Siamo arrivati ad Aprile ed è davvero un insolito avvio di stagione per la nostra isola, per la prima volta non abbiamo assistito ai frenetici lavori di manutenzione e riapertura dei locali che ci risvegliavano dall’inverno e ci proiettavano tutti verso la nostra stagione lavorativa.
Ed è propio da questo dato insolito e preoccupante che vogliamo partire per aprire un discorso sul futuro dell’Elba, le aziende locali hanno alle spalle l’inverno e ancora più in là una stagione che non aveva segnato certo un record di presenze, caratterizzata da un brutto inizio per il brutto tempo e anche da un calo di presenze per le attività ricettive che avevano fatto si che la stagione stentasse a partire, è doveroso mettere quindi da subito in campo tutte le proposte e le energie necessarie per pianificare il futuro che deve vedere due fasi, la prima che segna misure per l’urgenza ed una che invece deve contenere progetti per il futuro.
Si è sentito da più parti che il comparto del turismo sarà quello che avrà più problemi a ripartire quando l’emergenza sanitaria sarà finita, ancora infatti non sappiamo neanche non solo il quando ma quali saranno le modalità di riapertura delle varie attività e quali i comportamenti che ognuno dovrà ancora adottare in via di prevenzione per contrastare la diffusione del virus, una cosa però è
certa il tema del turismo non può essere trattato assumendo norme generali, poiché ci sono molte differenze fra l’impatto che la crisi conseguente al coronavirus avrà sulle attività che vivono di turismo stagionale e su quelle che vivono di un turismo tutto l’anno come nelle città d’arte.
Sarebbe opportuno che l’Isola d’Elba e le isole minori proprio perché caratterizzate da un mercato del lavoro concentrato sul turismo stagionale, fossero inserite in una norma apposita perché le criticità insulari in questa fase potrebbero ampliarsi. Ci vogliono risorse dedicate agli aspetti economici, ma anche sul potenziamento dei servizi sociali e sanitari.
Occorrono risorse a sostegno dei lavoratori che non verranno assunti o che lo saranno in ritardo estendendo la Naspi e portandola ai livelli della cassa integrazione almeno finché non riaprono le strutture i servizi e riconsiderando la posizione di tutte le aziende che avevano assunto dopo il 25 febbraio e che avevano mantenuto l’assunzione e che ora si trovano senza poter fare licenziamenti ma con le attività chiuse e i loro dipendenti sono fuori da qualsiasi provvedimento di
aiuto.
Condividiamo la proposta di italia Viva a livello nazionale di sostegno alla liquidità per le aziende che prevede un prestito fino al 25% del fatturato dell’anno 2019 garantito dallo stato, la banca eroga il prestito velocemente e senza controlli di rating grazie alla garanzia dello stato al 100%, l’impresa ha cosi la possibilità di avere risorse per quando potrà riaprire e iniziare a pagare
fornitori, dipendenti e collaboratori, l’importo viene poi restituito a partire dal gennaio 2022 con interessi a carico dello stato.
Va sostenuta con forza la proposta che arriva dal Veneto per la detrazione dalle tasse del costo delle vacanze fatte in Italia, bisogna anzi ampliare il massimo richiesto di €1.000.
Dopo le misure di emergenza la fase della ripartenza deve prevedere azioni straordinarie per il nostro territorio, potrebbe essere istituito un tavolo per il dopo Coronavirus al quale dovrebbero sedere istituzioni locali, associazioni di categoria e istituzione regionale per poter insieme decidere come intervenire e come disegnare il futuro dell’Elba, potrebbe essere l’occasione per rivedere
quello che nel tempo non si è fatto e tracciare un progetto Elba che fissi obbiettivi precisi.
Ci sarà forse la necessità di tornare a riparlare della nostra frammentazione istituzionale e riprendere un cammino che ci porti a delineare un territorio più omogeneo , perché se se c’è una cosa che dobbiamo aver compreso in questo difficile momento è che le difficoltà si affrontano insieme ed essere più uniti non significa perdere la propria identità ma aumentare la nostra forza.
Italia Viva Val Di Cornia- Elba