“Quante balle sulle ecoballe”. Sembra - ma non è - una battuta ad effetto, visto che non è proprio il caso di scherzare sulla vicenda ormai in atto da cinque anni, con 65 tonnellate di plastica finite nelle acque fra il golfo di Follonica e l’isola d’Elba, nei fondali dell’isolotto di Cerboli.
A pronunciarla è Claudio de Santi, già sindaco di Rio nell’Elba, oggi esponente politico regionale di Forza Italia, dopo l’interrogazione parlamentare presentata al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dall’onorevole forzista Stefano Mugnai, che del partito azzurro è coordinatore regionale.
“Questa vicenda – commenta de Santi – ci sta particolarmente a cuore, visto che Cerboli, isolotto fra l’altro contraddistinto come Zona A di protezione integrale del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, oltretutto fa parte del territorio del ‘mio’ comune di Rio nell’Elba, oggi comune di Rio. Dopo anni di continui rimbalzi di responsabilità, vediamo riemergere questa triste storia, tipicamente italiana sotto questo aspetto, proprio nel momento più delicato per il nostro sistema turistico e ambientale, che cerca di salvare la stagione estiva e di gestire i flussi turistici post-COVID in una situazione che definire di emergenza è dire poco”.
“Gravissimi i ritardi del Ministero dell’Ambiente, che ha dapprima nominato un commissario straordinario per il recupero delle eco balle, per poi vederne bloccato l’operato da cavilli burocratici; altrettanto gravi gli atteggiamenti del Presidente della Regione Toscana Rossi, il quale ha dapprima dichiarato la propria incompatibilità e poi – come ricordano le accuse dettagliate dell’associazione ambientalista Greenpeace – nonostante avesse tre milioni a disposizione per il recupero li ha svincolati e restituiti. Il tutto contornato da richieste di emergenza nazionale che non hanno portato a nulla, dato che la Protezione Civile ha risposto dicendo che non era possibile riconoscere lo stato d’emergenza perché l’origine della criticità non è un fenomeno naturale ma antropico, provocato dall’uomo. Bene ha fatto l’onorevole Stefano Mugnai a portare la questione all’attenzione del Parlamento”.
“E’ l’ora dei fatti, con il Governo e la Regione che debbono fare la loro parte subito e fino in fondo: a cinque anni esatti dall’inizio di questa paradossale vicenda ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Il mio appello – conclude Claudio de Santi - va anche alle istituzioni locali, dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano alle stesse amministrazioni comunali, affinché facciano sentire forte la loro voce per tutelare in primis l’ambiente che ci circonda ma anche , di riflesso, l’immagine di un isola che non può perdere il suo fascino e la sua attrattività turistica per delle omissioni e dei rimpalli di responsabilità così gravi e protratti nel tempo”.