Il porto di Portoferraio ha subìto negli ultimi anni delle grandi trasformazioni, tant'è che se prima, seduto al tavolo di un bar sotto i portici potevi vedere il mare, adesso non lo vedi più.
Tre enormi piazzali asfaltati, assolati e inutilizzati per 330 giorni l'anno sono già stati realizzati e adesso se ne vuole costruire ancora uno, grande "un po' meno di un campo di calcio" (parole di Zini), in pieno centro storico di fronte alle Mura delle Fortezze.
In un articolo di Italia Nostra, la Presidentessa Cecilia Pacini definisce il suddetto "ampliamento funzionale" come "il più grosso scempio per la città dopo gli altiforni", e il Sindaco Zini si attacca a questa frase per ridurre ogni altra motivata e articolata obiezione ad una banale quanto superficiale risposta: "è un'esagerazione".
Gli è piaciuta tanto questa stigmatizzazione che, non solo ci ha aperto la riunione con le associazioni di lunedì scorso ma l'ha ripetuta anche il giorno dopo in conferenza stampa.
Se come afferma Zini le tonnellate di cemento buttate a mare per ridisegnare il porto non costituiscono il colpo più grosso inferto al paesaggio di Portoferraio, qual è secondo lui l'obrobrio peggiore che le amministrazioni Portoferraiesi sono riuscite a produrre dal dopo guerra ad oggi?
Probabilmente i due orrendi "grattacieli", che trovano comunque un'attenuante nel fatto che siano stati progettati più di 60 anni fa, quando ambientalismo e bioarchitettura non esistevano neanche sottoforma di parole.
E poi? Quale altra stratosferica bruttura è stata compiuta ai danni della città? Sì, certo, la Gattaia è un bel troiaio, ma paragonarlo agli altiforni proprio non si può...
Oddio! La zona industriale alle Saline non fu certo una genialata e anche se si parla di un progetto (?) d'altri tempi, si aggiudica con merito il secondo posto nella graduatoria dei disastri degli ultimi 70 anni.
Oltre a questo, oltre ad una serie di piccole oscenità, non riesco a trovare nient'altro di così impattante e invasivo quanto il riadattamento del nostro porto.
Terzo posto nella classifica quindi? Non direi, in quanto tutta questa assurda e paradossale cementificazione la si vorrebbe realizzare oggi, nel terzo Millennio, con l'aggravante di voler ignorare quella coscienza ambientale di cui non possiamo più fare a meno. In un periodo storico in cui ormai si dovrebbe aver capito che per rispettare l'isola è necessario cambiare drasticamente direzione, sostituire le auto con la mobilità, i parcheggi con i parchi e il turismo mordi e fuggi con il turismo culturale, ambientale, sportivo, gastronomico etc. etc. etc. l'urgenza è abbandonare per sempre il retaggio di una mentalità politica anni '80 e puntare tutto sul recupero, la salvaguardia e la valorizzazione.
Era dunque molto più vicina al vero Cecilia Pacini nella sua catastrofica definizione del progetto, di quanto non lo fosse il Sindaco nel definire addirittura "estremisti" tutti coloro che non vorrebbero assolutamente vedere la città ulteriormente deturpata.
Ciò che mi auguro è quindi che Zini rinunci alle adulazioni dell'Autorità di Sistema e inizi a sviluppare una visione e un progetto di città più idonee ad una realtà fragile come la nostra.
Tatiana Paolini