Caro direttore, mi permetta di intervenire brevemente nel dibattito aperto su una possibile semplificazione della vita amministrativa dell'Elba. Credo di poterlo fare in modo insospettabile essendo stato artefice dell'unica fusione-semplificazione a cui si è dato vita sull’ isola, con la fusione tra Rio nell'Elba e Rio Marina.
Data la mia storia e i miei convincimenti, mi pare di poter dire che la soluzione di un ente che coordini l'attività dei comuni, ipotizzata anche da Ruggero Barbetti, possa avere efficacia, ma comporti anche il rischio che la semplificazione si trasformi in sovrapposizione. Penso infatti che per semplificare sia sempre meglio tagliare che aggiungere.
Si dirà: ma c'è proprio tanto bisogno di questi tagli che finiscono per ferire l'autonomia dei singoli territori? Credo che questo sia opportuno in assoluto, e a maggiore ragione per l'oggi e per un domani denso di incognite e problemi, anche se (e il caso di Rio insegna) certi processi vadano saputi gestire con attenzione e rispetto per le comunità coinvolte e per le loro esigenze, tradizioni e peculiarietà. Valorizzandole, non penalizzandole.
Da questa emergenza-pandemia, ancora purtroppo attuale e ancora indefinibile nelle sue conseguenze, credo si possa trarre un insegnamento importante. I sindaci in carica hanno certamente affrontato il momento con impegno e dedizione. Ma un territorio unico come un'isola ha bisogno di indirizzi comuni, il che non significa affatto sminuire le istanze delle singole realtà , ma valorizzarle in modo organico.
Detto questo credo che la cosa più importante, e di cui ringrazio la Fondazione che ha dato il la, sia non lasciare cadere questa discussione. Che va approfondita e stimolata coinvolgendo tutte le realtà dell'Elba, attesa a una sfida decisiva per il suo futuro.
Claudio de Santi