Le numerose e reiterate prese di posizione, repliche, controrepliche etc. rendono necessario raggruppare sotto un unico titolo alcuni degli interventi dedicati alla questione della Unificazione Amministrativa. Qui proponiamo, per ora, le note inviateci da: Orsini, Tanelli, Rampini, Marini, Bertucci e Mancuso, nell'ordine in cui giungono in redazione. 20 Marzo, nota congiunta a firma dei Sindaci Simoni, Bulgaresi, Ciummei e Segnini. 21 Marzo intervento di Alberto Nannoni e Marcello Bargellini. 22 Marzo Roberto Marini, Dante Leonardi, Confcommercio Elba, Confindustria e Confesercenti. 23 Marzo, nuovo intervento di Marini per il Comitato del no, la dichiarazione del CNA e un ulteriore nota di Lorenzo Marchetti. 24 marzo, CGIL Elba, Comitato per il SI Comune Unico dell'Elba. 25 Marzo Comitato del no e di Michele Rampini. 26 Marzo intervento del gruppo fb Elba Bene Comune dal blog Il Vicinato
Se nel pollaio ci sono 8 galli litigiosi e se ne lasciano 3, cosa cambia? dal blog Il Vicinato
Un Comune di 32mila abitanti uguale meno pressioni delle lobbY uguale meno clientelismo. L’Isola d’Elba ha bisogno di parlare con un’unica voce istituzionale per essere più forte per rapportarsi con quelli d’oltre canale
«Un comune con un'unica programmazione economica e territoriale, con regolamenti e ordinanze comunali uguali su tutta l’Isola. Undici municipi con organi peculiari e servizi vicini ai cittadini. I piccoli comuni, con le gestioni associate obbligatorie, perderanno definitivamente entro quest’anno le loro funzioni fondamentali e, già da oggi, quei dipendenti che vanno in pensione non possono essere sostituiti, se non in misura ridottissima. Se in un pollaio ci sono 8 galli litigiosi e se ne lasciano 3 cosa cambia? Nulla! Si azzufferanno ugualmente. L’esempio sono i fallimenti di oltre mezzo secolo. Ente Valorizzazione Elba: Progetto politico-istituzionale fallito! Comunità Montana: Progetto politico-istituzionale fallito! Unione di Comuni: Progetto politico-istituzionale fallito!».
RISPOSTA AD UNA DOMANDA (retorica) DEL DOTT.CASCIANO di Michele Rampini
Riguardo all’articolo del Dott. Casciano apparso su Tenews, un solo passaggio mi sento di contestare al Dott.Casciano, del tutto non veritiero, essendo il resto espressione soggettiva di un suo punto di vista. Alla sua domanda evidentemente retorica su ciò che i cittadini elbani il 21 e 22 aprile andranno a votare posso rispondere con assoluta certezza che gli Elbani e solo loro andranno a votare SI o NO ad un quesito referendario che porrà la domanda se vogliono o meno il Comune Unico dell'Isola d'Elba, niente altro. Sulla presentazione di una proposta di legge che prevede l'istituzione di un unica Amministrazione comprensoriale, gli Elbani si sono già espressi con più di 5000 firme che sono state già poste al vaglio degli Organi regionali affinché la proposta di legge fosse presentabile. Se in quella circostanza non si fosse riusciti a raccogliere le firme necessarie alla sua presentazione questa sarebbe automaticamente decaduta compreso l’indizione del Referendum. Posso assicurare il Dott.Casciano che nel momento della richiesta di apporre la firma, a ciascun cittadino è stato sempre ben spiegato che la firma era dedicata alla presentazione di una legge che prevedeva nel suo testo un successivo pronunciamento referendario seppure consultivo come la legge regionale impone, e non, come paventato da qualcuno, che la firma volesse significare già di per se un Si al Comune Unico
Incontro pubblico a Campo e a Porto Azzurro - Comitato del No
Questa sera, 25 Marzo, alle ore 18,00 presso la sala consiliare del Comune di Campo nell'Elba, la popolazione è invitata ad un dibattito pubblico dal Comitato del NO.
Giovedì 28 Marzo alle ore 18:00, presso il teatrino delle Suore in Via Marconi a Porto Azzurro, si svolgerà un dibattito pubblico, promosso dal comitato del NO, tutti i cittadini sono invitati ad intervenire.
Saranno presenti come relatori: L'Onorevole Francesco Bosi, il dott. Gianfranco Casciano. Il sindaco di Porto Azzurro Luca Simoni, Roberto Marini, il presidente del comitato del NO Maurizio Papi ed altri esponenti del comitato.
Le elezioni del Sindacone all'Elba del Comitato Comune Unico dell'Elba
Gli elettori elbani chiedono maggiori delucidazioni sulle elezioni del “Sindacone”, sia chi è già convinto della necessità di questa “rivoluzione “tutta nostrana, sia i contrari.
Nell’ottica della totale trasparenza noi vogliamo che si sappia esattamente ciò che avverrà nell’eventualità di una affermazione della volontà di cambiamento per innovare la odierna vetusta struttura amministrativa, che tradotto in soldoni significa una larga vittoria del SI al referendum per il Comune Unico dell'Elba
In tal caso sarà compito di un commissario straordinario organizzare le future elezioni dell’isola d’Elba che saranno presumibilmente indette nel 2014. Non ci saranno grandi cambiamenti nel meccanismo delle elezioni con l’eccezione che, essendo un territorio di più di 30.000 abitanti, si svolgeranno su doppio turno. Spieghiamo più dettagliatamente il meccanismo che garantirà agli elbani uniti di essere rappresentati da chi sarà da loro stessi scelto.
Per amministrare il futuro Comune dell’Isola d’Elba si presenteranno vari candidati sindaci con le loro relative liste ed i connessi programmi. Chi saranno? Potranno essere candidati indipendenti alla testa di liste civiche, oppure di parte politica di tutti i possibili colori. Potranno essere elbani "doc" oppure provenienti dal continente; potranno essere giovani o più maturi, con esperienza più o meno ampia. Ognuno di loro si presenterà alla testa di una propria lista di candidati che sarà rappresentativa in misura più o meno ampia di tutte le comunità elbane, secondo le intuizioni del candidato Sindaco.
Non ci sarà: la cosidetta “portoferraizzazione” dell’isola. Se un candidato si presentasse alla testa di una lista composta tutta da portoferraiesi, non avrebbe possibilità di successo anche se fosse sostenuto da tutti gli stessi portoferraiesi perché messi assieme saranno sempre minoranza degli elettori elbani tutti. Certamente sarà premiato dagli elettori e vincerà chi saprà aggregare la migliore squadra che copra tutte le comunità dell’isola, una lista dove ogni elbano di ogni comunità isolana si senta rappresentato, assieme ad un programma di governo che raccoglierà più consensi.
Le votazioni si svolgeranno con le solite modalità, però gli elbani voteranno su una sola serie di liste per tutta l'isola: vincerà chi otterrà il 50% più 1 delle preferenze espresse, altrimenti si deciderà nel secondo turno di votazioni. Nell’intervallo fra il primo ed il secondo turno i voti si addenseranno sulle due liste preferite dalle quali risulterà uscente il Sindacone per i 5 anni successivi.
