma non tale da evacuare l’isola.
Lo studio inoltre evidenzia (pag.80) un semplice concetto. “Nel periodo estivo si ha un’impennata della richiesta idropotabile contro una scarsissima rinnovabilità della relativa risorsa sotterranea. Per contro nel semestre più umido si dispone, in corrispondenza dei massimi pluviometrici, di una più elevata quantità di risorsa idrica da ascrivere quasi totalmente al ruscellamento superficiale. Poiché in questi mesi il consumo è limitato, tale risorsa potrà eventualmente utilizzarsi nei periodi di maggiore domanda solo se si provvederà ad immagazzinarla nel periodo piovoso in invasi artificiali.”
Lo stesso concetto è poi ripreso nelle conclusioni finali:
La RISORSA IDRICA SUPERFICIALE dell’isola, vale a dire quel quantitativo, che ruscella superficialmente andando rapidamente a perdersi, risulta essere molto più elevata di quella sotterranea e pari a circa 36 milioni di mc/anno.
"Questa risorsa potrebbe essere convenientemente utilizzata per sopperire alle carenze di quella sotterranea e superare le criticità prima esposte. Trattandosi però, di una risorsa molto più volatile (nel senso che si manifesta solo quando avvengono le piogge e si esaurisce in poco tempo) essa deve essere immagazzinata necessariamente in quei periodi e questo può realizzarsi solo facendo ricorso alla costruzione di invasi artificiali. Questi invasi, vista la morfologia dell’isola, dovranno essere necessariamente non troppo grandi e conseguentemente numerosi se si vorranno raccogliere quei 7-10 milioni di mc, necessari a mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico dell’isola."
Possiamo discutere su dove, quanti e come dovranno essere realizzati tali invasi, ma questa è la scelta obbligata per l'isola d'Elba.
Vogliamo anche ricordare che le Linee strategiche riportate nel Piano d’Ambito ci ricordano di “realizzare importanti interventi di interconnessioni di acquedotti esistenti, allo scopo di eliminare sistemi isolati, tutto questo al fine di garantire maggiore flessibilità al sistema acquedottistico regionale”.
Eliminare sistemi isolati, in Toscana. All’Elba invece si vuole creare un sistema isolato e autonomo!
Autorità Idrica, nonostante le conclusioni dello studio dalla stessa commissionato, persevera con arroganza a riproporci la soluzione dei dissalatori, motivando un risparmio economico. Costano meno due dissalatori, che recuperare l’acqua persa per ruscellamento?
Aldilà che non si conoscono le spese di gestione e il costo dell’acqua dissalata, ma il costo ambientale è stato calcolato?
La distruzione della spiaggia di Lido, l’avvelenamento progressivo del Golfo Stella si può monetizzare? Auguriamoci che i Sindaci elbani riflettano sull'importanza del nostro ambiente, prima di rispondere all'Assessore regionale.
Italo Sapere
Comitato per la difesa di Lido e Mola