Coronavirus, le polizie locali toscane studiano il Covid-19
La giunta regionale ha rimodulato il piano formativo per il 2020
Il Covid-19 entro anche nei corsi della polizia locale: in particolare i comportamenti da evitare per ridurre i contagi, quelli sanzionabili e i rischi che si possono correre. La giunta regionale toscana ha approvato una delibera, presentata dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, che aggiorna e rimodula il piano formativo destinato agli operatori toscani della Scuola interregionale di polizia locale, ovvero l’istituzione con sede a Modena che dal 2008 è diventata un ente sovraregionale partecipato assieme all’Emilia-Romagna anche dalla Regione Toscana e dalla Liguria e che si occupa di formare in particolare gli agenti su sicurezza urbana, sicurezza stradale, tutela del consumatore e tutela del territorio.
“La Regione da tempo investe sulla formazione degli agenti di polizia locale – sottolinea l’assessore Bugli - e ci sembrava opportuno, nel mezzo dell’emergenza sanitaria in atto, approfondire alcuni temi; per la tutela della salute degli agenti stessi, impegnati in prima linea, e per una corretta e più facile interpretazione delle norme di prevenzione e riduzione dei rischi di contagio che governo nazionale e Regioni hanno emanato”.
Due corsi si sono così aggiunti: “Rischio da agenti biologici” e “Sanzioni e procedure a salvaguardia delle misure volte a evitare la diffusione di Covid-19”. Sostituiranno un seminario che era destinato al soccorso in aree a rischio e una delle due edizioni del corso su autodifesa e utilizzo di presidi tattico-difensivi già previsto. In questo modo la spesa destinata alla formazione degli agenti dei vari corpi di polizia municipale e provinciali toscani non cambierà: 287.500 euro per il 2020, di cui 230mila a carico della Regione e 57.500 pagati da Comuni e Province che dei corsi usufruiranno.
Naturalmente le attività didattiche previste in aula in questi mesi di emergenza sanitaria, in cui occorre evitare assembramenti, saranno sostitute dalla formazione a distanza: corsi, tra gli altri, sulla prima formazione e l’ autodifesa, il codice rosso, i reati legati all’uso e spaccio di stupefacenti, l’educazione alla legalità nelle scuole, la videosorveglianza e il controllo del territorio, occupazioni e sfratti, vigilanza edilizia e ambientale.
Ricerca, sviluppo e innovazione, intervento regionale da 30 milioni
La Regione a fianco delle imprese manifatturiere con un intervento da 30 milioni di euro per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo, ed in particolare quelli coerenti con la strategia 4.0.
A partire dal 2 maggio presentazione delle domande ai due bandi predisposti. “E’ una misura – spiega l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo - che abbiamo pensato per stimolare investimenti in RS&I da parte delle imprese di tutti i settori del manifatturiero e contribuire a recuperare il gap tecnologico con le altre regioni innovative d’Europa”.
In linea con la ‘Strategia di Ricerca e Innovazione per la Smart Specialisation in Toscana’, saranno finanziati quei progetti legati alle priorità tecnologiche (ICT e fotonica, fabbrica intelligente, chimica e nanotecnologie) e agli ambiti applicativi indicati dalla RIS3, la Strategia regionale di specializzazione intelligente in relazione ai Fondi europei (cultura e beni culturali, energia e green economy, impresa 4.0, salute e scienze della vita, smart agrifood).
“Lo scopo – aggiunge l’assessore - è concentrare il sostegno su priorità in grado di costituire un vantaggio competitivo durevole, basato sulla capacità di diversificazione produttiva e sulla specializzazione tecnologica, affinché il sistema produttivo regionale possa adattarsi al mutamento costante delle condizioni del sistema economico e dei mercati internazionali”.
L’intervento finanzierà progetti di investimento in R&S, market oriented e prossimi alla fase di applicazione e di produzione, che prevedano un alto grado di innovazione (realizzazione di prototipi, linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti). Il supporto riguarderà anche la crescita sostenibile, la qualificazione del tessuto produttivo regionale e dei processi di industrializzazione mediante la realizzazione di programmi di sviluppo industriale di particolare rilevanza strategica, aventi contenuti innovativi, di dimensione significativa e in grado di produrre occupazione aggiuntiva.
Due le misure di intervento: una per progetti strategici di ricerca e sviluppo, con una dotazione finanziaria di 5,1 milioni di euro (qui il decreto con il Bando ).
L’altra per progetti di ricerca e sviluppo delle MPMI, 11,9 milioni di euro (qui il decreto con il Bando ).
