Il cosiddetto “ecomostro” di Procchio e le vicende giudiziarie ad esso associate, hanno occupato spesso le pagine dei giornali elbani ma, ancora oggi, sembra che si vogliano far coesistere, in modo contraddittorio e confusionario, la messa in sicurezza della zona a mare e la speculazione edilizia.
Non è certo nostro compito occuparci degli aspetti giudiziari, né abbiamo elementi sufficienti per capire come sia stato possibile il rilascio di concessioni edilizie così impattanti in una zona critica sotto il punto di vista idrogeologico e preziosa sotto il punto di vista paesaggistico ed ambientale.
E’ ben noto a tutti il pesante tributo che l’Elba abbia già pagato ad una inutile e dannosa cementificazione, che, da un po’ di tempo, sembra voler presentare il suo conto : disastri causati da alluvioni in zone prevedibilmente critiche, lo scempio urbanistico dell’eccesso di seconde case e della carenza di ricettività alberghiera adeguata, indisponibilità di aree da destinare ad attività pubbliche sociali e ludiche, a parcheggi, ad una viabilità decongestionante nei periodi estivi.
Tenendo presente la crisi economica attuale, si può a ragione ritenere che una ulteriore cementificazione di tipo speculativo oggi abbia ancora meno senso : il rischio sarebbe certamente “privato”, in questo eventuale caso, ma le conseguenze, come si sa, resterebbero drammaticamente “pubbliche”.
Alla luce di quanto sopra, nonché della nuova cultura e della nuova normativa ambientalista e paesaggistica, riteniamo che l’insediamento edilizio di Procchio (l’Ecomostro, appunto), oggi non abbia semplicemente più senso e, in un’ottica di pubblico interesse, non possa più essere tollerato.
Riteniamo, pertanto, che l’Ecomostro debba essere semplicemente abbattuto per intero e che l’intera area debba essere recuperata ad usi e servizi pubblici, sociali e ludici, con la preziosa funzione di naturale supporto ed arricchimento dei servizi già offerti dalla meravigliosa spiaggia di Procchio: si otterrebbe così un “parco attrezzato mare-terra” unico (magari collegato da un soprapasso pedonale esteticamente curato) , più sostenibile dal punto di vista ambientale, più utile e di maggior richiamo per il turismo.
Crediamo che anche il privato, su questa ipotesi, potrebbe identificare elementi di interesse e di recupero di eventuali diritti pregressi sposando un progetto di dimensioni certamente ridotte in termini semplicemente edificatori.
Invitiamo, pertanto, l’Amministrazione di Marciana ad impegnarsi verso un tale tipo di soluzione, anche al prezzo della ricerca di una complessa soluzione transattiva nei confronti degli eventuali aventi diritto altrimenti esclusi, integrando, ove necessario, la proposta con l’offerta di aree edificabili sostitutive, altrove collocate e meno impattanti.
In ogni caso, e senza tolleranze : basta “ecomostri”.
CIRCOLO PD Marciana – Marciana Marina