Mi sono avvicinato a questa esperienza dopo 40 anni passati nel mondo dell’impresa e delle professioni e credo di avere la competenza necessaria per questa nuova avventura.
La questione cruciale non è solo l’esperienza, ma sono le idee, la capacità di progettare e con essa la capacità d’intercettare risorse, che fanno la differenza e la mia squadra, di quarantenni, ha questa capacità, anche perché completamente aperta e svincolata da logiche di schieramento.
Quello che fa la differenza è il rinnovamento, necessario per far ripartire la nostra comunità, che ha perso terreno rispetto agli altri comuni elbani.
Dal 2005 al 2010 il reddito fiscale pro-capite degli abitanti di Rio Marina è cresciuto del 12,35%, mentre quello elbano è aumentato del 20,87%, differenza che tenderà ad accentuarsi nei prossimi anni quando diminuirà l’incidenza delle “pensioni d’annata” di cui Rio Marina, comune fra i più anziani della provincia (48,3 anni), condivide il primato con Piombino.
Questo è il problema: la minore crescita del reddito delle famiglie per scarso tasso d’imprenditorialità del tessuto economico (9,35 imprese, di cui 2,32 turistiche, per 100 abitanti, contro le 13,40 e le 5,0 di Capoliveri).
Riconosco che la Giunta Bosi ha fatto molto per la riqualificazione del tessuto urbano, per rendere accogliente e attraente il nostro territorio, ma ora bisogna agire in termini di attrattività e animazione economica, che significa creazione di nuove imprese e rendere l’amministrazione comunale “facilitatore” di questo nuovo corso.
Nuovo corso che non si contrappone al precedente, ma va in una linea di continuità, prima con la creazione dei presupposti e ora con lo stimolo all’insediamento di nuove imprese, motore di opportunità di lavoro e di sviluppo del reddito.
Per questo nuovo sforzo faccio appello all’unità di tutte le forze in campo ad operare congiuntamente per il bene della nostra comunità e all’on.le Bosi di condividere e assecondare questo progetto di rinnovamento.
Rinnovamento portato avanti da una nuova generazione che ha deciso d’impegnarsi e alla quale lui può dare comunque il necessario aiuto e sostegno.
Le divisioni, come ha giustamente sostenuto, non portano a quell’unità d’intenti su progetti condivisi di cui questa collettività ha urgente bisogno.