E' uscito il decreto definitivo che stabilisce le regole di comportamento sociale e di riapertura di imprese e negozi, anche se con qualche punto da chiarire.
Si sa che bar e ristoranti non riapriranno ma avranno la possibilità di fornire cibo da asporto, anche se è difficile immaginare che questo possa funzionare per caffè e cappuccini. I parchi riapriranno ma per adesso l'area giochi per i più piccoli rimarrà chiusa, apprezziamo il ripensamento il Sindaco Zini che ha deciso la riapertura delle spiaggie e la possibilità di fare il bagno, la pesca sportiva e subacquea.
I media martellano con notizie a volte contrastanti sul significato del decreto, in particolare sulla parola “congiunti” chi sarebbero questi congiunti? Evidentemente i parenti più stretti, ma anche gli amici di vecchia data si possono considerare congiunti? Le coppie di fatto sono tra questi e come fai a dimostrare di essere una coppia di fatto se non convivi? E i fidanzati? Quanto a lungo si deve dimostrare di essere stati fidanzati per appartenere alla categoria dei congiunti?
A parte tutto questo discorrere delle considerazioni vanno fatte, mi riferisco al conteggio dei casi positivi registrati dal 18 aprile fino al 28 nella provincia di Livorno, nei comuni di: Rosignano, Castagneto, a San Vincenzo dal 7 aprile, a Campiglia dall'8 aprile, all'isola d'Elba, non è stato registrato nessun nuovo caso positivo; tra l'altro nei comuni di Capraia, Sassetta, Suvereto, Marciana,
Marciana Marina, Porto Azzurro (gli ultimi tre comuni sono all'Elba) non si è registrato alcun caso di contagio.
Di fronte a questi dati viene spontaneo chiedersi se è giusto tenere tutto chiuso per un altro mese in territori la cui sussistenza deriva proprio dal turismo, dal commercio e dai servizi.
E' auspicabile che chi si occupa di turismo tragga un insegnamento da questa esperienza, capendo l'inadeguatezza di un sistema d'offerta che si basa solo sullo sfruttamento della bellezza dell'isola e non sulla sua valorizzazione e che ha sempre sottovalutato il potenziale di proposte culturali ed una vera salvaguardia dell'ambiente.
Il governo non si sbilancia, il decreto uscente deve, contro ogni evidente percentuale di contagi, essere uguale per tutta l'Italia. La cosa buffa è che questo sarà valido fino al 17 maggio, e oramai anche i gatti hanno capito che far sperare che dopo 15 giorni ci sarà un cambiamento sostanziale serve solo per controllare la tenuta psicologica degli italiani che è allo stremo, soprattutto in quei comuni dove non se ne capisce il motivo.
Il governo dovrebbe stabilire un livello di contagio al di sotto del quale le regioni possano proporre una differenziazione geografica delle riaperture e delle libertà di movimento.
Si consenta ai giovani di muoversi senza contorsioni verbali incomprensibili e alle piccole imprese di ripartire, compresi bar e ristoranti tenendo conto anche delle grosse spese di gestione a loro carico contro quelle esigue delle concessioni balneari che alcuni propongono addirittura, incomprensibilmente di ampliare, togliendo spazio vitale a quelle persone che non potendosi permettere un lettino dovrebbero forse rinunciare ad andare al mare?
Per questo la proposta fatta dal gruppo “Elba isola della fiducia” è valida, si abbia fiducia nella responsabilità degli elbani che sicuramente ci tengono alla loro salute a quella dei loro cari e degli amici.
Ne è testimonianza il fatto che per quanto ci siano stati 11 casi di persone contagiate, di cui 5 hanno preso il virus fuori dall'isola, non si sono sviluppati focolai di contagio, questo perché tutti si sono attenuti alle normative stabilite.
Se come anticipato dal governo tutto potrebbe riaprire a giugno, si deve anticipatamente pensare a quelle famiglie che impegnate nella stagione estiva non sapranno come gestire i figli, impossibile pensare a delle amministrazioni così miopi da non vedere che altrimenti il carico più gravoso toccherà alle donne, che non potendo andare a lavoro non contribuiranno all'economia della famiglia, senza
contare le donne separate con figli a carico che di solito fanno salti mortali per gestire: figli, economia e casa. Si prendano da subito contatti con gruppi, associazioni e cooperative sociali per elaborare delle strategie idonee a questo particolare momento, ma che siano funzionali per i bambini e le famiglie.
Si permetta a chi possiede barche a vela o a motore di andare in mare entro le tre miglia, con a bordo un numero limitato di persone, piccole imbarcazioni talvolta vengono usate per pescare, così da poter dare un “aiuto” al sostentamento della famiglia, molti di quelli che pescano in piccole quantità in inverno lo fanno in attesa di riprendere il lavoro stagionale.
Si consenta infine di poter circolare liberamente sul territorio senza dover inventare di avere un fidanzato? O un cugino in ogni comune.
Gabriella Volpini