Questo sistema garantisce una serrata selezione dei candidati: colui che presenterà la migliore lista assieme al più convincente programma di governo dell’isola prenderà la maggioranza delle preferenze e sarà il "Sindacone" eletto di tutti i paesi dell’Elba.
E finalmente l’Elba, dopo l’iniziale ed inevitabile periodo di assestamento del nuovo comune, potrà riavviarsi su un percorso condiviso di rilancio e sviluppo superando la lunga paralisi nelle fondamentali scelte comprensoriali. Non sarà compito facile della nuova amministrazione unica recuperare il tempo perso finora in sterili contrapposizioni localistiche e nel contempo avviare il nuovo assetto amministrativo. Ma i frutti della positiva scelta non tarderanno a maturare con la collaborazione di tutti. Ci vuole audacia e voglia di cambiare: e se non ora, quando ?
Assemblea sul referendum sul Comune Unico a Pomonte del Comitato per il SI
Come è stato annunciato, sabato si tenuta a Pomonte una Assemblea pubblica indetta dal Comitato per il Si al Referendum sul Comune Unico dell’Isola d’Elba. Hanno partecipato alla discussione il Sindaco di Portoferraio R.Peria, il Sindaco di Marciana A.Bulgaresi, G.Fratini, P.Berti, G.Giangregorio, M.Rampini, Serini Vice Presidente del CNA Provinciale in rappresentanza delle associazioni di categoria promotrici del Comitato che ha presentato la legge di iniziativa popolare per la fusione dei Comuni elbani sostenuta dal la firma di più di 5000 di nostri concittadini. Molte persone hanno riempito la sala comunale presso la palazzina dell’Asl, testimonianza di quanto sia vivo l’ interesse per una competizione referendaria che segnerà in modo determinante il futuro del nostro territorio. Rampini, introducendo il dibattito, ha posto l’accento sull’importanza che il nuovo assetto istituzionale avrà per introdurre nella vita amministrativa dell’Elba maggiore democrazia e partecipazione dei cittadini soprattutto con l’introduzione dei Municipi che potranno avere legislazione esclusiva su alcune materie di interesse più prettamente locale, lasciando le competenze sulle questioni comprensoriali al Comune unico, e che potranno garantire così maggiore cura per le zone periferiche del nostro territorio avendo a disposizione anche più risorse derivanti da maggiori contributi regionali e nazionali previste proprio dalle norme sulle fusioni di comuni. Giangregorio, ribadendo che la legge di iniziativa popolare non poteva certo disegnare l’assetto statutario del nuovo comune unico come spesso richiesto dal Comitato per il No, compito riservato esclusivamente alla nuova Amministrazione unica, in cui, però, sarà fondamentale l’apporto partecipativo di tutti i cittadini, ha ipotizzato come potrebbe essere l’assetto del Nuovo comune, soprattutto a vantaggio delle popolazioni locali più lontane dalla nuova Sede comunale in termini di servizi ai cittadini, ha sottolineato le difficoltà che incontrano le attuali otto Amministrazioni nella gestione di alcune competenze a carattere comprensoriale e come siano decisamente falliti tutti i tentativi di governo unitario del territorio a partire dalla Comunità Montana per arrivare alla disciolta Unione dei Comuni e i difficili tentativi delle Gestioni associate di trovare accordo su materie di primissimo interesse per lo sviluppo della nostra economia come il turismo, tutti segnali che inducono ancora di più a scegliere la via di un Unico Comune. Peria ha posto l’accento sul carattere unitario del nostro territorio i cui confini naturali sono disegnati dal mare e come questa particolare condizione ci induca a dichiararci, fuori dei nostri confini, come elbani senza altra distinzione, ha riaffermato come una unica ed efficace programmazione per la nostra economia sia fondamentale per non disperdere il nostro patrimonio naturale e la ricchezza che abbiamo a disposizione e che non riusciamo a valorizzare adeguatamente come sarebbe necessario, soccorrendo così anche in maniera efficace le nostre zone che hanno maggior bisogno di essere aiutate nel loro sviluppo in ottemperanza ad un fondamentale principio di equità ; riferendosi al progetto del nuovo fronte mare di Portoferraio in cui vi sarà un importante riassetto di tutta la portualità con un progetto innovativo e di grande qualità già approvato, ha individuato come tale realizzazione non sarà solo a servizio dello sviluppo della città di Portoferraio, ma anche di tutto il territorio elbano in cui si potranno prevedere, con una gestione unica e coordinata, approdi per la nautica da diporto coerenti con la salvaguardia ambientale, importante volano per una filiera che sia a vantaggio di tutte le comunità isolane. Successivamente vi sono stati numerosi interventi e domande da parte dei cittadini che hanno espresso alcuni dubbi e timori per il futuro assetto di un governo unitario. Il timore che una unica Sede comunale possa allontanare i cittadini dai servizi locali è stato presente in tutte le domande poste dagli intervenuti, nonché da alcuni dipendenti comunali che hanno posto l’accento anche sul pericolo che le loro competenze non possano avere la giusta dignità che meritano. La risposta degli esponenti del Comitato per il Si ha posto l’attenzione di come un nuovo assetto degli uffici comunali, oltre a generare notevoli risparmi di gestione, libererà personale che potrà essere destinato a tutte quelle funzioni sia di front office, come il l’ufficio anagrafe, l’ufficio tecnico di ricezione documenti ed altri servizi comunali diffusi in maniera anche più capillare non solo nelle ex sedi comunali, ma anche nelle frazioni più distanti, dando proprio maggior peso alle professionalità esistenti.
Serini, come rappresentante delle categorie produttive del territorio, ha ribadito come un unico governo che abbia un efficace progetto di sviluppo coordinato per tutto il nostro territorio , un unico regolamento urbanistico, un solo regolamento per l’esercizio del commercio, possa rappresentare un formidabile volano per la nostra economia dando la certezza sia alle imprese elbane sia a quelle del continente di avere un unico referente e che sia di stimolo alle nostre stesse ditte domestiche per crescere nella dimensione e nelle strutture per competere adeguatamente con quelle oltre canale. Ha sottolineato come la crisi fuori dei nostri confini sia a volte anche peggiore della nostra e che non bisogna avere paura delle imprese che dal continente vengono a lavorare sul nostro territorio perché anche esse portano ricchezza e lavoro; ha affermato giustamente come una nuova programmazione economica comprensoriale debba fornire occasioni e strutture per nuove economie che accompagnino quella turistica, come la creazione di un polo elbano tecnologico che favorisca anche in questo settore una nuova occupazione di qualità per i nostri giovani che non debbano essere più costretti ad emigrare per trovare lavoro. A.Bulgaresi, rappresentante del Comitato per il No al Comune Unico, ha fatto osservare come un nuovo assetto istituzionale, come ipotizzato da Comitato per il Si, comporterebbe non un risparmio di risorse, bensì maggiori spese tenendo conto di quanto siano limitate in quantità le attuali risorse dei singoli attuali comuni elbani più piccoli come Marciana e ritenendo aleatorie le maggiori risorse che un comune unico otterrebbe dalla Regione e dallo Stato in presenza di politiche di spending review sempre più restrittive, fornendo in proposito delle cifre in verità non propriamente esatte. Fratini è intervenuto nel finale del dibattito rispondendo sia al cittadino che aveva messo in dubbio la possibile competenza di un unico Sindaco governante un territorio così vasto, che al Sindaco di Marciana. Fratini ha risposto ad Anna Bulgaresi che il contributo totale alla fusione dei nostri otto comuni non è solo commisurato alla somma dei contributi erogati alle attuali singole amministrazioni, ma che tali contributi saranno aumentati del 20% proprio in considerazione della fusione che potrà senza dubbio generare anche dei notevoli risparmi per le economie di scala che comporterà; al cittadino che aveva posto la questione della competenza, ha espresso l’opinione, largamente condivisa, che la prima qualità che deve avere un Sindaco è l’amore e la dedizione per la propria terra e i suoi abitanti, poi la capacità di circondarsi di collaboratori competenti e di valore.
