Si è tenuta nel pomeriggio del 24 giugno, all'interno del Carcere di Porto Azzurro, la conferenza stampa voluta dall'Associazione Dialogo e dai rappresentanti dei Poli Universitari di Pisa e Firenze che si occupano dei detenuti, accompagnati da due studentesse che seguono un percorso speciale didattico di collaborazione tra università e carcere, a seguito dell'incontro avvenuto in mattinata con gli studenti reclusi a scopo orientativo e propedeutico all'università.
La presidente dell'Associazione Dialogo Licia Baldi crede fortemente nella cultura e nel fatto che la capacità critica utile a formare le persone provenga dallo studio. Grazie al Progetto Azzurro, istituito 18 anni fa proprio dall'associazione, i volontari hanno fatto istituire la sezione liceo scientifico permettendo ai detenuti di conseguire un diploma. Dopo questo, per chi volesse continuare senza essere trasferito in altra casa di detenzione il proprio percorso di studi, hanno fatto sì che nascesse anche il Progetto Universo all'interno del carcere di Porto Azzurro nel rispetto delle libere scelte di ogni persona e anche per non privare il carcere stesso di elementi che sono riusciti a costruirsi con gli anni una ricchezza interiore, elevando la qualità della casa di reclusione stessa.
Il Progetto Azzurro è reso possibile sia dall'impegno umano dei tutor volontari, sia economicamente tramite la Caritas diocesana; per quanto riguarda il Progetto Universo a finanziare è la Cassa di Risparmio di Livorno.
La dottoressa Canu, responsabile dell'area giuridico pedagogica del progetto, sottolinea che la direzione del Carcere è sempre stata sensibile alle richieste culturali e creative, ed ha accolto ogni richiesta adoperandosi al meglio per renderla possibile. La posizione geografica di Porto Azzurro è difficile da raggiungere dall'esterno, per cui si sono organizzati gli esami universitari attraverso Skype, compresi gli scritti. Al momento ci sono sette detenuti universitari che usufruiscono di questo sistema, mentre per i reclusi che usufruiscono dell'Art. 21 sarà possibile recarsi anche nelle facoltà di appartenenza qualora fosse reso necessario.
Per quanto riguarda la procedura effettiva con cui i detenuti sostengono i loro esami, tramite il controllo dei piani di studio di ciascun iscritto, la dottoressa Pugliese, membro dell'Associazione Dialogo, contatta il docente della materia scelta per la conferma del programma. Si acquisiscono quindi i libri e vengono consegnati allo studente. Al termine viene fissata una data di esame, generalmente fuori appello, tramite un modulo specifico e viene sostenuto il colloquio con il docente al termine del quale viene redatto un verbale alla presenza di un agente penitenziario e viene registrato online il voto conseguito dall'esaminato.
Andrea Borghini, rappresentante del Polo Universitario di Pisa, sottolinea come negli anni la crescita dell'istituzionalizzazione ha fatto si che si possa contare su procedure standard migliori, rendendo possibile lo scambio con colleghi di altri atenei e il dialogo anche con nazioni come la Francia, dove potrebbe essere esportabile il modello dei poli universitari penitenziari peculiare in Italia. Il volontariato, spesso alle prese con posizioni morali non facili da gestire, si è incontrato con il mondo universitario in assoluta armonia permettendo la crescita del progetto rendendolo di interesse nazionale, tanto che è previsto un incontro in Sapienza con il Presidente della Camera e il Ministro della Giustizia il prossimo autunno.
Il Dottor Pastore, docente di Scienze Politiche del Polo, ha parlato del senso dello studio dentro il carcere. Lo studio produce degli effetti tangibili, creando una mobilità sociale ascendente e migliorando le relazioni sociali tra individui. Produce ricchezza sia per lo studente che per l'Istituzione. Gli studenti coinvolti, sia detenuti che non detenuti, infatti si relazionano tra loro percependo il tempo in modo diverso, si confrontano e crescono insieme. Ci si auspica che la dimensione relazionale, tramite più visite durante l'anno, venga potenziata anche per conoscere personalmente le difficoltà e le problematiche degli studenti carcerati ed incoraggiarli nel migliore dei modi.
Per quel che riguarda infine i veri protagonisti, gli studenti, sia detenuti che non, sottolineano quanto gli manchi più scambio culturale e di informazione durante la preparazione agli esami e sperano in maggiori momenti d'incontro tra loro, per confrontarsi sulle conoscenze acquisite e sui problemi, del tutto naturali, che insorgono durante la preparazione delle materie. Auspicano tutti di non condividere solo gli aspetti didattici del progetto ma anche gli effetti che la cultura crea in loro. I detenuti in particolare auspicano un dialogo costruttivo anche con gli altri reclusi per non lasciare nessuno indietro.
La cultura, quindi, è l'investimento migliore che si possa fare su una persona, per arricchire la sua vita e il suo ambiente.
Giada Lottini