Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, e Umberto Mazzantini, responsabile nazionale isole minori del Cigno verde hanno scritto una lettera a Gimpiero Sammuri, presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e di Federparchi per chiedere chiarimenti sulla gara di enduro il 25 marzo il cui percorso interesserà anche il territorio del Parco Nazionale, Siti di interesse comunitario (Sic), Zone di protezione speciale (Zps) di Rete Natura 2000.
Nicoletti e Mazzantini sottolineano che «Si tratta di strade a volte chiuse al traffico ordinario e di una gara motoristica che contrasta con quanto previsto dalla legge quadro 394/91 e dallo stesso Dpr istitutivo dell’Area Protetta e che è comunque sottoposta a nulla-osta del Parco, tanto che il Direttivo dell’Ente Parco nel 2012 non concesse il nulla-osta all’attraversamento di aree nelle quali oggi viene consentito il passaggio.
Il tutto mentre cittadini ed escursionisti continuano a segnalare il motocross selvaggio lungo la sentieristica del Parco Nazionale da parte di squadre organizzate di motociclisti italiani e stranieri».
Secondo due dirigenti di Legambiente «Quel che appare molto strano e preoccupante è che ciò che non è stato possibile negli anni passati si consenta oggi, infatti non si tratta di un semplice transito su strada di un singolo motociclista ma dell’autorizzazione di una gara motoristica in zona B di un Parco che deve comunque concedere o meno il nulla-osta allo svolgimento di attività sportive, qualunque sia la classificazione temporanea di una strada, basandosi sull’impatto ed il disturbo che la manifestazione produce sulla fauna, la flora, l’ambiente e la tranquillità dell’area protetta».
Nella lettera si ricorda che «Il diniego del Direttivo del Parco nel 2012 si basava sulle decisioni degli anni precedenti e veniva rafforzato da una lettera inviata il 3 gennaio 2012 ai Comandi, Uffici, Divisioni e Coordinamenti territoriali ambientali dei Parchi Nazionali, dal Capo del Corpo Forestale dello Stato, Cesare Patrone, che scriveva: “Si prende spunto da recenti episodi verificatosi in provincia di Arezzo, che hanno posto all’attenzione generale il tema delle manifestazioni e gare motociclistiche fuoristrada in ambiente fuoristrada e montano, con particolare riferimento al contesto di aree della rete ecologica europea (Sic, Zps)”
Patrone ricordava che il Decreto Ministeriale 17.01.2007 del Ministero dell’Ambiente, “all’articolo 5, per le aree di rete Natura 2000prevede che regioni e province autonome pongano il divieto di circolazione motorizzata al di fuori delle strade, fatta eccezione per i mezzi agricoli e forestali, per i mezzi di soccorso, controllo e vigilanza, nonché ai fini dell’accesso al fondo e all’azienda da parte degli aventi diritto”, divieti che esistono già in parte del percorso di gara e che invece sembrano ignorati dall’autorizzazione di Parco ed altri Enti».
Patrone «Rispetto al fenomeno delle gare e manifestazioni fuoristrada», richiama il Dpr 357/1997 e le successive modifiche «Che per le aree di Rete Natura 2000 richiede la preventiva valutazione di incidenza per interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, come è evidente attenga al caso di una competizione di enduro di motocross». Nicoletti e Mazzantini si chiedono «Se gli organizzatori della gara motociclistica programmata all’Elba abbiano presentato tale valutazione di incidenza, sia per il percorso inizialmente proposto che per quello concordato con il Parco che attraversa comunque Zps e Sic» ed evidenziano che Patrone ricorda anche un altro aspetto che sembra completamente ignorato dal Parco Nazionale e dal Cfs e dal Cta dell’Elba: «Si dà atto, altresì, che le leggi regionali di settore pongono di norma limitazioni all’organizzazione di gare e manifestazioni fuoristrada in varie categorie di aree sensibili (parchi e riserve, foreste demaniali, zone soggette a vincolo paesaggistico, alvei di corsi d’acqua pubblici, parchi territoriali urbani ed altre aree dei sistemi regionali delle aree protette e siti Natura 2000) che portano ad escludere l’ammissibilità di eventi del genere in quei contesti».
L’Ispettorato Generale Cfs aderisce all’intesa con la Federazione Motociclistica Italiana (FMI) e i Comandi provinciali Cfs devono essere contattati preventivamente dagli organizzatori delle gare, Patrone chiede ai sui uffici di «Esercitare in tali occasioni una opportuna azione di prevenzione, atta evidenziare possibili criticità dei percorsi proposti, ove questi interferiscano con emergenze naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali, per la presenza di istituti di conservazione della naturale con attenzione a scongiurare disturbi alle specie animali nei periodi salienti dei rispettivi cicli biologici che suggeriscono di escludere determinate aree dall’interessamento della manifestazione». Per i due esponenti del Cigno Verde «Sembra la descrizione delle zone B del Parco Nazionale e della Zps/Sic che invece verranno attraversate dalla gara in piena stagione migratoria e riproduttiva di molte specie protette».
La lettera del Capo della Forestale si concludeva con l’invito ai Capi dei Cta «A sollecitare, dove necessario, gli enti gestori dei Parchi nazionali, affinché i rispettivi regolamenti integrino sia il divieto di manifestazioni motoristiche di ogni genere, sia più stringenti misure di limitazione del transito fuoristrada ordinario, mediante un’attenta valutazione della viabilità secondaria presente nei parchi nazionali, come indicato agli artt. 2 e 3 del Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285), che consideri lo stato di fatto di vicinali, mulattiere, carrarecce e sentieri ai fini della rispettiva destinazione ai soli transiti compatibili con la tutela del suolo e delle emergenze naturalistiche (vegetazionali e faunistiche), storiche e paesaggistiche dell’area protetta».
Per questo Mazzantini e Nicoletti chiedono a Sammuri «Come sia stato possibile che l’Ente Parco ed il Cta Cfs abbiano potuto ignorare tutto questo ed, in contrasto con le precedenti decisioni del Direttivo del Parco, autorizzare una gara priva di Valutazione di incidenza in aree Sic e Zps».