Tempi brutti stiamo vivendo! L’invasione dei migranti, l’epidemia/pandemia del Corovavirus, il grave problema dei pini di San giovanni…
Sembra assurdo mettere i pini, questione strettamente locale, insieme a questioni ormai trans-nazionali.
Eppure mi sembra che, dietro a tutto questo, la spinta a discutibili (discutibili almeno per un gruppo di persone, ahimè sempre più esiguo) comportamenti di rifiuto, di messa al bando, di taglio tout-court sia sempre la stessa.
Una teoria (di Paul MacLean) degli scorsi anni ‘60, oramai dimostrata, sul funzionamento cerebrale individuò “tre diversi cervelli” operanti in uno stesso individuo:
(cito da https://lamenteemeravigliosa.it/decisioni-inconsapevoli-cervello-rettiliano/ )
Cervello rettiliano (o R-Complex). Sarebbe la parte del cervello più istintiva. Grazie a essa prendiamo molte decisioni inconsapevoli con l’intento di soddisfare i nostri bisogni più elementari (riproduzione, controllo, autodifesa, paura, fame, fuga, ecc) e gestiamo i processi automatici, come la respirazione e il ritmo cardiaco.
Cervello paleomammaliano (o sistema limbico). È responsabile della nascita di sentimenti ed emozioni, presente nei mammiferi e negli uccelli. Il sistema limbico segue un sistema binario secondo i concetti di “gradevole” o “sgradevole”.
Cervello neomammaliano (o necorteccia). Si tratta della parte logica e razionale (ma anche creativa) del cervello, propria dei mammiferi e sviluppata soprattutto negli esseri umani.
Per capire meglio
(da https://www.studiopsicologiarubbini.it/index.php?option=com_content&view=article&id=15&Itemid=145 )
“Il cervello rettiliano, il più antico, è la sede degli istinti primari, delle funzioni corporee autonome, del territorio, della conquista e della difesa, dei comportamenti che riguardano l'accoppiamento, la risposta attacco-fuga, ed anche quelli che avvengono in un gruppo e che formano le gerarchie sociali. I rettili, creature a sangue freddo, hanno solo questa parte; negli esseri umani (che conservano le stratificazioni dell’evoluzione) quest'istanza può esser considerata la parte animale e più arcaica, a contatto con gli istinti primordiali e le reazioni autonome di fuga ed attacco, ma anche di quelle più complesse come la competizione, in totale assenza di coscienza morale. “
Perchè tutto ‘sto popò di panegirico?
Perchè mi sembra che dei tre cervelli, ogni giorno di più, ne usiamo uno solo!
Siamo diventati un popolo di reazionari (nell’accezione più corretta del termine), le nostre risposte sono sempre più “ di pancia” (...e di cervello rettiliano!!!)… Senza accorgersi che le nostre “reazioni” sono sempre più collegate ad aspetti parziali: quelli che di volta in volta, ad opera degli organi di informazione, di politici alla ricerca di facile consenso, o anche di interessi particolari camuffati da generici, ci vengono spiattellati sul vassoio che è la nostra soglia di attenzione.
Di volta in volta i migranti, le epidemie o i pini agiscono su di noi come intossicazioni letali, impedendoci di approfondire, di cercare di andare oltre alla prima impressione, oscurando qualsiasi ricerca di ragionamento e facendoci dimenticare il privilegio di essere umani, cioè di avere a disposizione strumenti un po’ più evoluti per affrontare i problemi e collocarli nella loro giusta dimensione.
Mettendo da parte un attimo (ma solo un attimo, eh!) i migranti, in tempo di Coronavirus ci è richiesto inderogabilmente di far funzionare bene la nostra neocorteccia, per cercare di evitare di tornare ai tempi del far west. Supermercati svuotati, rivolta nelle carceri, fuga dalle zone rosse, superficialità nell’applicazione delle norme di prevenzione: o ci diamo una regolata o tra poco della nostra “civile società” resterà ben poco. La salvezza sta solo nell’evitare la “reazione”, sta nell’impegnarci a capire, a rispondere comportandoci in modo pensato, insomma, da “esseri umani” e non da semplici animali.
E i pini? Il mio cuore rifiuta il taglio, però potrebbe essere anche questo un comportamento istintuale, magari se non proprio legato al cervello rettiliano, forse a quello intermedio…
Quello che però è certo è che occorre partire da basi certe, indagini accurate e super-partes e nel rispetto della legalità.
E’ certamente chiaro a tutti gli Elbani che non sono i pini la causa degli incidenti stradali, altrimenti come spiegare l’innumerevole schiera di cippi funebri lungo tutte le strade dell’isola, specie dove di alberi non vi è neanche l’ombra!
Il buon senso mi dice, però, che prima di procedere al taglio di piante sane, facenti parte del nostro paesaggio, che ci danno ossigeno (fosse anche poco…) e bellezza, occorrerebbe quanto meno una ricerca seria, perché una volta tagliate non c’è ritorno, non è come in un videogioco nel quale si toglie e si leva in un batter d’occhio.
Faccio appello al cuore e alla ragione: non partiamo da posizioni precostituite: cerchiamo seriamente di cambiare modo di approcciarsi alla vita di tutti i giorni.
Sì… sarà faticoso, certo, anche faticossissimo, ma il tempo sta scadendo è non abbiamo altra via.
Roberto Barsaglini