La capacità suprema che l’uomo deve possedere è quella di essere pronto ai cambiamenti, sapersi adattare per saper modificare se stesso, perché In natura tutto si evolve e si modifica.
Eppure tutti noi, crescendo, iniziamo a perdere la voglia di cambiamento a cerchiamo stabilità, rallentando così, e perfino impedendo la nostra evoluzione.
Il cambiamento è sempre un’opportunità, ma è durante le emergenze che si cambia con più facilità, perché le scelte che qualche tempo fa non avevamo “voglia” di fare oggi divengono necessità a cui non possiamo sottrarci.
Stiamo sperimentando la precarietà delle sicurezze che ci siamo costruiti ed è il momento di proiettarsi verso scenari alternativi, o perlomeno integrativi. Ora è davvero urgente un cambiamento di prospettiva; è arrivato il momento di guardare un po’ meno ciò che eravamo e di più verso ciò che potremmo diventare.
Una volta erano premiate le carriere solide, oggi è premiata la flessibilità, la capacità di passare da una mansione all’altra, di reinventarsi; una volta si poteva essere parte di un’azienda restando ai margini, oggi bisogna portare costantemente un valore aggiunto, impegnarsi senza cedimenti, mostrare capacità decisionale e capacità di autonoma soluzione di problemi, essendo capaci di agire coerentemente con le attese dei datori di lavoro.
Serve velocità, idee innovative, che innovative rimangono per pochi attimi, perché vengono subito superate. Chi riesce a governare questa velocità snaturalizzante riesce a resistere sul mercato. E tutti noi abbiamo accettato modelli aziendali poco graditi, abbiamo accettato tipologie di lavori che impongono ritmi schizofrenici, abbiamo accettato un’economia monosettoriale e per giunta stagionale che in un momento come questo lascerà senza un reddito tante famiglie. E’ un modello di economia e di “non vita” che abbiamo accettato, e questo è un momento in cui è più facile che mai diventare poveri.
Abbiamo tutti una responsabilità in questo. È il momento di pensare seriamente a una “diversificazione” della nostra economia. Istituzioni, Centri per la formazione professionale che hanno puntato esclusivamente alla formazione di personale per il settore alberghiero e liberi cittadini devono comprendere che ora è il momento di rimettersi in gioco, assumendosi ognuno le proprie responsabilità e trasformando, ampliando la propria identità professionale. Il passato non va abbandonato, ma utilizzato meglio. Disponiamo di un territorio ricco ma bisognoso di cura; esso va “rimesso a reddito”, e questo è il momento.
Le scienze economiche si basano su infinite possibilità di cambiamento. Bisogna abbandonare la critica disfattista, la ricerca del colpevole e divenire più possibilisti chiedendosi cosa c’è di positivo in questa situazione. E agire, subito, ognuno nel proprio piccolo.
Susanna Berti
Vicesindaco del Comune di Marciana, Assessore alla Cultura e Ambiente