Prossimo appuntamento del Comitato per il Si il 4 aprile alle ore 21,00 presso la Sala Consiliare di Marciana Marina. Ne sarà data conferma definitiva nei prossimi giorni.
Il Comitato per Il Si al Referendum
La CGIL su sanità e Comune Unico di CGIL Elba
L'Elba e la provincia livornese hanno già subito riduzioni dei servizi, hanno ribadito i dirigenti sindacali nella riunione in via della Fonderia, presenti due esponenti del provinciale, Franca Taddei e Angela Iibelli. L'isola - ha precisato Mauro Scalabrini, coordinatore locale della Cgil - non deve avere contraccolpi per l'ulteriore perdita di 700 milioni nella nostra regione. Al contrario va tutelato il nostro ospedale e la sanità nel territorio. Sollecitiamo pertanto il mantenimento degli accordi presi di recente in sede regionale. Ora vogliamo incontrare il direttore sanitario dell'ospedale Tamberi; presentargli rivendicazioni e chiedere chiarimenti circa la gestione dell'elisoccorso in caso di impedimenti nella fruizione dell'elisuperficie. Non vogliamo trovarsi di fronte a drammi per carenze organizzative o di funzionalità. In caso di impossibilità di trasporto urgente fuori isola, di chi è in pericolo di vita, si deve garantire un reparto di emergenza-urgenza per stabilizzare il paziente, in attesa che sia possibile farlo giungere altrove per interventi salvavita . Franca Taddei e Angela Ibelli hanno fatto il quadro della situazione, molto pesante, visti i nuovi tagli per 30 miliardi nella sanità in tutto lo Stivale, stabiliti dal governo. Occorre ha ribadito Taddei - avere garantiti i servizi sociali e sanitari nel territorio, viste le restrizioni che subiscono gli ospedali, e premiamo per un forte no agli sprechi, compresi i costi di poltrone d'orate di certi dirigenti del settore. I sindaci devono fare la loro parte, avendo potere di agire secondo la legge 40, cosa che fino ad oggi non hanno fatto. Sulla stessa linea Ibelli che attende la convocazione in regione per far presente come non possano essere penalizzati i piccoli ospedali, in particolare quello insulare dell'Elba. Impelle poi la tematica del Comune unico e Scalabrini ha evidenziato il bisogno di una informazione più completa per fare chiarezza sugli effetti positivi della nuova chance di gestione dell'isola. "C'è da far capire nel dettaglio, come sarebbe l'isola con una amministrazione unica dei servizi, eliminando sprechi, con in campo meno politica e più efficienza da offrire alla popolazione". I vari delegati delle categorie hanno concordato sul bisogno di una Cgil sempre più forte, come ha sottolineato Maria Mibelli dello Spi Cgil. "Ci vuole una piattaforma unitaria - ha detto - per ottenere risultati, e ogni categoria deve essere coinvolta. Vanno attuati confronti con i sindaci, i quali devono fare la loro parte"
Verso il referendum sul CU. Ripreso il gioco della cocuzza di Lorenzo Marchetti
"Ma è così difficile capire che l’Isola ha bisogno di parlare con un’unica voce istituzionale? Ma è così faticoso comprendere che c’è la necessità di avere un’unica programmazione economica e territoriale con regolamenti comunali uguali su tutta l’Isola?
Ma è così difficoltoso intendere che gli undici municipi, con i loro uffici e amministratori locali, saranno strumenti vicini alle persone, ai loro bisogni e alle loro esigenze?
Intanto, un argomento così importante qual è la semplificazione istituzionale dell’Isola, viene affrontato nel modo si
trattasse il gioco della cocuzza: Otto cocuzze! Quante se no? Cinque cocuzze! Perché cinque cocuzze? Quante se no? Tre cocuzze! Perché tre cocuzze? Quante se no? Una cocuzza! Perché una cocuzza? Quante se no? Tutto il cucuzzaro! Così il gioco riparte dal cucuzzaro, e si ricomincia da capo.
Tuttavia i contrari al Comune unico non si fermano qui poiché pensano che noi cittadini dell’Elba siamo degli smemorati.
Così l’ex deputato Francesco Bosi, mentre si riconferma contrario al Comune dell’Isola d’Elba e ripropone un’aggregazione fra i Comuni limitrofi, lancia un’idea sbracciandosi di venderla quale nuova: “un solido coordinamento di attività amministrative su base elbana”. Forse Bosi pensa che ci siamo già dimenticati di come fu proprio lui, quand’era sindaco di Rio Marina, a ostacolare la nascita di una vera Unione di Comuni, lasciando l’Elba senza uno strumento istituzionale di coordinamento. Nel frattempo gli elbani perdono ogni sfida che invece pretende la difficile situazione economica!".
Il comune unico è la stella polare per lo sviluppo elbano di CNA
Come richiesto da più parti, la CNA non intende sottrarsi al dialogo e per questo motivo rimarca ancora ed in maniera se possibile più netta, quello che da tempo oramai sta affermando.
“La semplificazione amministrativa – sostiene il presidente della Cna Isola d'Elba Maurizio Ballarini - passa indissolubilmente attraverso l'istituzione del Comune Unico; da imprenditori, piccoli o grandi, lo riteniamo un passo fondamentale per vedere uno spiraglio di luce e di futuro dall'impasse amministrativo che negli ultimi anni ha caratterizzato il nostro territorio.
E' sin troppo facile segnalare ancora una volta il risultato negativo che hanno prodotto le gestioni associate, così come è sotto gli occhi di tutti la situazione economica e sociale in cui versa la nostra Isola.
Non riteniamo che il Comune Unico sia la panacea di tutti i mali, certamente sbaglieremmo se lo pensassimo, ma riteniamo che sia un passo alquanto significativo verso una possibile rinascita della nostra economia. Dal “comitato del No” rincarano che sia un salto al buio senza certezze, ebbene noi crediamo che il vero salto nel buio sia quello di continuare su un modello di sviluppo territoriale legato a frazionamenti che non ha prodotto nessun risultato concreto e di sicuro non ne produrrà in futuro.
