«Questo è quanto dispone il decreto del presidente del consiglio dei ministri dello scorso 22 marzo: "È fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano (indipendentemente alla residenza, ndr), salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute..." (articolo 1, comma 1 lettera b). Chi non rientra in queste disposizioni deve esere sanzionato e rinviato da dove proviene! La veridicità delle autodichiarazioni è oggetto di controlli e la non verità costituisce reato. Che fare? Basta applicare le norme e chiudere le sbarre di acceso al porto di Piombino, quelle che in passato sono state oggetto di critica da tanti elbani frettolosi, quindi sia controllata capillarmente ogni automobile che transita, così come lo furono nei momenti di allarme per il terrorismo islamico. Necessita, oggi come allora, di non procedere a campione. Lo stesso deve essere fatto per i passeggeri appiedati che si apprestano a salire sul traghetto. Insomma, siano controllati i documenti e non sia consentito il traghettaggio per l'Isola d'Elba! Medesimo rigore deve essere richiesto a chi rilascia i biglietti di viaggio: di fronte a insistenze chiamino la forza pubblica. La Capitaneria di porto controlli chi ormeggia nelle marine».
Lorenzo Marchetti (da Il Vicinato)