L’intervento in atto sulla parte portuale della spiaggia di Marciana Marina serve sicuramente, come ha affermato l’Amministrazione Comunale. A mettere in sicurezza una parte della magnifica passeggiata a mare, ma questo, come l’impattante intervento realizzato dalla precedente Amministrazione al Molettsccio/Piazza della Vittoria al costo di un altro sfregio paesaggistico e di un nuovo snaturamento, l’ennesimo dopo il prolungamento del porto negli anni ’80. Ci chiediamo cosa sarebbe potuto succedere se fosse passata la proposta di ecomostro portuale che avrebbe acuito ulteriormente i fenomeni erosivi.
Quel che sta succedendo è esattamente quello che Legambiente Arcipelago Toscano denuncia da anni con osservazioni agli strumenti urbanistici presentati da diversi Sindaci: un incremento progressivo dei fenomeni erosivi che sarebbe arrivato al punto di non ritorno, con la creazione di "vortici" Erosivi alla radice dei moli che i successivi interventi di "difesa" spostano solo un po’ più in là, come successo con l’intervento a Piazza della Vittoria.
In un Paese dove in meno di un secolo è scomparsa una spiaggia che andava dal Cotone al Moletto del pesce - in parte trasmigrata nel porto creando la spiaggia di sabbia del Capitanino, e in parte scomparendo del tutto - è evidente che esiste un grossissimo problema che, sta mettendo a rischio i giardinetti (dove la spiaggia si è abbassata di oltre un metro nonostante i continui ripascimenti), e la parte più esposta di un lungomare unico. E’ chiaro che questa situazione, arrivata a un punto di rottura, non si risolve con interventi tampone di emergenza – che si rendono purtroppo necessari - come quello in corso.
Il lungomare di Marciana Marina e quel che rimane delle sue spiagge devastate da un’erosione indotta dall’uomo e da scelte urbanistiche e infrastrutturali sbagliate del passato, hanno bisogno di un radicale intervento di ripristino che restituisca loro l’originaria bellezza. E’ necessario un ripensamento condiviso per non perdere un bene comune e una risorsa di tutti.
Nei primi anni ’90 l’allora Amministrazione Comunale di Pasquale Berti, resasi conto dei fenomeni innescati dal prolungamento della diga portuale, presentò alcune ipotesi che furono prese in considerazione per essere finanziate con fondi europei, poi non se ne fece nulla in seguito a vicende politico-amministrative. Tra le ipotesi c’era anche quella di una diga soffolta per impedire l’erosione della spiaggia della Marina, non certo scogliere appiccicate alla costa. Crediamo che bisognerebbe ripartire da quelle proposte, verificarle alla luce delle nuove capacità di calcolo e conoscenze scientifiche, e avviare al più presto un grande progetto per fermare l’erosione e ripristinare la naturalità perduta della costa urbana marinese, anche con interventi di valorizzazione puntuale.
Sappiamo che è un progetto ambizioso e difficile da realizzare, anche perché stiamo parlando di una spiaggia di ghiaia e non di sabbia, ma sarebbe l’occasione per rivedere gli errori – spesso inconsapevoli – commessi nel passato in nome di uno sviluppo che invece ci ha portato a perdere una preziosa risorsa economica e ambientale e a mettere a rischio parte del paese.
La Regione Toscana sta da anni finanziando costosi interventi per tamponare l’emergenza, è ora che, insieme al Comune di Marciana Marina metta mano a un progetto di ripristino complessivo realizzato coinvolgendo la popolazione marinese. Chiediamo al consigliere regionale marinese Gianni Anselmi e alla Sindaco Gabriella Allori di farsi promotori da subito di iniziative che vadano in questo senso.
Il magnifico lungomare di Marciana Marina ha bisogno più che mai di passare dall’emergenza alla rinascita.