Anche quest'anno i comuni elbani hanno organizzato le attività tempo libero per i minori denominati Campi Solari. Sono molte le lamentele da parte degli utenti. Così (con la solita supponenza professionale) sento il dovere civico di dare voce ad un malessere sussurrato, provando a dare un contributo di pensiero per chi deve organizzare attività istituzionali “sociali” per la cittadinanza. Premetto che le attività tempo libero e vacanze, per minori in situazione di handicap, essendo attività ad alta integrazione socio-sanitaria, dovrebbero essere finanziati anche (non esclusivamente!) dal fondo sociale delegato dai comuni alla USL di Zona.
La nostra isola è prevalente votata ad accogliere villeggianti estivi e quindi risulta evidente che i tanti lavoratori stagionali con prole, impiegati diffusamente su tutto il territorio, hanno necessità di questo servizio.
Il suo costo-retta mensile dovrebbe essere livellato per tutti i comuni elbani, date le difficoltà cicliche (la crisi dei flussi turistici con riduzione della stagionalità e dei compensi) e normative (ad esempio la NASPI), che si sono abbattute su questa categoria di lavoratori. Invece incomprensibilmente i costi nei comuni elbani per la giornata completa di un campo solare, mattina-pranzo-pomeriggio, variano da 250 a più di 500 euro per minore. Deduco che una famiglia con due figli sarebbe costretta a spendere in questi campi un buona parte degli introiti del suo lavoro stagionale. Inoltre risulta singolare che nei sette comuni siano stati messi limiti di età differenti e che vengano fatte differenti richieste (economiche e di orario) per la frequentazione di soggetti con Handicap. Quest'ultimo ostacolo è discriminante e viola la legge. A seguire alcuni suggerimenti di indirizzo organizzativo, consapevole che cadranno nello spazio attualmente indistinto, conflittuale ed irrazionale, dei rapporti cooperativi (amministrativi e politici) fra i comuni.
1) L'organizzazione di attività sociali (come i Campi Solari) necessita di un tavolo interistituzionale tecnico-professionale con la partecipazione di associazioni, cooperative e dei servizi territoriali zonali che si occupano di minori.
2) I campi Solari devono avere un unico tavolo organizzativo comprensoriale rappresentativo di tutti i comuni isolani.
3) I Campi Solari assolvono ad una funzione comprensoriale e sociale doppia. Quella di attività di supporto al flusso turistico dei villeggianti estivi e quella educativa verso minori in situazione di fragilità che non avrebbero opportunità ricreative con gruppi di coetanei (L. 104).
4) I Campi Solari dovrebbero essere frequentati fino al 12 anno di età, per tutti i minori domiciliati anche temporaneamente, senza esclusione per handicap, residenza o cittadinanza.
5) dovrebbe essere fatta una sola delibera, per assegnazione del servizio ad una sola cooperativa con un bando per almeno tre anni rinnovabile.
Queste poche linee di indirizzo potrebbero essere la guida per stabilire una retta di base, minima ed uguale per tutti i comuni di residenza o di domicilio di ogni minore frequentante. Così una “gestione comprensoriale ” che sarebbe molto più logica e ragionata, offrirebbe equità e qualità per i lavoratori stagionali, appropriatezza e convenienza per i comuni del comprensorio.
Per concludere alcune sommarie considerazioni raccolte nei vicoli dell'isola.
La gestione più appropriata per costi e gradimento dell'utenza è quella di Marciana, 250 euro per la giornata completa. La maglia nera della lamentele a Rio per l'esclusione di fatto dei portatori di handicap, a Capoliveri per avere lasciato senza servizio i minori sopra i 10 anni, a Portoferraio per le temperature dei locali di Carpani ed a Campo, dove frequentare i campi solari appare essere un lusso (> 500 euro!).
Bollino nero per sindaci ed assessori che troppo spesso si riempiono la bocca con la parola “promozione del turismo”. Si potrebbe cominciate con sostenere e qualificare i servizi verso i lavoratori del settore.
Claudio Coscarella, attivista del M5S