E' già stata segnalata ampiamente dalle altre associazioni di categoria la compattezza su questo tema senza nessuna minima sorte di divisione o ripensamento, certo è che l'uscita pubblica del coordinatore Orsini al teatro dei Vigilanti, non è stata delle più felici, così come quella di accusare i comuni d'intraprendere trattative private con le singole imprese, ma detto questo se qualcuno pensa erroneamente di creare crepe all'interno delle associazioni è il caso che trovi argomenti più convincenti.
Ci teniamo però a sottolineare un aspetto: abbiamo tutti indifferentemente sia i favorevoli che i contrari, usato negli ultimi tempi toni non decisamente amichevoli se non addirittura brutali.
Ci auspichiamo – continua Ballarini - che nel continuo della contrapposizione delle seppur diverse ma rispettabili idee, si torni assolutamente ad un clima più sereno, anche perchè come sottolineato da un'esponente del No e ci riferiamo al senatore Bosi, sia i favorevoli che i contrari hanno un unico aspetto che li unisce, l'amore per quest'Isola, la ricerca di un futuro per noi, le nostre imprese, i nostri figli ed i cittadini tutti.
Invitiamo quindi tutte le parti in causa ad un riflessione sugli atteggiamenti degli ultimi tempi, questo per cercare di far capire liberamente a chi andrà a votare il 21 e 22 aprile su cosa scegliere e quale potrebbe essere la soluzione migliore prospettata”.
Le dimissioni di Orsini solo un teatrino di Roberto Marini per il Comitato del no
L'annunciata remissione del mandato del coordinatore e presidente del Comitato del SI , dr. Orsini, (un teatrino?) non basata a placare un dissenso che ormai ha evidenziato la scorrettezza di tutto il percorso fino ad oggi intrapreso.
Non basta neanche a sdoganare le Associazioni di categoria che hanno il dovere di difendere gli interessi dei propri consociati e che, forse, pensavano di intraprendere il percorso di un referendum-sondaggio e che, invece, si sono ritrovate dentro una strada senza ritorno che potrà avere come risultato l’azzeramento degli otto comuni, senza via di ritorno, senza certezze e senza regole. Un percorso che non solo potrebbe mettere in crisi l’intero sistema economico elbano, ma che, prevedendo la nomina di un Commissario, in attesa di definizione della nuova organizzazione, potrebbe fermare l’Elba anche per dieci anni. Un percorso tracciato e concordato nei minimi particolari con la Regione Toscana, direttamente da Orsini, oggi dimissionario.
Ci giungono da più associati delle varie categorie delle richieste di un rinvio del referendum “se possibile” e magari dell’effettiva apertura di quel confronto di cui tanto si parla e che, volutamente e artatamente, non si è voluto durante la raccolta delle firme. La richiesta è di stoppare il referendum o comunque di fermare il percorso e che sia, quindi, concordata tra i comitati e con il territorio un’apertura responsabile per poter approfondire gli aspetti di una semplificazione possibile, ma non dannosa, per questo territorio.
Questo è quanto richiesto dal mondo del lavoro e, quindi, fa notare l’assoluta buona fede di adesione da parte di alcuni, ma la volontà di fermarsi immediatamente perché il cammino non corrisponde a quello che all’inizio veniva loro detto: che era solo un referendum!
Questo è stato, addirittura, confermato, in modo inequivocabile, dalla dichiarazione pubblica di uno dei promotori che, sdegnato dal modo di procedere, responsabilmente, si è ritirato dal progetto, confermando tutte le nostre perplessità.
Concludiamo puntualizzando al Sindaco Peria che noi siamo ben consapevoli ed informati di quali siano le regole degli affidamenti dei servizi e ribadiamo che con il Comune unico i servizi verranno unificati e quindi gli importi a base di gara verranno ad essere appetibili per le ditte del continente; arriveranno “grandi” ditte a confronto delle quali le nostre, per merito tecnico-organizzativo, cioè per fatturato – servizi analoghi – personale - non potranno competere. Alle nostre ditte rimarrà solo la possibilità di consorziarsi con queste, con il risultato di fare loro il lavoro e pagare il prezzo alla grande ditta per la collaborazione nella gara.
Noi siamo ben informati e nostra intenzione, oltre che dovere, è informare anche tutti i cittadini.
Se ai Presidenti delle Associazioni di categoria ed in particolare a Confesercenti, sembra corretto non dover tenere conto di tutto quanto sopra , si continua a non riuscire a capire il ruolo delle stesse Associazione nel nostro territorio. Pertanto, visto che sono disposti a firmare questa assurda cambiale in bianco, vadano pure avanti, firmando, però, una fideiussione a garanzia di tutti quelli che rappresentano e che realmente rischiano in prima persona.
Anche Franco de Simone per Confesercenti dice la sua sul Comune Unico
Ci sembra che la mancanza di argomenti del comitato per il no al comune unico abbia inevitabilmente spostato il focus della discussione sulle parole anziché sui concetti fondamentali.
L'opposizione non sapendo argomentare, non sapendo cosa ribattere ad ogni approfondimento che il comitato ha prodotto per ogni tematica, si arrampica dove può, anche sugli specchi, e lo stridore prodotto fa più chiasso dei buoni discorsi tesi a favorire uno sviluppo dell'Elba.
Le categorie economiche, compatte e convinte dell'iniziativa intrapresa, vogliono il bene e lo sviluppo dell'isola e rinunciano a strumentalizzazioni politiche che ne hanno ingessato la crescita fino ad oggi.
Ora stiamo assistendo sui giornali locali ad una discussione sterile che ha il solo fine quello di dividere gli schieramenti, confondere la gente, e produrre come risultato il niente. Lo stesso niente che spesso viene prodotto dalle politiche contrapposte degli otto comuni verso le istituzioni superiori.
Lo stesso niente che ogni volta che otto sindaci vanno in Regione con otto voci, con otto stridii diversi, fa si che il nulla di fatto sia il risultato portato a casa.
Le categorie economiche si tirano fuori da questo meccanismo, perché guardiano ai fatti e non alle parole, tutti i giorni. Vedono che i piccoli comuni sono ingessati dal patto di stabilità, che congela di fatto gli investimenti, e li ingesserebbe anche se questi fossero tre all'Elba.
Le Associazioni di categoria lavorano e si impegnano affinché siano le aziende locali a crescere ed occuparsi dei lavori pubblici, con la qualità e la professionalità che le contraddistingue ed il Comune unico va proprio in questa direzione. Le associazioni devono essere per le ditte elbane un riferimento per capire cosa succederà in futuro e un aiuto nella eventuale riconversione.
Questo è il fare delle associazioni di categoria. Noi elbani vogliamo pagare la spazzatura quanto coloro che abitano in continente, non n volte di più. Siamo già penalizzati in tante cose vivendo all'Elba. Dobbiamo prendere il traghetto per muoverci ogni volta, anche solo per fare una visita specialistica che sull'isola giocoforza non possiamo fare, e siamo già penalizzati così. Evitiamo di auto-penalizzarci anche per tutto il resto, evitiamo di farci strumentalizzare ulteriormente e puntiamo dritti verso l'unica grande opportunità di sviluppo che abbiamo e che possiamo decidere noi stessi, con un SI convinto che cambi davvero le sorti della nostra amata isola.
