Apprendiamo con una certa preoccupazione che si stanno facendo alcune ipotesi rispetto alla problematica della fruizione delle spiagge elbane. Ipotesi che al momento, almeno in certi comuni appaiono infondate, quantomeno a stare alle ordinanze emanate da Campo e Portoferraio nelle quali si rimette alla responsabilità e al rispetto delle regole da parte dei cittadini le parti libere di spiaggia.
Tuttavia, viste alcune prese di posizione di associazioni di categorie e formazioni politiche, ci sentiamo in dovere, senza entrare nel merito e pur riconoscendo che si sia venuta a creare una situazione di forte disagio per alcune categorie di operatori turistici che deve essere sicuramente affrontata, di porre alcune basilari precisazioni: le spiagge sono dei beni demaniali la cui fruizione gratuita da parte dei cittadini non può essere impedita né limitata se non solo parzialmente mediante concessioni di ben definite porzioni di arenile.
Ricordiamo che l’ampliamento delle concessioni finirebbe per sottoporre l’accesso alle spiagge solamente al pagamento di una sia pure piccola somma il che contrasta inequivocabilmente col disposto dell’art. 3 della nostra Carta fondamentale là ove stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzioni […] di condizioni personali e sociali e anche là ove stabilisce che sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale […].
Si ha un bel dire, come è stato ad esempio prospettato in alcune proposte, che tali ipotesi avrebbero il carattere di temporaneità. Abbiamo ben presenti situazioni, risalenti ad epoca pre-covid19, in cui sono state ampliate certe concessioni, sempre sostenendone la temporaneità, per poi consentire che venissero rese definitive, così come abbiamo ben presente quanto aveva a sostenere Ennio Flaiano: “In Italia nulla è più stabile del provvisorio”.
Siamo ben consci del fatto che, come detto in premessa, molte categorie legate a questo genere di attività siano in uno stato di forte disagio e e preoccupazione per l’andamento della stagione, messo a rischio anche dalle limitazioni imposte per ragioni di sicurezza sanitaria, ma riteniamo che quelle prospettate non siano le soluzioni appropriate perché finirebbero per danneggiare i diritti di tutti.
Semmai si potrebbero ipotizzare misure di sostegno al reddito di queste, ed altre categorie, in considerazione della situazione emergenziale. Ma su questo non abbiamo abbastanza elementi per esprimerci compiutamente e perciò non andiamo al di là dell’invito alle Amministrazioni a prendere in considerazione una soluzione del genere, verificando se ci siano i presupposti per attuarla.
Associazione Responsabilità in comune