In questa difficilissima fase post Covid-19, nella quale le nostre imprese turistiche cercano a stento di ripartire con la stagione, ecco che una nuova emergenza coinvolge l’Elba.
Anche il settore dell’approvvigionamento dei carburanti da trazione, elemento fondamentale per il nostro sistema produttivo e turistico, sta affrontando gravi interrogativi sul suo futuro.
Le modalità adottate fino a pochi giorni fa si sono fondate sulla sicurezza costituita dal deposito costiero di carburanti di Elbana Petroli, impresa nostra associata, che ha garantito responsabilmente un impeccabile servizio per decenni, rivestendo un ruolo essenziale per il territorio.
Questa soluzione è stata dettata per anni dall’opzione per l’approvvigionamento via mare con bettolina unito ad una distribuzione capillare ad ogni stazione di rifornimento presente sull’isola, servita nel periodo di punta anche più volte al giorno data la ridotta capacità dei serbatoi.
Ultimamente emergerebbero scelte di modalità logistiche diverse attraverso bilici di enormi proporzioni destinati a sbarcare sull’Elba previo trasporto su nave dedicata, per le quali non esistono ancore garanzie di accosto stabile e sostenibile.
A questo si aggiunge la prospettiva di un grave appesantimento del traffico sulle nostre strade notoriamente strette in un sistema viario fragile e con frequenti limiti di carico e di stazza, nel quale la sola sosta per lo scarico può costituire una significativa interferenza.
Per rendersi conto delle proporzioni, dati alla mano, la media del gasolio e della benzina distribuiti in questi anni sull’isola (per complessivi 17/18 milioni di litri annui) genererebbe la movimentazione di circa 700/800 veicoli Tir concentrati per circa l’80% nei mesi estivi.
I presagi di ciò che potrebbe accadere si sono già intravisti in occasione della corsa straordinaria autorizzata in via d’emergenza qualche giorno fa: distributori sforniti dopo poco e altri esclusi dal rifornimento, proteste per il traffico, servizi pubblici rimasti senza carburante.
Se questo basterebbe a paralizzare qualsiasi territorio, il nostro ad alta vocazione turistica vedrebbe compromessa in toto la nautica da diporto con danni economici inestimabili.
Questi gravi rischi impongono un urgente intervento delle istituzioni e della politica, in quanto non può essere pregiudicato un servizio con connotati di pubblica utilità che deve essere garantito con continuità in ogni stagione e indipendentemente dalle condizioni meteo.
Non possiamo aggravare dal punto di vista ambientale e della stessa vivibilità il nostro territorio, già fragile per la sua condizione insulare, quando si fa un gran parlare di turismo sostenibile e di qualità della vita.
Da questa incertezza emerge purtroppo un dato sicuro: il rischio di chiusura di un’importante attività produttiva elbana ed un ennesimo problema occupazionale per i suoi 10 dipendenti.
Se il problema rimane solo di natura economica, si cominci a ragionare su un possibile intervento pubblico di sostegno al trasporto via mare per colmare un evidente svantaggio competitivo nel prezzo di erogazione affinché si trovino reali soluzioni che ci permettano di non essere ancora una volta perdenti a causa delle differenze con la terraferma.
Franca Rosso
Presidente Confcommercio Elba