COMUNE UNICO: che il dibattito prosegua senza polemiche di Confindustria
Confindustria comprende e condivide il disappunto dei Sindaci per quanto dichiarato dal Dr. Orsini.
Purtroppo anche alcuni esponenti del fronte contrario esprimono spesso concetti eccessivamente polemici che certo non giovano al proficuo dibattito sul riassetto istituzionale della nostra Isola.
Il Comitato per il Comune Unico porta avanti un iniziativa fortemente voluta dalle Associazioni di Categoria e siamo certi che nessuno abbia minimamente intenzione di mettere in dubbio l’onestà e l’integrità morale dei nostri Sindaci eletti democraticamente.
Ci auguriamo che da oggi i toni tornino ad essere quelli di un confronto costruttivo e che i nostri Sindaci vogliano ascoltare le imprese del proprio territorio nella esigenza ormai imprescindibile, di essere uniti per tutelare la nostra economia.
Una cosa è certa, le polemiche strumentali i personalismi ed i contrasti trasversali non potranno comportare un rallentamento sull'obiettivo irrinunciabile di avere un comune unico per tutta l'isola d'Elba.
Non è mai facile cambiare, oggi è arrivato il momento di farlo, in un percorso democratico e condiviso. La linea di Confindustria all'Elba come nelle altre zone del continente sull'aspetto della semplificazione amministrativa resta immutabile nell'interesse della economia e dell'occupazione.
Noi chiediamo una nuova istituzione democratica che si chiami Isola d’Elba, in grado di rappresentare, gestire e difendere, in piena responsabilità ed efficienza tutto il nostro territorio.
Serve un confronto civile e partecipato di Confcommercio Elba
Tra un mese circa, gli elbani sono chiamati ad esprimersi sulla fusione degli otto comuni in uno solo: il Comune dell’Isola d’Elba. Un orientamento in questo senso è vivamente auspicabile, in quanto consentirà di superare l’attuale frammentazione e debolezza amministrativa del nostro territorio, accelerando i processi di sviluppo. Regolamenti urbanistici, piani strutturali, del commercio, delle spiagge, servizi di raccolta rifiuti, gestione del territorio e, non ultima, la promozione turistica con l’impiego della tassa di sbarco, hanno bisogno di viaggiare su un unico binario, sotto una guida competente ed efficace sia dal punto di vista politico che dirigenziale. Tutto ciò salvaguardando le municipalità, il cui mantenimento assicura una presenza più capillare dell’ente locale su tutta l’isola. Nell’epoca di internet e della globalizzazione, francamente appare ormai anacronistico voler proseguire con lo stesso assetto territoriale di fine Ottocento: è superato dai tempi e, seguendo le logiche darwiniane, è opportuno assecondarne l’evoluzione. Detto questo, riteniamo che le imprese elbane da noi orgogliosamente rappresentate non siano affatto “dittarelle use ad amichevoli trattative con gli otto comunelli, per garantirsi pane e salame”, ma che operino quotidianamente con sacrificio e con dignità per sopravvivere in un momento di fortissima difficoltà economica. Parimenti, non ci risulta che le nostre amministrazioni comunali si lascino andare a misure protezionistiche, o facciano favoritismi di sorta verso le imprese locali: forse avverrà altrove, ma non certo qui da noi. Probabilmente il dr. Orsini si è lasciato prendere un po’ dall’enfasi, e gli sono scappate a nostro avviso delle espressioni piuttosto infelici, che non rispecchiano la realtà. Ciò non può tuttavia spostare il focus, sul quale gli elbani tutti sono chiamati a pronunciarsi. Questo è il momento del confronto civile, dell’approfondimento e della partecipazione attiva della cittadinanza, nella consapevolezza che è in ballo il nostro futuro e che si tratta di una scelta di cambiamento epocale.
Quando da un conto si fa un contadino di Dante Leonardi
Ogni tanto mi riguardo la campagna elettorale del comitato del si per il comune unico e mi sono imbattuto in un articolo apparso nel dicembre 2012 su di una testata locale dal titolo dipendenti, stipendi e contributi: ecco il comune dell’Elba ed in particolare mi ha attratto uno specchietto riassuntivo che per sicurezza sono andato a rivedere nelle slide propagandistiche sul sito del comitato.
Interessante è esaminare il rapporto di costi dei dipendenti comunali in rapporto ai cittadini e nell’insieme mi è sembrato che da un Conto si sia fatto un Contadino.
Con questo motto: Si risparmia, si risparmia mi viene da dire ma dove?
Con la nuova pianta organica (che hanno in testa i grandi soloni) la spesa per abitante sarà di Euro 312,14 e allora se mi ricordo bene le operazioni di aritmetica insegnatemi dalla Maestra Lucietta, i cittadini di Portoferraio che poi sono quelli con maggiore rappresentanza popolare, che oggi affrontano un costo annuo procapite di circa Euro 207,45 avranno un aumento di Euro 143,30, ovvero una famiglia di 4 persone avrà un maggiore costo annuo di Euro 573, 20.
Bene per i restanti comuni, si avrà un minor costo procapite dai circa 200 Euro per Rio nell’Elba e i 18,50 per Campo. Almeno con quei soldi, compenseranno in qualche modo le spese di trasporto, per quando, secondo le necessità, dovranno di recarsi nella Sede Centrale del comune per risolvere eventuali problemi.
Comune |
Segretari |
Dirigenti |
Cat. D |
Cat. C |
Cat. B |
Cat. A |
Tot. |
Pop. |
Dip. per mille abitanti |
Spesa totale |
Spesa per abitante |
Campo |
0 |
0 |
4 |
23 |
12 |
0 |
39 |
4.569 |
8,54 |
1.511.171 |
330,74 -18,60 |
Capoliveri |
1 |
0 |
11 |
21 |
9 |
0 |
42 |
3.805 |
11,04 |
1.829.332 |
480,77 -168,63 |
Marciana |
1 |
0 |
4 |
13 |
16 |
1 |
35 |
2.228 |
15,71 |
909.109 |
408,04 -95,90 |
Marciana Mar. |
1 |
0 |
4 |
10 |
6 |
1 |
22 |
1.953 |
11,26 |
889.465 |
455,44 -143,30 |
Porto Azzurro |
1 |
0 |
5 |
11 |
14 |
4 |
35 |
3.864 |
9,06 |
1.460.959 |
378,10 -65,96 |
Portoferraio |
1 |
3 |
16 |
24 |
29 |
0 |
73 |
11.671 |
6,25 |
2.421.191 |
207,45 +104,69 |
Rio Marina |
1 |
0 |
6 |
17 |
8 |
0 |
32 |
2.261 |
14,15 |
1.004.926 |
444,46 -132,32 |
Rio nell'Elba |
1 |
0 |
3 |
6 |
6 |
2 |
18 |
1.192 |
15,10 |
633.860 |
531,76 -219,62 |
Totale Comuni elbani |
7 |
3 |
53 |
125 |
100 |
8 |
296 |
31.543 |
9,38 |
10.660.018 |
337,95 |
Nova pianta organica Comune unico |
1 |
5 |
50 |
112 |
99 |
8 |
275 |
31.543 |
8,72 |
9.845.841 |
312,14 |
Ma se invece di questo Carrozzone, voluto dai professionisti della politica, si passasse ad una fusione territoriale del tipo:
Campo – Marciana – M. Marina |
Abitanti n° 8.750 |
Rio nell’Elba – Rio Marina – Capoliveri – Porto Azzurro |
Abitanti n° 12.222 |
Portoferraio |
Abitanti n° 12.030 |
Considerato che ogni realtà amministrativa sarà sotto i 30.000 abitanti, li si che si otterrebbe un bel risparmio specie per le spese dei politici . Consigli comunali più leggeri, stipendi di sindaco e giunta , piante organiche più contenute senza bisogno di particolari figure professionali costose per i cittadini
Comunque adesso pensiamo ad andare a votare e votare NO contro a questa proposta di legge e poi penseremo davvero a creare un assetto socio economico per il nostro territorio, secondo le aspettative della popolazione Elbana.
