«Il Sottosegretario Fraccaro mi ha informato che la questione ecoballe è stata inserita nell’OdG della riunione del Consiglio dei Ministri in programma per domani. Il piano operativo, preparato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, sarà domani (23 luglio) sul tavolo del CdM. Manca solamente il parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’obiettivo è la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale che consenta di nominare un Commissario con poteri di deroga per programmare e realizzare in tempi brevi le operazioni di recupero delle 45 tonnellate di plastica rimaste sui fondali del Golfo di Follonica.
Dobbiamo disinnescare una vera e propria bomba ecologica che può causare un gravissimo danno all’ecosistema marino senza dimenticarci dei pescatori che, nel corso degli anni, hanno ripescato e riportato a terra alcune ecoballe, contribuendo a ridurre il rischio ecologico. Pescatori che non sono mai stati indennizzati nonostante le ore di lavoro perse e i danni che, in alcuni casi, le loro imbarcazioni hanno subito durante le operazioni di recupero. Le ecoballe sono anche un pericolo per l’economia della zona di cui la pesca e soprattutto il turismo rappresentano settori chiave.
Continuerò a seguire con la massima attenzione l’evolversi della vicenda, anche mantenendo i contatti con Angelo Borrelli che in passato ha mostrato grande attenzione per le tematiche che riguardano la provincia di Livorno. Se il principale obiettivo è occuparci del recupero non possiamo però dimenticare due importanti aspetti su cui è necessario fare chiarezza. Il primo riguarda la polizza fideiussoria rilasciata per coprire i danni che avrebbero potuto essere causati dal trasporto del carico di rifiuti di cui le ecoballe facevano parte. Una fideiussione svincolata, e dunque restituita,
dal Presidente della Regione Rossi nonostante si fosse effettivamente verificato un grave danno ambientale durante le operazioni di trasporto. La fideiussione era di circa tre milioni di euro: importo che avrebbe potuto coprire interamente i costi di recupero. Occorrerà dunque fare chiarezza sul perché la somma sia stata così superficialmente restituita. La seconda questione riguarda l’individuazione di tutte le ecoballe. Sappiamo che ne furono sversate in mare 56, ma durante le diverse operazioni di ricerca e localizzazione non sono mai state rintracciate tutte.
Analizzando l’intero tragitto della nave che le trasportava l’Associazione Greenpeace ha ipotizzato che le ecoballe potrebbero essere state sversate in altri punti. Sarà dunque essenziale verificare quante ne verranno ripescate al largo dell’Isola d’Elba per scongiurare il pericolo che altre rimangano sui fondali.
Si tratta di due temi che adesso vengono messi in secondo piano, data la priorità assegnata al recupero dei rifiuti, ma che in futuro sarà necessario approfondire perché l’emergenza potrà dirsi conclusa solo quando sui fondali marini non rimarrà più nulla di quel carico nocivo e quando finalmente sulla vicenda si sarà fatta completa chiarezza».