Il progetto toscano Arcipelago Pulito convince anche i deputati della Camera, dopo essere stata preso a modello dall'Europa sul finire della scorsa legislatura e quindi dal ministro all'ambiente con il disegno di legge "Salva Mare" ad aprile. "L'esperienza toscana, unica in Italia, è stata valutata indispensabile per raccogliere elementi utili ad arrivare alla soluzione del problema dei rifiuti raccolti in mare" sottolinea l'assessore alla presidenza, Vittorio Bugli.
Il progetto, il cui vero valore aggiunto è quello di aver saputo costruire una filiera completa dalla raccolta allo smaltimento (esempio in tal senso unico per l'appunto), è stato presentato alla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera nell'ambito delle audizioni finalizzate alla redazione del testo di legge. Le modalità identificate nel progetto nonché le soluzioni giuridiche individuate sono state oggetto in particolare della audizione, a cui hanno partecipato referenti tecnici della Direzione Ambiente e Energia.
Oggi esiste infatti un vuoto normativo, che la Toscana ha saputo colmare con questo progetto pilota partito ad aprile 2018 a Livorno e che ora si vuole portare in altri comuni della costa. Per assurdo che possa sembrare, i pescatori che accidentalmente tirano su con le loro reti non solo pesci ma anche rifiuti e plastiche ne sono considerati oggi responsabili nel momento in cui li conducono in porto e sarebbero quindi teoricamente costretti a pagarne i costi di smaltimento: nella pratica quello che accadeva è che i rifiuti venivano rigettati in acqua. "Arcipelago Pulito ha permesso di portarli a terra, con la soddisfazione di tutti – ricorda Bugli - e nel porto di Livorno è stata messa in piedi una vera e propria filiera dei materiali di scarto abbandonati in mare, che partendo dai pescatori arriva all'impianto di recupero di Revet".
I firmatari dell'intesa che ha dato vita al progetto con la Regione sono il Ministero dell'Ambiente, la Guarda Costiera, l'Autorità di sistema portuale del MarTirreno Settentrionale, la società Labromare che gestisce la raccolta dei rifiuti nel porto, Revet che li ricicla, Legambiente e Unicoop, che ha contribuito con un sostegno ai pescatori. Di incentivi a sostegno dell'attività dei pescatori si è parlato anche durante l'audizione. "Ci siamo resi disponibili a fornire ulteriori elementi conoscitivi – conclude Bugli -. Anche in questa occasione la Regione Toscana si conferma in prima linea sui temi della tutela dell'ambiente e del mare".
La Regione aveva tenuto a battesimo il progetto un anno fa nello spicchio di Tirreno davanti a Livorno. La sperimentazione, esempio di economia collaborativa e circolare ma anche molto senso pratico e buon senso, era stata presentata l'anno scorso a fine giugno a Bruxelles al Parlamento europeo. Parallelamente era stato chiesto al Governo di approvare velocemente una legge. Dopo i primi sei mesi la sperimentazione era stata prorogata di altri quattro e che la soluzione e il modello virtuoso messo in moto fosse capace di portare risultati concreti lo si era visto subito. Solo da aprile 2018 fino allo scorso settembre sono stati raccolti con una mezza dozzina di piccoli pescherecci oltre 18 quintali di rifiuti, per un volume di oltre 24 mila litri. Su diciotto quintali, circa il 20 per cento è composto da plastiche riciclabili.
E dopo i risultati positivi "Arcipelago Pulito" diventerà un modello per altri porti della costa toscana: "Oltre a Livorno – annuncia Bugli -, stiamo estendendo la sperimentazione a Viareggio, Monte Argentario, Castiglione della Pescaia e Piombino, porti dove sono maggiormente presenti flotte di pescherecci". Il nuovo protocollo è già stato inviato a tutti i partecipanti e a breve dovrebbero arrivare le risposte per procedere alla firma.