Risposta a Bargellini di Roberto Marini
Si rileva la necessità di fare alcune precisazioni in ordine alle considerazioni dell'imprenditore Marcello Bargellini pubblicate sulla stampa riguardanti i rapporti tra “gare” e Comune unico. Il tutto non solo per assicurare allo stesso una più ampia conoscenza dei fatti ma anche per contribuire a dare una corretta informazione agli elbani su questo argomento.
L'imprenditore riporta corrette notizie in ordine all'obbligo, per imposizione normativa, che hanno i Comuni di approvvigionarsi nell'acquisto di beni e servizi da CONSIP, organismo che assicura su tutto il territorio nazionale unicità di prezzi per lo stesso prodotto. Tale obbligo permarrà indipendentemente dalle dimensione dell'Ente e pertanto l'avventura del Comune Unico non produrrà alcun effetto.
Di contro l'imprenditore non tiene conto che i Comuni oltre che di beni e servizi reperibili in CONSIP si approvvigionano di altre prestazioni quali, per citarne qualcuna, i trasporti scolastici e non, le mense, le pulizie spiagge, le la gestione del verde, l’illuminazione pubblica, le manutenzioni territoriali in genere o di edifici, che vengono ordinariamente messi a gara.
I bandi delle gare sono strutturati per dare contenuto alle esigenze dei Comuni che, nell’ipotesi del “Comune Unico”, saranno dimensionati per dare risposte alle esigenze di tutto il territorio elbano e pertanto produrranno importi elevati con la partecipazione di un’imprenditoria avente organizzazione e spessore elevato, che probabilmente non è presente sulla nostra isola.
Pertanto Comuni più grandi, richieste maggiori e soprattutto maggiori “interessi”, anche non necessariamente elbani.
Non solo agli imprenditori “interessa lavorare e dare lavoro” ma anche a chi fa opposizione all'ipotesi di un comune unico per l'Elba.
Una bagarre intorno ad un problema che non c'è di Marcello Bargellini
Ho letto la polemica fatta da alcuni amministratori che sostengono tesi contrarie al Comune Unico, adducendo come motivazione che le ditte elbane avrebbero di che perdere dalla fusione dei comuni, soprattutto rispetto alla possibilità di partecipare a gare ed assegnazioni di lavori pubblici. Da imprenditore mi sento preso in giro quando un amministratore dei nostri Comuni dice queste cose, ma stiamo scherzando!! Ma quale tutela ci hanno dato con le regole attuali? Ogni volta che la Pubblica amministrazione deve acquistare un bene o un servizio, lo sanno tutti, è obbligata a rifornirsi su CONSIP, il sito ministeriale dove possono trovare di tutto, anche la carta igienica. Personalmente mi sono trovato, più volte, a parlare con gli amministratori di questo problema, e le risposte sono state "non possiamo farci niente siamo obbligati" e adesso, che bello, vengo a leggere che è cambiato tutto, gli amministratori da oggi possono interpretare le regole a nostro favore, ben venga, ma per favore non facciamo demagogia, le aziende sono allo stremo e non vogliono essere strumentalizzate per scopi politici.
Controllate le attrezzature nei vostri uffici, controllate i contratti della illuminazione del vostro territorio, controllate la carta per le vostre stampanti dove la comperate e poi venite a dirmi che le aziende dell'Elba vi interessano.
La vostra è solo una battaglia per il potere di quartiere non per gli interessi dell'Elba, proporre 3 comuni anzichè uno è semplicemente ridicolo, sono accostamenti solo di colore politico, ed una cosa ancora dovete capire, agli imprenditori non interessa il colore politico, interessa solo lavorare e dare lavoro!!.
Le frammentazioni all'Elba di Alberto Nannoni
L'acceso dibattito che si sviluppa attorno al referendum del 21 aprile è un fatto positivo anche quando i toni si alzano e merita una prima sintesi su uno dei nodi: la frammentazione dell'Elba. La "frammentazione storico-culturale" costituisce una nostra grande ricchezza, in essa risiedono le nostre radici ed i caratteri elbani. E' un prezioso patrimonio che non deve essere disperso nè esposto alla amalgamazione. Su questo concordiamo in toto con gli amici del NO. Nessuno di noi del SI progetta un'omologazione delle varie comunità elbane, nè nel progetto di un unico Comune ci sono elementi che possano indebolire le profonde ricchezze storiche che ciascun paese possiede e che costituiscono, tutte assieme, il grande patrimonio della comunità elbana. I municipi, parte integrante del progetto, ne sono la prova funzionale.
Esiste poi la "frammentazione tecnico-amministrativa". Questa non è una ricchezza bensì una onerosa tassa occulta. Tutti concordiamo nel dire che questo spezzatino esiste e costituisce un vincolo allo sviluppo armonico del territorio: ne ha convenuto anche Bosi nel convegno del 15 marzo scorso. Il nocciolo della differenza tra i sostenitori del SI ed i suoi contrari, in buona sostanza, si riduce alla scelta del modo migliore di superare questa impasse. Noi sostenitori della fusione proponiamo l'unico Comune come "ultima spiaggia" per superare con un sol coraggioso balzo questa paralizzante frammentazione. I nostri amici contrari individuano la soluzione (nuovamente!) nelle forme di gestioni associate o simili. Su questo ci troviamo in schietto disaccordo: dopo tutte le fallite prove esperite nel passato (Comunità montana, Unione dei Comuni entrambi liquidati) noi crediamo che questa ri-proposizione dei vecchi schemi associativi non abbia più alcuna residua credibilità. Quegli enti nel passato non sono mai riusciti ad esprimere le loro funzioni aggreganti. Quali novità oggi dovrebbero convincere gli elbani a ripercorrere nuovamente la stessa strada senza temere di ritrovarsi fra qualche anno alla casella di partenza come in un infinito gioco dell'oca? I sostenitori del NO non sanno darci ragioni convincenti e perciò crediamo che questa posizione mascheri il vero scopo di salvare dalla scomparsa una serie di poltroncine e strapuntini che danno piccoli poteri e grandi vanità a chi li occupa. Ciumei all'ultimo minuto ha giocato sul tavolo del dibattito anche la carta dei 3 comuni: perchè adesso sì e prima no? E' una chiara mossa elettorale per confondere gli elettori con facili promesse e ritardare ancora una seria riforma non più procrastinabile. E' giunta l'ora di cambiare il sistema e gli isolani possono farlo tutti assieme, il 21 aprile per due giorni avranno a disposizione la leva del comando assoluto. E siamo anche molto franchi con loro: non sarà un percorso facile nè indolore ma alla fine risolverà il problema dell'unità amministrativa dell'Elba con i suoi immutabili problemi comprensoriali.
