Ho ascoltato l’intervista che Bruno Maria Graziano ha rilasciato in merito alla gestione sanitaria dentro l’ospedale di Portoferraio nella fase uno della emergenza da covid 19. https://youtu.be/mYG6lCg9Jxw
Come utente di questo servizio sanitario pubblico colgo l’occasione per ringraziare lui, tutti gli operatori sanitari (medici ed infermieri) nonché tutti i volontari della misericordia per il lavoro svolto.
L’informazione che ha fornito è stata dettagliata ed esauriente.
In risposta ad un cittadino residente all’Elba, lo stesso presidente della regione Rossi, tramite i media ci aveva fatto sapere che dentro l’ospedale di Portoferraio era stato allestito un setting covid: 8 posti letto destinati a degenti positivi ma che non hanno bisogno di cure ad alta intensità e 2 posti letto di assistenza intensiva dove i pazienti saranno ricoverati in attesa di trasferimento.
In tutto 10 posti letto di cui due riservati a pazienti impegnati che sarebbero stati curati in attesa di trasferimento. Dal comunicato di Rossi pareva dunque di capire che all’Elba nessun paziente impegnato si sarebbe soffermato.
Feci notare che due letti per la terapia intensiva anche se in attesa di trasferimento potevano essere pochi per trentacinquemila residenti sull’isola.
Fortunatamente, sicuramente anche per la professionalità degli operatori sanitari, all’Elba l’epidemia non ha avuto la stessa intensità di altri luoghi.
Bruno Maria Graziano nella sua lunga intervista di ventisette minuti ha accennato alla prevenzione, in particolare quella primaria, come punto dolente della sanità.
Ora che siamo in fase due speriamo presto di passare alla normalità.
La normalità per l’isola d’Elba e il suo servizio sanitario pubblico si presenta con le stesse difficoltà precovid, difficoltà legate ai vincoli dovuti alla collocazione geografica dell’ospedale: un’isola dove il mare rende difficile i rapporti con la rete ospedaliera regionale.
Questi rapporti divengono impossibili quando le condizioni meteo marine avverse non consentono né di partire né di arrivare, situazione non affatto rara. In questa situazione una patologia tempo-dipendente (insufficienza respiratoria acuta, ictus, infarto mioacrdico, arresto cardiocircolatorio ed altro) che necessita di trasferimento di paziente fuori dall’isola può trovare adeguata risposta terapeutica dentro il nosocomio di Portoferraio?
Proprio Bruno Maria Graziano aveva dato risposta dicendo con un comunicato stampa che nell’ospedale di Portoferraio c’è un protocollo con un team di professionisti che gestisce l’emergenza urgenza nelle condizioni metereologiche sopra accennate.
Per avere maggiori e più dettagliati chiarimenti avevo tramite i media locali richiesto di conoscere meglio la consistenza di questo team.
In particolare:
1) Quali e quante figure professionali costituiscono l’Unità di crisi messa in piedi in caso di emergenza derivata da maltempo
2) Che cosa prevede il protocollo che l’azienda si è data per l’emergenza- urgenza
3) In che cosa consistono i 7 livelli di cui fa cenno.
Non avendo avuto risposta rinnovo la richiesta a Bruno Maria Graziano: dr Graziano può dare risposta a questi quesiti con un dettagliato resoconto pari a quello fornito per l’emergenza covid.
Marcello Camici