Sembra essere tornata “la bonaccia” nel dibattito in corso sul Comune unico dopo la tempesta provocata dal Coordinatore del Comitato del si Gabriele Orsini con parole interpretate dai fautori del “NO” come offensive nei confronti degli Amministratori e delle Imprese locali. Parole certo un po’ colorite quelle usate da Orsini, ma che non esprimevano, se lette con occhi non annebbiati da animosità polemica, alcuna intenzione di offesa. Del resto le Associazioni delle categorie economiche hanno, come dire, “assolto” Orsini e confermato la loro convinta e decisa volontà di andare avanti per la strada intrapresa della unificazione politica ed amministrativa. Uniti si potrà più facilmente superare l’attuale momento di crisi e porre le condizioni per una solida crescita; divisi, “ingabbiati” in sterili politiche municipalistiche, avremo sempre meno risorse economiche e saremo quanto mai deboli nei rapporti con
Il prossimo 21 aprile gli elbani sono chiamati in sostanza a scegliere tra la debolezza della divisione e la forza dell’unità; a decidere se continuare ad affidare il destino dell’isola ad otto piccole Amministrazioni che molto spesso, come è storicamente assodato, non riescono a dialogare e a cooperare tra loro per la diversità del colore politico oltre che per futili motivi di campanile o inaugurare,invece, una nuova stagione, aprire una nuova pagina di storia. E se dal 21 aprile cominciassimo a sentirci un po’ meno capoliveresi, riesi, campesi…….. e un po’ più elbani, la nostra storia la cambieremmo davvero e vedremmo ben presto gli effetti positivi di un tale miracoloso cambiamento.
Certo, fatto il Comune unico, sarà compito dei primi Amministratori dell’Elba unita riorganizzare sul territorio i servizi amministrativi con l’obiettivo di non allontanare l’Amministrazione dalla gente. Non sarà indubbiamente un compito facile, ma dobbiamo accettare la sfida. L’istituzione dei Municipi negli ambiti territoriali corrispondenti ai vecchi Comuni con gli Uffici che dovranno continuare ad occuparsi di tutti quei servizi a cui è maggiormente interessato il cittadino ( lavori pubblici, edilizia privata, servizi anagrafici, sociali, scolastici…..) contribuirà a rendere agevole la strada intrapresa.
Dal fronte del no si annunciano “catastrofi” che hanno tutta l’inconsistenza di enormi “panzane” inventate da chi cerca disperatamente di trovare qualunque pretestuoso argomento per ostacolare la nascita del Comune dell’Elba. Si vuole diffondere il timore che verranno cancellate le storie e le tradizioni locali. Che non ci saranno più le feste della castagna a Poggio, dell’Uva a Capoliveri o le feste patronali. Ma per cortesia siamo seri! La fusione delle 8 Amministrazioni significa solo e soltanto riorganizzazione istituzionale ed amministrativa di un territorio. Ciascuna comunità potrà, quindi, continuare a curare la propria identità storica e culturale; mantenere vive le proprie usanze, grazie soprattutto, come è sempre accaduto, all’impegno di Comitati ed Associazioni. Forse che la convivenza sotto una sola Amministrazione comunale ha fatto scomparire le contrade di Siena o i quartieri di Firenze? E molti altri Comuni in Italia, piccoli e grandi, non hanno quartieri o rioni in eterna competizione tra loro e gelosi delle proprie identità?
Un’altra “panzana” è quella con la quale si cerca di intimorire gli Imprenditori locali. Il Grande Comune, si dice, partorirà solo “grandi appalti” e quindi gli Imprenditori saranno penalizzati. Ma sarà davvero così? Il Comune dell’Elba avrà bisogno di appaltare lavori e servizi di piccola o grande consistenza economica, niente più e niente meno di quanto succede ed è sempre successo anche negli attuali 8 Comuni. Rio nell’Elba ha recentemente affidato ad una Cooperativa elbana alcuni lavori di modesta entità per la manutenzione di due strade del centro abitato e al tempo stesso ha dato in appalto, con la pubblicazione di un bando di gara, il rifacimento della rete della pubblica illuminazione; per un corrispettivo di oltre 400 mila euro ad una Impresa non elbana.Esiste un Codice per gli appalti che tutti i Comuni devono rispettare. Quel Codice li obbliga a bandire gare pubbliche; a dare la massima diffusione ai bandi e quindi è molto facile che ad appalti di un certo valore siano interessate anche Imprese del continente.. Sfido i Sindaci del “NO” a negare che i loro Uffici sono riusciti ad affidare lavori o servizi soltanto ad Imprese dell’Elba.
Piuttosto, che si faccia o no un solo Comune, è auspicabile che le nostre Imprese si “attrezzino”; si dotino di quei requisiti tecnici ed organizzativi che sono necessari per concorrere anche a gare di importo a base d’asta piuttosto consistente. Torno all’esempio di Rio Elba. Alla gara per la pubblica illuminazione abbiamo dovuto invitare solo Ditte del continente, avendo constatato, a malincuore, che all’Elba non ce n’era una che avesse i requisiti richiesti dalla legge.
Addossare allora a chi sostiene la necessità di una radicale semplificazione dell’attuale, “sovraffollato” sistema istituzionale la responsabilità di non fare gli interessi delle Imprese elbane è quanto mai fuori luogo. Preconizzare disastri economici equivale a gridare al lupo al lupo anche se il lupo non c’è. Non voglio pensare che lo si sappia e che si preferisca gridare lo stesso. In ogni caso prima di spalancare la bocca almeno si rifletta e ci si documenti.
Giovanni Fratini Assessore al Comune di Rio nell’Elba