Una terza frammentazione è quella "politica": essa resterà inalterata con l'avvento del Comune dell'isola d'Elba acquisendo però un enorme vantaggio. Questa frammentazione è oggi elemento frenante perchè causa di contrapposizione fra i comuni per motivazioni spesso solo ideologiche, portando a trascurare le reali problematiche del territorio; ma domani il Consiglio comunale unico, ove saranno presenti tutte le varie espressioni politiche, sarà il luogo naturale di sintesi delle varie e differenti spinte politiche senza poter però causare le odierne paralisi decisionali. Ne risulterà una forte spinta ad uno sviluppo come espressione bilanciata dalle varie ideologie, sarà una vera camera di compensazione delle differenti spinte per sbloccare gli ostacoli dell'attuale "federalismo" isolano.
Questa scelta richiede solo il coraggio di cambiare, ma agli elbani questa dote non è mai mancata.
Imprenditoria elbana e Comune Unico di Gabriele Orsini
Se qualcuno si doveva sentir offeso, caso mai erano le ditte così come le aveva descritte Marini che presentava il Comune Unico come lo spauracchio per le piccole ditte elbane che secondo lui non avrebbero avuto la capacità di partecipare e vincere gli appalti più consistenti del Comune Unico . Non ho bisogno di scolorire il mio intervento anche perché fu proprio Marini ai Vigilanti ad impedirmi di illustrare il mio punto di vista sui vantaggi che l’imprenditoria elbana avrebbe tratto dal Comune Unico . Ripeto e confermo : solo chi non guarda al futuro , alle associazioni d’impresa , alla ricerca di investimenti anche fuori dall’Elba , al contenimento dei costi sui servizi e soprattutto sull’energia , ai contributi regionali , nazionali e anche dell’Unione Europea per la fusione dei piccoli comuni, non comprende la grande opportunità che passa all’Elba con questa rivoluzione istituzionale e la creazione del Comune Unico Isola d’Elba. Un unico centro decisionale per avviare anche per le piccole imprese quelle sinergie per la semplificazione amministrativa , per la concorrenza , per il libero mercato e soprattutto per offrire occasioni di lavoro che purtroppo oggi con la spending revew i piccoli otto comuni elbani non sono più in grado di fornire a nessuno, né dell’Elba né del continente . E quelle piccole e grandi ditte così come gli albergatori e i commercianti e gli agricoltori lo hanno compreso così bene che sono stati loro a promuovere questo Comitato per il Comune unico che io indegnamente tento di coordinare , proprio contro quegli interessi che i Marini & c. vorrebbero continuare a difendere .
La Nostra identità si onora crescendo e superando i nostri limiti di Paola Mancuso
Il dibattito sul comune unico assume spesso toni tribali ed assolutamente non degni della serietà che si deve ad un tema così delicato e soprattutto ben lontani da quella reale presa di coscienza indispensabile per qualunque tentativo di dare “ricette” per il futuro.
Se solo chi interviene con veemenza nel dibattito si ponesse il dubbio di essere, per parte sua, corresponsabile dello stato di cose che affligge l’Elba su più fronti, forse sarebbe possibile comprendere che il problema della mancanza di una voce unitaria – principale rivendicazione del comitato del sì – nasce proprio dalla irrefrenabile tendenza a ricercare lo scontro anziché andare al cuore dei problemi.
Divisioni e contrapposizioni appaiono l’inevitabile copione di chi non ha una reale visione dei problemi né tanto meno delle soluzioni e proprio per questo stenta ad abbandonare il porto sicuro di una vecchia politica incapace di cambiare o – continuando la metafora – di affrontare il mare.
Questo teatrino di offese e richiami all’autarchia rischia peraltro – a prescindere dalla scelta sul futuro istituzionale dell’isola – di essere la nostra tomba: guai a tradurre il nostro senso di appartenenza a questa terra in un ostacolo al confronto, alla ricerca di qualità, ai percorsi di professionalizzazione di chi ha ancora voglia di dare qualcosa al futuro di questa isola e scommette sulla sua competitività.
Onorare le nostre radici significa saper superare i nostri limiti e far sì che le nostre potenzialità divengano la realtà che meritano di essere.
Il Comune Unico rafforzerbbe le imprese di Michele Rampini
Roberto Marini prende spunto dall’articolo di Gabriele Orsini per gettare un’ombra sinistra sul Comitato per Si al Referendum Consultivo sul Comune dell’Isola d’Elba. Alcuni passaggi dell’articolo di Orsini sono senza dubbio coloriti com’è nel suo stile, ma fotografano una realtà che non sarà solo pertinente all’Istituzione di un unico comune, bensì è già una caratteristica peculiare della nostra economia. Le Ditte che tutt’ora operano sulla nostra Isola, rispetto a molte di quelle che operano sul continente, sono non medie, ma piccole o piccolissime imprese; definirle come tali ovviamente non significa certo disprezzarle, ma prendere atto di una loro dimensione e capacità operativa. Tale dimensione ridotta non consente, nella stragrande maggioranza dei casi, di dare seguito a commesse da parte delle attuali Amministrazioni comunali, non avendo neppure le stesse, ad eccezione di Portoferraio, un Albo delle Imprese come la norma impone. L’invito di Marini alle Associazioni di categoria, in particolare quella degli Artigiani, ma non solo, di contestare le espressioni di fantomatico disprezzo, è dunque assolutamente fuori luogo. Piuttosto la missione sarebbe quella di favorire consorzi di imprese che possano avere sia la forza, sia le economie di scala tali da consentire una reale concorrenza con le imprese del continente. Questo non solo in merito all’acquisizione di commesse importanti da parte delle Amministrazioni, ma anche per beneficiare di un migliore accesso al credito bancario, là dove gli istituti di credito potrebbero avere maggiori garanzie per la dimensione delle imprese che lo richiedono. L’istituzione del Comune dell’Isola d’Elba, poi, agirebbe senza dubbio da formidabile volano proprio per spingere le nostre piccole Ditte a costituire consorzi o società temporanee per assolvere al compito di sviluppare veramente la nostra economia in tempi così difficili, essendo l’allentamento dei vincoli di stabilità uno dei benefici riconosciuti alla fusione di Comuni che dunque libererebbe risorse per investimenti in servizi e strutture urbanistiche. Questo beneficio sarebbe anche susseguente ad un auspicabile unico piano regolatore con regolamenti attuativi uguali in tutto il territorio elbano che consentano alle imprese di sfuggire ai pesantissimi vincoli burocratici tutt’ora esistenti negli otto ambiti territoriali in cui è divisa l’Isola, pur avendo essi requisiti uguali e conformi per caratteristiche economiche e geografiche, un requisito fondamentale ed indispensabile per un governo unitario nelle numerose materie comprensoriali le cui criticità sono oggi molto più evidenti di quanto lo fossero solo qualche anno fa. Il Comitato per il Si al Referendum sulla costituzione del Comune dell’Isola d’Elba sogna ed auspica questa nostra rivoluzione culturale e civile senza lanciare anatemi contro nessuno, come qualcuno ci accusa inopinatamente, invitando tutti i cittadini ed imprenditori ad una riflessione su come possiamo diventare i migliori artefici del nostro futuro.
