Un po’ sotto traccia –almeno per ora- si sta discutendo la revisione della legge regionale del 2005 che regola i rapporti della regione con i diversi soggetti impegnati nel governo del territorio. L’ANCI e l ‘UNCEM sono già intervenuti con un loro documento critico in cui manifestano anche polemicamente il loro timore nei confronti della regione che si ritiene più propensa ad un accentuato centralismo regionale piuttosto che ad una doverosa sussidiarietà. All’assessore Anna Marson si addebita inoltre che la sua disponibilità al coinvolgimento del vari comitati nell’operazione –peraltro caldeggiata già anche da Enrico Rossi nell’incontro con Asor Rosa- rischi di delegittimare proprio il ruolo dei comuni che rischiano di apparire come i maggiori o soli responsabili e colpevoli dei nostri disastri ambientali.
Forse non sarebbe male ricordare che nel 2005 quella legge fu già oggetto di un confronto difficile in cui furono evitati anche alcuni errori grossolani, ma non del tutto, a cui si sarebbe poi dovuto rimediare. Il che non avvenne ma oggi si può e si deve. Quello che oggi appare chiaro anche dalle prime schermaglie è che la partita sembra ridursi a regione e comuni. Sparite di fatto le province che pure avrebbero dovuto concorrere a rimediare ,ad esempio, ad una gestione più adeguata delle ANPIL (le aree protette di interesse locale), affidate solo ai comuni, a cui anzi si tentò -per fortuna senza riuscirci- di restituire la gestione delle aree contigue dei nostri parchi regionali. Quei rimedi a cui doveva provvedere la promessa nuova legge regionale sui parchi non ci sono stati e anche il PIT li eluse. Prevalse l’idea cervellotica dell’assessorato al territorio regionale che la programmazione era riservata soltanto ad enti elettivi come se i bacini idrografici e i parchi e le aree protette non dovessero parteciparvi e proprio in base a leggi per di più ‘speciali’. Ora che gli enti elettivi si ridurranno ulteriormente non ci vuol molto a capire che questo è un passaggio cruciale della nuova legge.
Dinanzi alle alluvioni e agli assalti al territorio in corso c’è davvero qualcuno a Firenze ma anche nei comuni che può pensare che questa partita possano vincerla da soli regione e comuni?
E per vincerla –specie dopo il risultato elettorale- si pensa davvero che il coinvolgimento dei comitati possa arrecare danno –anzi addirittura delegittimare- i comuni? Al contrario il ruolo determinante dei comuni risulterà rafforzato da una più diretta partecipazione dei cittadini alle loro decisioni.
Il nostro Gruppo di San Rossore, ad esempio, dopo averne seriamente discusso a Piombino, sulla Val di Cornia presenterà precise proposte alla giunta regionale. Qualcuno pensa che delegitteremo la regione e gli enti locali?
Renzo Moschini