I sette comuni elbani portano a cinque euro il contributo di sbarco per chi arriva a Portoferraio.
Lo rendono noto attraverso un comunicato privo di argomentazioni che giustifichino quel balzello e privo di indicazioni sull’utilizzo dello stesso.
La decisione avrebbe dovuto, sul piano del metodo e considerata la delicatezza dell’oggetto da maneggiare, prevedere preliminari onfronti tra i comuni ed il mondo produttivo e sociale.
Tutti a dire: -bisogna ascoltare- per poi andare tutto di un fiato all’arrivederci e grazie.
Quando si prendono decisioni che hanno un impatto rilevante per l’economia turistica e non si discute con i soggetti organizzati, significa, oltretutto, mortificare un metodo di relazioni tra le Parti, che sarebbe, invece, più funzionale all’interesse generale del territorio. Si viola sistematicamente la saggia regola del confronto.
Possibile che forze produttive e sociali non riescano più ad essere ascoltate e chiamate a siglare accordi territoriali con le istituzioni?
In tempi di vacche magre (voglio ricordare il calo delle presenze del 2019, la diminuzione del fatturato delle imprese alberghiere, la riduzione dei pernottamenti e la contrazione della stagione turistica) è inopportuno aumentare quel contributo.
Tutti a lamentarsi del caro traghetti e poi si prende una decisione di questo profilo? Ma dove sta la coerenza, dove sta la politica, dove sta una semplice analisi che avrebbe suggerito almeno semplici interrogativi?
Non saranno soddisfatti i “tifosi del comune unico” che non avrebbero fatto mancare la loro voce, nel caso non ci fosse stata la non unità di intenti. In questo caso le sette istituzioni gli hanno tolto, pensando e agendo unitariamente, il terreno sotto i piedi. Il vero problema, allora, su cui interrogarci, anche in questo caso, è il merito della scelta, che avviene in un contesto di turismo elbano in difficoltà, e non sul numero dei comuni.
Dovrebbe venire spontaneo chiederci (per la verità anche a misura non ritoccata), cosa si mette a disposizione degli ospiti per giustificare l’aumento del contributo di sbarco?
Così come è stato determinato, senza essere accompagnato invece da opportune e chiare scelte, lo si interpreta solo come una opportunità per avere più risorse.
Nel turismo si assiste alla rinuncia delle vacanze medio-lunghe ed anche a brevissimi svaghi, e noi non troviamo di meglio che aumentare il contributo di sbarco? Poi, magari, appena scesi dalla nave ci si trova di fronte a strade dissestate… colonne di auto
nei periodi di punta. Questi due semplici esempi, servono per dire che prima dell’aumento sarebbe utile pensare ad interventi preliminari che sono punti nevralgici dell’accoglienza.
La differenziazione dei tre euro e cinquanta del passaggio Piombino, Rio Marina, Cavo è stato solo un modo per arrivare ad un voto unitario per far passare il tutto, considerato che il sindaco di Rio si è sempre espresso in maniera contraria all’aumento fino a cinque euro.
Senza pensare e pesare, però, che la scelta dell’aumento a cinque euro per arrivare a Portoferraio potrebbe far perdere l’intera isola.
E’ possibile arrivare ad un ripensamento?
Giovanni Frangioni