Su questo argomento, quando l’Elba è isolata con traghetti fermi e porto di Portoferraio chiuso con un’ordinanza della Capitaneria, il dottor Bruno Maria Graziano, massima autorità sanitaria del nosocomio di Portoferraio in quanto direttore del presidio ospedaliero, è stato interrogato dal giornale online QUInews.
Ha detto che “in caso di emergenza derivata da maltempo ma anche in altri casi come ospedale abbiamo messo in piedi una specie di Unità di crisi per gestire i vari problemi che si presentano”.
“Per quanto riguarda invece l’emergenza – continua il dr Graziano - l’azienda si è comunque data un protocollo che prevede che anche all’Elba come in altre zone centrali d’Italia come Firenze o Roma ai pazienti sia garantito lo stesso livello per l’emergenza-urgenza. Ci sono 7 livelli in questi casi di cui il primo è l’attivazione dell’elisoccorso del 118, ma attraverso accordi e protocolli con prefettura, guardia costiera etc..si possono attivare altri mezzi nel caso sia inevitabile trasferire i pazienti, il massimo livello è quello dell’intervento degli elicotteri militari. In ogni caso siamo pronti ad attivare speciali protocolli all’interno dell’ospedale”.
Ringrazio il dr. Bruno Maria Graziano per queste dichiarazioni che tendono a rassicurare. Sono particolarmente interessato a ciò che dice il direttore in quanto potenziale utente. Sono infatti affetto da un fattore di rischio per malattia che è immodificabile: l’età avanzata. Con una battuta dico che è meglio che sia così, peggio sarebbe se non ne fossi affetto.
Proprio per questo non mi accontento di dichiarazioni scritte in poche righe.
Non credo che ostino vincoli di riservatezza.
Chiedo al direttore del presidio ospedaliero di Portoferraio:
1) Quali e quante figure professionali costituiscono l’Unità di crisi messa in piedi in caso di emergenza derivata da maltempo;
2) Che cosa prevede il protocollo che l’azienda si è data per l’emergenza- urgenza;;
3) In che cosa consistono i 7 livelli di cui fa cenno.
Marcello Camici