Gli ultimi eventi ci pongono davanti alla possibilità di un'estensione della Terza guerra mondiale attualmente combattuta a pezzetti. Nelle ultime ore assistiamo all'azione degli Usa in Iraq (con le ripercussioni sui già pessimi rapporti con l'Iran) e all'appoggio militare turco ad una delle due parti in conflitto nella Libia. Antiterrorismo e stabilità nel nord Africa costituiscono il paravento, atto a distrarre, per il possesso delle risorse energetiche, dal petrolio mediorientale al gas del Mediterraneo.
Certamente, i Paesi che si contrappongono nelle due regioni potrebbero dar vita ad un ampio coinvolgimento di altri Stati, compresi quelli europei.
75 anni fa Hiroshima e Nagasaki furono il luogo di sperimentazione di una guerra diversa, in senso qualitativo, quella nucleare.
E' un anniversario che dovrebbe costituire un argine ad ogni avventura in quella direzione. Invece, la situazione spinge in senso opposto. Oggi nel mondo ci sono circa diecimila testate nucleari detenute da nove potenze atomiche: Russia (4300 testate), Stati Uniti (4000), Francia (300), Cina (270), Regno Unito (215), Pakistan (140), India (130), Israele (80) e Corea del Nord (20-25).
L'umanità è seduta su questa polveriera.
In Italia si parla di 70 atomiche americane dislocate ad Aviano e a Ghedi.
Nei giorni scorsi, come hanno reso noto solo pochi giornali (Il Gazzettino, Il Fatto quotidiano e il Manifesto, che ha ripreso una nota di Rifondazione comunista - Sinistra europea del Veneto), gli Usa si appresterebbero a trasferire armi atomiche dalla Turchia (Incirlik) ad Aviano, il governo italiano ha parlato di notizia priva di fondamento, ma diverse sono le dichiarazioni di esperti Usa. Il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha chiesto al governo di esprimersi e, nel caso, di parlamentarizzare il problema perché, se fosse vero, l’Italia verrebbe "trasformata nel maggiore deposito di armi nucleari d’Europa".
Insomma, una situazione drammatica. Per farsene un'idea, si potrebbe consultare uno studio di cinque anni fa del governo austriaco, riportato nel comunicato della forza di sinistra guidata da Maurizio Acerbo, che simula un'esplosione nucleare da 250kt ad Aviano, con 240 mila vittime, che potrebbero essere ridotte di due terzi se la popolazione avesse efficienti rifugi antiatomici.
A novembre scorso, al Memorial di Hiroshima, dopo aver ascoltato le testimonianze dei superstiti dell'esplosione atomica, Papa Francesco ha tuonato contro il nucleare dichiarandone immorale non solo l'uso ma anche il possesso (e di conseguenza la progettazione e la fabbricazione). Queste le sue parole: "Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo".
Parlarne è già diffondere consapevolezza, affinché azioni seguano. Una di queste è l'appoggio a quelle realtà sociali che stanno spingendo affinché l'Italia aderisca al Trattato per la proibizione delle armi nucleari, approvato dall'Onu il 7 luglio 2017.
Si veda, per esempio: facciamo-firmare-allitalia-il-trattato-di-proibizione-delle-armi-nucleari/ oppure mozione al Senato.
Nunzio Marotti