A queste risorse si aggiungeranno 7,6 milioni di euro per il primo e 5,4 milioni per il secondo bando in una seconda fase ,per un totale, appunto, di 30 milioni di euro circa.
I soggetti beneficiari sono le imprese (MPMI e grandi imprese) e gli organismi di ricerca pubblici e privati. Ciascuna impresa, sia in qualità di singola proponente che di capofila oppure di partner, potrà presentare una sola proposta progettuale rispetto alle due misure di intervento. Non sono previste restrizioni a determinati settori economici.
L’aiuto sarà concesso nella forma del contributo in conto capitale a fondo perduto. Spese ammissibili: quelle per il personale, i costi degli strumenti e delle attrezzature, i costi dei fabbricati e dei terreni, i costi della ricerca contrattuale, delle competenze tecniche e dei brevetti, acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne a prezzi di mercato, così come i costi dei servizi di consulenza e di servizi equivalenti utilizzati esclusivamente ai fini dell'attività di ricerca. I progetti dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2022. Il soggetto gestore è Sviluppo Toscana SpA.
Coronavirus, confronto tra Regione e Inps su pagamento cassa in deroga
L’obiettivo comune è accorciare il più possibile i tempi per liquidare ai lavoratori le somme spettanti
Confronto tra Regione Toscana e Inps sulla gestione della cassa integrazione in deroga. A parlarsi sono stati direttamente il presidente della Toscana Enrico Rossi e il direttore della sede regionale dell’istituto di previdenza Cristina Deidda, nella consapevolezza e volontà comune che il numero elevato di domande avanzate dalle imprese in questo difficile periodo richiede la massima collaborazione tra i due enti per rispondere nei tempi più rapidi possibili all’erogazione degli emolumenti ai lavoratori.
“Abbiamo ritenuto giusto confrontarci sull’andamento della cassa in deroga – sottolineano Rossi e Deidda - perché siamo consapevoli delle difficoltà del momento per le aziende e per i lavoratori e, pur consci che in Toscana si sta già procedendo con tempi più rapidi rispetto ad altre regioni, è nostro obiettivo comune impegnarci e collaborare per una ulteriore riduzione dei tempi di pagamento delle somme che spettano ai lavoratori. Continueremo a monitorare insieme la situazione per offrire la migliore risposta possibile”.
Sulle procedure di gestione della cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) sia Regione che Inps sono fortemente impegnate: la Regione nel ricevere, analizzare e trasmettere le domande e Inps che deve a sua volta procedere all’approvazione e all'acquisizione da parte delle aziende o dei consulenti del modello SR41, per poi procedere all’erogazione dell’ammortizzatore.
Sono circa 34 mila le domande fino ad oggi presentate in Toscana, di cui più di 20 mila sono state trasmesse dalla Regione nella giornata del 27 aprile e che si sommano a quelle già inviate nei giorni precedenti. Le domande ad oggi pervenute a Inps sono state elaborate e per oltre il 30% di queste si è già provveduto al pagamento. Quelle trasmesse il 27 aprile saranno lavorabili dall’istituto a partire dalla giornata di domani.
Per poter procedere al pagamento della cassa integrazione, sia ordinaria che in deroga, è necessario seguire un iter, sia pur fortemente semplificato in questa fase di emergenza, che consiste nell’acquisizione, una volta completata la procedura di autorizzazione da parte dell’Istituto, di un modello (SR41) che viene trasmesso dalle aziende o dai consulenti ad Inps. Questa fase richiede ulteriori tempi di lavorazione per poter procedere con l’effettiva emissione del mandato di pagamento, a cui si devono aggiungere i tempi delle banche, di norma cinque giorni.
Sia Regione che Inps, sottolineano i due enti, vedono il proprio personale particolarmente impegnato in questa fase di grave emergenza il quale, consapevole delle ricadute sociali del proprio lavoro, si è prodigato con encomiabile spirito di servizio per assicurare una rapida risposta alle corrette esigenze dei lavoratori. È lo spirito, commentano, che accomuna le due amministrazioni, che stanno operando per garantire un’azione puntuale ed efficace.
Le prestazioni saranno dunque in pagamento non prima dell’ultima settimana di maggio e sono quelle relative alle sole settimane lavorative di marzo. Le ulteriori settimane di Cigs saranno erogate a giugno.
