Una riflessione su cosa potrebbe succedere all’isola d’Elba dopo il covid-19 e già preannunciato in un articolo apparso anche su questo sito.
La cosa funziona così: se ti dicono “bravo” vuol dire che hai sbagliato.
Per imbambolare i popoli viene usata una neolingua che toccò il suo vertice con “bomba intelligente” e “operazione militare chirurgica”. Associando crudeli operazioni di guerra guerreggiata a parole come “intelligente” e “chirurgica” sembrò rendere l’obbrobrio più accettabile.
E così fu.
Del resto le guerre non sono mai “dichiarate”, sono sempre “difensive” o per esportare una qualche virtù morale…
Oggi la neolingua applica lo stesso metodo al campo di battaglia più frequentato dopo il 1989, l’economia.
E qui propongo un’umile interpretazione alla domanda che gira di questi tempi:
cosa ci aspetta dopo il coronavirus?
Dipende da noi, come sempre.
C’è chi si aspetta un cambiamento (in meglio) e chi no.
I primi mi stanno più simpatici e vorrei unirmi a loro per annunciare una presa di coscienza collettiva di quanto sia obsoleto e pericoloso ostinarsi sul sentiero economico e sociale fin qui percorso, che considera l’ambiente naturale come infinitamente sfruttabile.
La mia mente però si ribella:
1. Una grave crisi economica e sociale come quella che abbiamo all’uscio, porterà i decisori politici, dal primo ministro all’ultimo assessore del più sfigato dei comuni, ad acchiappare qualsiasi opportunità pur di dare sollievo alle casse pubbliche e alle tasche private.
2. Per cambiare veramente, occorre un rinnovato sentimento che fa mutare le credenze.
Qualcuno ha visto o ascoltato da fonti autorevoli e politicamente rilevanti, narrazioni diverse, da quelle neoliberiste in voga da trent’anni?
Se siamo d’accordo con queste due premesse, allora è prevedibile che da qui a luglio, su quest’isola, si scateneranno le più fantasiose iniziative pur di acchiappare qualche turista.
Legittimo intendiamoci! Ma potrebbe risolversi in una dolorosa scivolata.
Prevedo che, come sempre in ordine sparso e a testa bassa, ognuno cercherà di cavarsela come meglio può.
Già è difficile mettere d’accordo una giunta comunale, figuriamoci quelle di sette comuni!
Ancora una volta, con bovina determinazione, senza preoccuparsi troppo che il famigerato “turista” quando prende la decisione di andare in vacanza, non pensa a uno dei sette comuni, ma a quella deliziosa isola verde, pulita e rispettosa dell’ambiente (c’è perfino un Parco Nazionale!) circondata da un mare cristallino e incontaminato…
Per favore rileggi ancora una volta la frase sopra.
…
Sapranno i sette fratelli elbani decidere una strategia di comunicazione unitaria in questo senso?
Sapranno gli stessi non lasciarsi ipnotizzare da iniziative contraddittorie rispetto all’isola verde/azzurra pulita e sana, che a mio parere è un poker d’assi da giocarsi per azzerare la concorrenza impossibile di altre più conosciute località balneari?
La speranza non muore mai.
Ma non muore mai neanche l’ottusità, e si comincia male.
In un recente articolo su Elbareport ho letto di 2 milioni che verranno spesi per 340 metri di fosso nella zona aeroportuale (1) (OPERE IDRAULICHE IN ZONA AEROPORTO, AL VIA LA PROCEDURA DI GARA PER L’AFFIDAMENTO DEI LAVORI)
“Difesa del Suolo”, secondo il Documento operativo Regionale n.1127del 09.09.2019.
Ma se deve difendere il suolo, perché viene cementificato?
Sono cinquat’anni che la comunità scientifica (2) e ingegneristica è concorde sul fatto che i fossi, naturali o artificiali, non devono impermeabilizzare il terreno, per una serie di motivi che hanno proprio a che fare con la “Difesa del Suolo”.
Neolinguaggio. Con l’aggravante dell’alibi dell’emergenza: “mitigazione del rischio idraulico del corso d’acqua”.
Visto che parliamo sempre di “sostenibile”, allora facciamo questo minimizzando il cemento!
Lasciando che l’acqua scorra tra piante autoctone (che ne rallentano il flusso rendendolo meno impetuoso durante i temporali e più bello per i tanto amati “turisti”) e offra rifugio ai pochi animali autoctoni rimasti.
E lasciamo anche che dal letto del canale l’acqua penetri nelle falde acquifere sottostanti, visto che il suolo della piana alluvionale di Campo funge da spugna idraulica per una delle località turistiche più affollate dell’isola (e più bisognose di acqua).
Dipende da noi cittadini elbani (e del mondo), quale sviluppo vogliamo dopo il covid-19.
Il futuro economico dell’isola ce lo giocheremo tutto sulla capacità di mantenere e soprattutto restaurare un ambiente naturale nato bellissimo e sempre più compromesso.
La svolta o sarà nella coscienza collettiva o non sarà.
Graziano Rinaldi
(1)Non sono affatto contrario alla messa in regola l’aeroporto della Pila. Prego che le opere pubbliche e private oltre che essere stabili e funzionali, siano anche belle, nel senso di armonizzarsi con l’ambiente naturale.
L’ing. Boccardo, amministratore dell’aeroporto, persona competente e gentile, mi ha ben spiegato che se non farà eseguire le opere di adeguamento previste, rischiamo il blocco dell’aeroporto stesso. Più che altro per i tempi, può darsi non sia possibile fare variazioni, spero ugualmente che si eviti almeno la totale cementificazione del fosso.
(2)Scrivo questo confortato tra gli altri dal Responsabile di WBA Onlus - Sezione Arcipelago Toscano e Curatore del Nat-Lab, Museo Biodiversità Arcipelago Toscano, Leonardo Forbicioni.