Non è mia intenzione fare polemica circa i provvedimenti presi o non presi dai Sindaci elbani in relazione all'epidemia da Coronavirus cha sta diffondendosi in modo molto preoccupante.
Ad oggi, infatti, sono 1835 i casi risultati positivi, di cui 927 in isolamento domiciliare, 742 ricoverati con sintomatologia e 149 in terapia intensiva; il numero dei decessi è purtropp salito a 52.
In Toscana i casi accertati sono 12.
La cronaca quotidiana riporta episodi di ghettizzazione verso gli Italiani, chiaramente sintomatici della paura di diffusione dell'epidemia: la Delta e l'America Airlines hanno chiuso i voli da e per Milano, alla nave da crociera MSC Meraviglia non è stato consentito nemmeno l'attracco in Giamaica ed alle Isole Cayman; 17 paesi stranieri hanno vietato l'ingresso agli Italiani.
Purtroppo anche durante il periodo di incubazione, i portatori, sebbene asintomatici possono diffondere e trasmettere il virus anche se involontariamente ed a loro insaputa; è impossibile individuarli.
Ecco che è allora la prevenzione l'unica anna efficace per il contcnimento dell'epidemia; e per prevenzione si deve intendere anche e soprattutto di evitare, per quanto possibile, la promiscuità ed il contattocon soggetti al di fuori della nostra realtà e mi riferisco in particolare alla nostra realtà elbana che , ad oggi, è indenne da qualsiasi manifestazione riferibile a contagio da COVID 19.
Senza voler creare allarmismi, questa è una situazione in cui non si scherza e che richiede ogni possibile attenzione sempre con buon senso ed intelligenza.
Di pari passo alla valenza sanitaria, senz'altro prioritaria, è indispensabile valutare anche le gravi e possibili ripercussioni sull'economia turistica; ne abbiamo già pesentissimi segnali negativi.
Sono convinto che basterebbe un caso elbano di infezione da coronavirus per decretare la morte della stagione turistica 2020 con conseguenze inimmaginabili sull'economia non solo a scapito dei proprietari di strutture ricettive, della ristorazione, del tempo libero e dell'indotto, ma soprattutto a scapito di quelle migliaia di addetti che vi lavorano e che con quel lavoro vivono e fanno vivere la loro famiglia tutto l'anno.
Sarebbe un disastro apocalittico.
Ecco perché anche le piccole cose non devono essere trascurate proprio per non pentirsene dopo.
Capisco bene che la lotta è impari, ma siamo noi Amministratori pubblici i primi responsabili della salute e del benessere della nostra gente.
Se poi il buon Dio, o chi per lui, vorrà diversamente, almeno non avremmo rimorsi.
Individuare e schedare (mi si passi l'infelice espressione) i proprietari delle seconde case che si sono precipitati in modo massiccio per ovvi motivi nei nostri Comuni ed in gran parte di provenienza lombarda, serve per capire se potenzialmente sono portatori di virus (in Lombardia ci sono 127 casi dei 166 in terapia intensiva in tutta Italia); non dobbiamo ghettizare nessuno ma è nostro compito stare in alllerta e prevenire.
Sospendere le partite dei campionati in cui militano le nostre squadre di calcio o di altre discipline sportive, non danneggia nessuna ma significa ridurre la possibilità di contatto e promisquità che sono le più frequenti occasioni di contagio, tanto più che le federazioni sono d'accordo con il recupero dei turni soppressi; e comunque non stiamo parlando nè di Olimpiadi nè di Coppa Rimet, la vicenda della Pianese dovrebbe averci suggerito qualcosa.
La scorsa settimana tutti i Sindaci elbani, eravamo concordi sulla prevenzione ed informazione (a partire da un primo fattivo filtro a Piombino) come armi principali per cercare di evitare l'ingresso del virus nel nostro territorio, dimostrandoci reciprocamente di essere ben coscienti di cosa significherebbe; sembra che qualcosa purtroppo stia cambiando.
E' meglio eccedere sul piano della prevenzione anziché dovercene poi pentire, anche se prevenzione dovesse significare isolamento: la posta in gioco é troppo alta.
Il Sindaco
Dr. Maurizio Papi