Affinché i lavoratori non rimangano troppi giorni senza un introito, i due enti ricordano che è attivo un accordo tra Regione e sistema bancario, al quale Inps collabora, a cui ha già aderito la quasi totalità degli istituti di credito che operano in Toscana. In attuazione dell’accordo, che prevede condizioni migliori rispetto a quello nazionale ed è a costo zero, per il lavoratore è possibile ricevere in pochi giorni l’anticipo dell’intera somma relativa a tutte le settimane della cassa integrazione recandosi, anche virtualmente in modalità online, presso lo sportello della propria banca. Per ricevere l’anticipo, ribadisce la Regione, non è prevista la presentazione del modello SR41. A seguito delle recenti dichiarazione di Poste, sono in corso interlocuzioni per estendere anche a queste ultime la possibilità di aderire all’accordo.
Gli istituti Bancari che hanno, al momento, sottoscritto l'intesa sono ventiquattro. Si tratta di: Cassa Risparmio di Volterra, Banca Popolare di Lajatico, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Banca Cambiano, Intesa Sanpaolo, Banca Alta Toscana Credito Cooperativo, Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, Banca Centro - Credito Cooperativo Toscana-Umbria, Banco Fiorentino – Mugello Impruneta Signa – Credito Cooperativo, ChiantiBanca Credito Cooperativo, Banca dell'Elba Credito Cooperativo, Banca di Pescia e Cascina Credito Cooperativo, Banca di Pisa e Fornacette Credito Cooperativo, Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, Banca Tema Terre Etrusche e di Maremma - Credito Cooperativo, Banca del Valdarno Credito Cooperativo, Credito Cooperativo Valdarno Fiorentino B anca di Cascia, Banca Valdichiana - Credito Cooperativo di Chiusi e Montepulciano, Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana Credito Cooperativo, ViVal banca - Banca di Credito Cooperativo di Montecatini Terme, Bientina e S. Pietro in Vincio, Banca Popolare Emilia Romagna, Banco di Lucca e Credit Agricole.
(in collaborazione con ufficio stampa di Inps Toscana - contatto: Mariarosaria Montefusco - Informazioni istituzionali e relazioni con il pubblico cell. 335.7247223)
Coronavirus, 6 milioni di euro dalla Regione per un bando di ricerca sul Covid-19
La Toscana stanzia 6 milioni di euro, a fondo perduto, per l’attivazione di un bando pubblico di ricerca sul Covid-19. Il bando è finalizzato alla promozione di progetti di ricerca per identificare sistemi di prevenzione, terapie e sistemi di diagnostica e analisi, per combattere le infezioni da Sars-CoV-2 e altre emergenze virali, che si potrebbero presentare in futuro. I progetti saranno principalmente finalizzati a migliorare la comprensione dell’epidemia di Covid-19 e, nello stesso tempo, la preparazione e la risposta alle emergenze di sanità pubblica. Tutto questo è definito da una delibera di Giunta, approvata nell’ultima seduta di Giunta, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi.
“L'emergenza epidemiologica che ha colpito il Paese è tale che abbiamo ritenuto opportuno investire importanti risorse anche nella ricerca per trovare soluzioni innovative, che ci aiutino a contrastare le epidemie attuali e quelle future - spiega Saccardi -. Ci auguriamo che con questa iniziativa possano arrivare proposte risolutive dai ricercatori del settore pubblico e privato no-profit, accelerando gli esiti dei loro studi. Siamo pronti a perseguire questo obiettivo attraverso il cofinanziamento, a fondo perduto, di progetti di ricerca e sviluppo, che tutelino il più possibile la salute pubblica”.
Possono accedere al contributo, dunque, progetti di ricerca e sviluppo, dedicati a: studi e analisi di modelli organizzativi; indagini epidemiologiche e sociologiche; studi di diagnostica e virologia; approcci terapeutici e vaccini nell’ambito del Covid-19. Il costo totale di investimento, per ogni progetto, non potrà essere superiore a 500 mila euro. Il contributo, a fondo perduto, è concesso nella misura massima del 80% del costo totale del progetto.
Possono partecipare al bando aziende sanitarie ed enti del Servizio sanitario regionale, che svolgono istituzionalmente attività di ricerca come l’Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica) e la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio; l’Agenzia regionale di Sanità della Toscana; organismi di ricerca con sede legale o unità operativa sul territorio regionale. Non è possibile partecipare al medesimo progetto in qualità di partner o capofila e, contemporaneamente, come fornitore di ricerca contrattuale. Non sono ammessi progetti presentati da un solo soggetto. La delibera, oltre a definire i requisiti dei beneficiari, indica anche la tipologia degli interventi finanziabili e i criteri di valutazione delle richieste di finanziament o.