Non sono solita scrivere ai giornali per protestare e lamentarmi, se lo voglio fare mi rivolgo direttamente a chi può e vuole fornirmi una risposta, ma quando questo soggetto latita.
Voglio parlare dei cambiamenti relativi al traffico e ai parcheggi della zona portuale. Questa zona, oltre ad essere un luogo di servizi e di negozi è anche abitata da decine di famiglie.
Con la chiusura di Via Fucini, voluta dai commercianti di quella via, si sono persi circa 12 parcheggi, altri 12, fra l’altro bianchi e quindi non a pagamento, nella parte rivolta al mare, per fare posto alle auto che si imbarcano sulla Blu Navy.
I posti bianchi eliminati erano gli unici superstiti della Portoferraio centrale, non se ne trovano praticamente più se non spostandosi di molto dal centro. Questo taglio ha permesso a Blue Navy di avere “ben 10 posti in più” nelle sue corsie di imbarco (un 5% quindi, visto che traghetta 200 auto). Cosa comporti un numero del genere sul totale delle macchine in attesa di imbarcarsi non è dato sapere. Conosciamo bene invece l’importanza di 12 posti liberi in quella zona.
Per allungare la corsia di imbarco si è anche provveduto ad abbattere tre lampioni della pubblica illuminazione, rendendo così l’area ancora più buia di prima ( e chi la frequenta sa di cosa parlo).
Si sono persi poi ancora parcheggi per aver cambiato, nella zona che guarda i portici, l’orientamento, da lisca di pesce a paralleli al marciapiede.Inoltre sempre questi, sono stati diminuiti per far posto alle strisce pedonali (sacrosante) e ben 3 posti per il parcheggio dei motorini.
Da che mondo è mondo il posto per gli scooter si ricava di solito da aree che non dispongono della metratura necessaria per il parcheggio di un’auto.
Vogliamo parlare poi del posto per disabili a ridosso del marciapiede e disegnato con la zebratura gialla sul retro invece che a lato? Quelle strisce servono per agevolare l’uscita della persona disabile e, nel caso, della carrozzina. Posta sul retro non si capisce a cosa debba servire. Forse si ipotizza un’uscita del disabile e del suo ausilio dal portellone posteriore di un furgone? E ancora, non sarebbe stato più facile per lui o per lei parcheggiare in un posto a lisca di pesce, invece di dover fare difficili manovre per schivare motorini ed auto che, per mancanza di posti macchina, si affiancano a quello spazio che doveva invece essere occupato dall’area riservata all’entrata e alla discesa della persona disabile?
Si è fatta la scelta del senso unico, giustamente secondo me, quindi si è già recuperata una corsia. Non si poteva lasciare i posti a lisca di pesce? Ma i residenti dove devono parcheggiare le loro auto, e i turisti che in quel tratto di strada si fermano per acquistare i biglietti per le navi, per fare le prenotazioni, per bere un bicchiere d’acqua nei bar del vicinato a quale santo devono rivolgersi per avere almeno un’area di fermata?
Insomma come al solito bisogna subire le decisioni di chi quelle zone le conosce poco e cerca di evitarle il più possibile per la confusione che vi regna. Non dico che non si poteva o doveva cambiare, ma almeno provvedere in maniera più ragionata e a piccoli passi. Quest’anno con il senso unico potevano essere lasciati i parcheggi a lisca di pesce e vedere come funzionava la circolazione, senza farsi prendere dalla mania di fare tutto e subito.
Ancora una domanda: ma quando le compagnie di navigazione, a fine stagione, lasceranno i nostri porti, tutti quegli spazi predisposti solo per loro, quale ruolo sociale avranno per la città? Se le nostre strade non ce la fanno a sostenere il traffico e la sosta delle auto che giornalmente i traghetti trasportano, allora credo che doveva esserci da parte degli organi competenti una valutazione più attenta e precisa di quello che navi di così grande capienza avrebbero prodotto.
E non mi venite a dire che il Comune… che l’ Autorità Portuale… ai comuni cittadini, sempre bistrattati, se non ricoprono un ruolo specifico all’interno delle “corporazioni delle arti e dei mestieri” non interessano le beghe tra enti, interessa però che l’ente di riferimento a loro più vicino ( il Comune, in questo caso) si preoccupi delle conseguenze che le proprie scelte comportano sulla vita quotidiana dei suoi abitanti.
Potevo, come successo in tanti altri casi farmi portavoce di un gruppo di residenti, recarmi casa casa a raccogliere firme, ma questa invece è sola la mia modestissima opinione. Non so se qualcuno si vorrà esprimere sul problema posto , ma so benissimo che in tanti condividono ciò che ho cercato di spiegare.
Eleonora Galli