Il Sindaco di Portoferraio inaugura la stagione delle dirette risposte alla cittadinanza, con l'invio nella tarda serata di lunedì di tre distinti comunicati su tre diversi argomenti ma trasmessi unitamente.
Ne diamo conto riportando la loro integrale versione e senza commentarli, riservadoci comunque di tornare a breve sulle questioni trattate, per esprimere altre considerazioni:
Pini di San Giovanni: nessuna tregua, nessuna concessione, intanto si tagliano, il piano del verde poi si farà.
Era abbastanza scontato che, dopo l’assemblea pubblica del 15 novembre, la questione che maggiormente avrebbe destato attenzione sarebbe stata la notizia dell’abbattimento dei pini sul viale di San Giovanni annunciata dal Sindaco. Ad essere sinceri, però, non si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Se ne parla già dalla campagna elettorale durante la quale la lista Cosmopoli Rinasce non ha fatto mistero di voler intervenire in quel contesto.
Lo stesso Sindaco lo ha più volte ribadito in incontri pubblici ed anche in Consiglio Comunale.
Alcune precisazioni a Legambiente e ad altri che hanno fatto conoscere la loro opinione. Intanto i 116 alberi di San Giovanni dovranno essere rimpiazzati con molte più piante su tutto il territorio proprio in virtù di quel Piano del Verde e Piano di Gestione del Verde che proprio l’Associazione ambientalista richiede. E Legambiente lo sa bene avendo partecipato, unica associazione insieme al comune, al forum giovanile e alla scuola indirizzo agrario, alle riunioni preparatorie per dare il via a quei Piani. Bisogna lavorare su più livelli e con tempistiche diverse.
Il Piano del Verde dovrà far parte della pianificazione urbanistica, ne dovrà essere elemento importante, seguirà i tempi di quella Pianificazione. Nel contempo, sulla base degli indirizzi condivisi, si dovrà intervenire su situazioni specifiche con un piano di gestione del verde che comprenderà interventi tipo quello a San Giovanni.
Poi non è del tutto vero che non ci siano studi sulla situazione degli alberi del nostro territorio e anche sui pini di San Giovanni. Esistono mappature commissionate ad agronomi dalla precedente amministrazione e anche da parte dell’ufficio tecnico che ci consegnano una situazione piuttosto seria con necessità di interventi celeri per problemi legati alla sicurezza non solo a San Giovanni, peraltro. In molte occasioni si tratta di intervenire su piante che hanno concluso il loro ciclo vitale.
Non ci sfugge, ovviamente, il grande valore ambientale che i pini del viale di San Giovanni rappresentano ma neanche si possono definire con superficialità i rischi che gli stessi producono per la sicurezza e l’incolumità pubblica non solo per il pericolo di cadute ma anche per il dissesto continuo del manto stradale da parte delle radici.
E, se si vuole realizzare un progetto importante su quel tratto di strada con illuminazione pubblica, zona pedonale e ciclabile, lo spazio non c’è se si mantengono i filari come adesso.
Infine sul valore monumentale lasciateci qualche dubbio. La stessa Legambiente parla di piantumazione di una sessantina di anni fa, ci sono foto dell’epoca bellica che ritraggono la piana di San Giovanni con la strada assolutamente priva di qualsiasi alberatura….i monumenti hanno storie un po’ più lunghe.
Tuttavia il confronto che si è aperto proseguirà ma chiediamo a tutti i soggetti di non farsi suggestionare da chicchessia, né lasciarsi prendereda smanie di tuttologia. Siamo d’accordo, usiamo tutti saggezza e prudenza.
Il palazzo Coppedè è davvero un problema serio per la città.
Lo è per gli aspetti di recupero storico ed edilizio dell’immobile e lo è anche per gli aspetti di degrado sociale che in esso purtroppo si evidenziano. Ci meraviglia un po’ quindi che l’ex sindaco ed ex assessore esterno Claudio De Santi abbia esternato recentemente alcune considerazioni piuttosto contraddittorie. Afferma che l’intervento un po’ spettacolare fatto a fine mandato della precedente amministrazione insieme all’allora Sindaco Ferrari aveva l’intenzione di porre il problema all’attenzione dell’opinione pubblica e (sic!) alla nuova amministrazione che di lì a poco sarebbe subentrata per affrontarlo con decisione.
E, ancora, sostiene che siccome la nuova amministrazione è di sinistra difficilmente questo accadrà. Strano modo di raccontare la storia.
La domanda sorge spontanea: ma perché non ci ha pensato lui e l’Amministrazione Ferrari durante tutta la precedente consiliatura? Suo compito e quello dell’Amministrazione di cui ha fatto parte era di produrre atti o iniziative finalizzate a superare lo stato di degrado e non segnalarlo a chi sarebbe venuto dopo. Concordiamo tuttavia che la situazione è molto complessa, che intervenire su quell’immobile è complicato, che per superare le sacche di degrado sociale che vi sono all’interno necessita un grande lavoro e impegno del comune, dei servizi sociali, delle Forze dell’Ordine, del volontariato cittadino. Peraltro, ciò che succede al Coppedè non è un fatto isolato. Ci sono altri luoghi su cui l’attenzione è alta e costante.
Abbiamo iniziato ad aprire un tavolo di confronto e di collaborazione con tutti i soggetti coinvolti per cercare di costruire risposte risolute ma anche fortemente solidali. Si perché vede Dott. De Santi, anche se la nostra non è propriamente un’amministrazione di sinistra come lei la intende, questo è il solo modo e il solo metodo che conosciamo per governare la cosa pubblica.
Alcune precisazioni al Dott. Camici circa le sue considerazioni sulla situazione debitoria del Comune di Portoferraio.
Ci dispiace contraddirlo ma il Comune di Portoferraio non è affatto indebitato anzi vive una situazione molto positiva da questo punto di vista.
I residui debiti per mutui e finanziamenti, compresi la parte ereditata dalla disciolta Unione dei Comuni, è effettivamente quella esposta nel DUP 2019-2021 che porta aduna quota procapite di circa 558,00 euro a cittadino residente nel 2019. Secondo i dati MEF relativi all’indebitamento degli Enti locali e territoriali al 30\09\19 in Toscana la quota procapite era di circa 1.134,00 euro e a livello nazionale circa 1.812,00.
Quindi come si vede i cittadini portoferraiesi possono stare tranquilli. Peraltro c’è da dire che da molti anni (oltre dieci) il Comune di Portoferraio non ha più stipulato alcun mutuo realizzando le opere e i lavori con risorse proprie, oppure con finanziamenti comunitari, statali o regionali.
Semmai questo Comune, come ho ribadito in più occasioni anche pubbliche, ha il problema inverso: quello di investire e spendere le risorse che si sono accumulate in questi ultimi anni negli avanzi di amministrazione.
Non c’è in sostanza bisogno, in questa momento, di assumere mutui, bisogna spendere prima le risorse disponibili.
Per far questo occorre procedere speditamente nella direzione che abbiamo intrapreso: più organizzazione, più efficienza degli uffici e soprattutto progettazione. Questa è una delle nostre priorità più urgenti.
Angelo Zini
Sindaco di Portoferraio