Beppe Tanelli su Comune Unico: "Non si deve avere paura del cambiamento. Bisogna essere il cambiamento"
Il 21 di aprile gli elbani saranno chiamati ad esprimersi per l’istituzione del Comune Unico. E’ la prima volta nella storia dell’Elba che i suoi cittadini possono decidere sulla organizzazione amministrativa dell’Isola.
Il dibattito sulla fusione degli attuali otto Comuni è un tema centrale sul quale è avviato un salutare confronto in cui si presentano aspetti culturali e pratici . Si tratta di sostituire un insieme di identità locali stratificate dalla storia e da oltre un secolo organizzate negli attuali Comuni, con una sovraordinata identità elbana organizzata in un unico Comune . Un Ente in grado di riunire e fare massa critica delle enormi potenzialità di energie e di risorse racchiuse nell’Elba, per affrontare le sfide di un mondo globalizzato in un momento di particolare delicatezza economica e politica per l’Italia.
Io mi immagino di vedere l’ Elba del futuro prossimo attraverso le bellezze dei suoi paesaggi e del suo mare, della sua storia, delle sue tradizioni e della sua antica ospitalità, coniugate in un sistema amministrativo in grado di realizzare meccanismi di semplificazione burocratica, potenziamento dei servizi, salvaguardia e valorizzazione sostenibile del territorio e delle sue tradizioni. Un sistema che ponga al centro degli interventi il lavoro e la qualità della vita, sociale e culturale, drenando e promuovendo investimenti sull’ecoturismo, la manutenzione del territorio, l’agroalimentare, l’innovazione digitale e la green- technology. Dare lavoro, speranza e potere ai giovani, affinchè non emigrino. L’Elba è ben poca cosa senza il lavoro, la bellezza e la speranza.
Con il Comune Unico si eleggerà un solo Sindaco e un solo Consiglio Comunale, Essi dovranno sentire interamente l’onore ed il peso di rappresentare e di essere la voce di tutta l’Elba. Si dovranno spuntare per sempre le armi spuntate del cinismo, del vittimismo e della rassegnazione che troppo spesso emergono ogni volta che si prova a ragionare di politica ed istituzioni, in questa Elba depredata, che invece ha bisogno di politica capace ed amministrazione efficiente.
Non si deve avere paura del cambiamento. Bisogna essere il cambiamento.
Le dichiarazioni di Orsini sul CU commentate anche da Bertucci
Premetto che fino ad oggi non sono mai intervenuto sull’argomento Comune Unico, nonostante avessi espresso il mio NO più volte in alcuni incontri e riunioni.
Mi sento però costretto a farlo visto l’intervento a gamba tesa fatto da Orsini il quale, fra le sue parole su come sarebbe bello il “Comunone” come lo chiama lui, offende a più riprese gli Elbani e la piccola imprenditoria. Usando anche delle parole poco chiare e che possono essere fraintese.
Caro Orsini, l’imprenditoria locale non fa trattative amichevoli private negli otto “Comunelli” le quali garantirebbero pane e salame a tutti; non mi sta bene sentire offendere i nostri concittadini e mi meraviglia come le Associazioni di categoria che sono a favore del Comune Unico lascino offendere i loro assistiti da un personaggio al quale l’Elba non deve nulla.
Anche un’altra frase il Dott. Orsini se la poteva risparmiare, quando allude al Gasdotto che non approdapiù all’Elba: lui dice “così i nostri bombolai erano salvi” .Direi che queste allusioni e queste frasi sono vergognose quando sono espresse dal Responsabile del Comitato Pro Comune Unico. Mi auguro che le Associazioni di categoria prendano distanza dalle parole dette da Orsini, e chiudo invitando tutti i cittadini contrari al Comune Unico ad andare a votare al referendum in modo da non dare la possibilità a questo signore di continuare a bazzicare la nostra Isola.
Rinnovarsi per non perire di Lorenzo Marchetti
Come si fa a opporsi al comune unico con questi chiari di luna? Sappiamo che entro il 31 dicembre di quest’anno, in forza alle gestioni associate obbligatorie, i piccoli comuni perderanno definitivamente le loro funzioni fondamentali e, già da oggi, quei dipendenti che vanno in pensione non possono essere sostituiti, se non in misura ridottissima. Come faranno allora gli otto comunelli senza soldi, senza le competenze fondamentali e senza personale, farsi carico dei bisogni delle persone? Ci resta un’unica strada: affidarsi al Comune unico. Anche perché ci è stato garantito come, con il Comune dell’Isola d’Elba, avremo un municipio in ogni vecchio comune e nelle principali frazioni, coi i propri organi rappresentativi, e quindi sussisteranno quei servizi essenziali che continueranno a essere più vicini ai cittadini dei paesi maggiori e lo diverranno per quelli dei piccoli centri
Roberto Marini: No al Comune unico
Con un po' di pazienza la verità finalmente viene alla luce: non solo non ci saranno vantaggi economici dalla fusione a freddo; ora Orsini, presidente e quindi rappresentante di tutti quelli del si, nel suo ultimo intervento, si confessa e confessa il vero obbiettivo che si nasconde dietro il progetto comune unico: dare il controllo dell'Elba a poche persone e aprire le porte alle grandi ditte del continente, magari collegate all'apparato toscano, per lasciare le briciole alle ditte locali. D'altronde, come dice Orsini , le ditte elbane sono "dittarelle" da "pane e salame" e l’imprenditoria elbana é "usa alle amichevoli trattative private degli otto comunelli". Accuse gravi, offensive e oltre. Accuse che certamente le nostre ditte, specialmente in questo grave momento di difficoltà, non si meritano. Accuse che fanno trasparire il disprezzo per un territorio e i suoi cittadini.
Non importa se la nostra economia é fatta di medie e piccole imprese, non importa se sono frutto della fatica e del lavoro delle famiglie elbane, possono tranquillante chiudere; i tempi sono cambiati e perché l'Elba sia al passo con i tempi é necessaria una "globalizzazione" che produrrà in piccolo gli stessi effetti avuti nel nostro Paese: i ricchi diventeranno sempre più ricchi e il piccolo, già in difficoltà , scomparirà ......... pazienza! Ma noi non siamo disponibili ad accettare tutto il disprezzo espresso dal Presidente del Comitato del si, che vuol raccogliere consensi con toni minacciosi e arroganti; che chiama, in senso altamente dispregiativo, nostre ditte storiche impegnate nella distribuzione del gas : " bombolai del gas"; ma che ruolo hanno in questa partita le associazioni di categoria ? Noi vogliamo ritenere che non condividano tali affermazioni, così come speriamo che, immediatamente e pubblicamente, si dissocino e insorgano a difesa di chi rappresentano. Diversamente c'é veramente qualcosa che non torna.