Questa, in sintesi, la situazione emersa dalla conferenza stampa che Sindaco e Vice hanno tenuto in sala consiliare nella giornata di venerdì 24 luglio.
La ricostruzione della vicenda di Mariangela ed Enrico (nota al Comune dal giorno 9 luglio) che al momento hanno trovato un'alternativa dignitosa al dormire in auto, grazie all'associazione di volontariato “Insieme per l'Elba”, è stata l'occasione per inquadrare una situazione di vera e propria emergenza abitativa, nonostante Portoferraio, con circa 450 appartamenti pubblici (gestiti da Casalp) sia dopo Livorno e Piombino il Comune con il patrimonio abitativo pubblico più consistente della Provincia.
Uno stabile semipericolante nella parte alta della città, alcune altre famiglie con problemi abitativi, alcuni sfratti incombenti che, bloccati per l'emergenza Covid, torneranno a mordere il tessuto sociale di Cosmopoli con il nuovo anno, sono i numeri di una vera e propria emergenza sociale che sta prendendo corpo.
E qui serve unire le forze, ha sottolineato, il Sindaco, per accelerare il turnover delle abitazioni pubbliche che si liberano (oggi la burocrazia, per attivare un subentro, impiega 8 mesi, se va bene), per insieme all'ASL (che riceve dal Comune 160mila euro l anno per i servizi sociali) e al volontariato, trovare quelle risposte veloci che l'emergenza richiede, anche facendo ricorso al mercato privato dell' affitto.
Un aiutino in tal senso viene dalla Regione Toscana, che proprio nelle ore della conferenza stampa ha comunicato agli uffici la disponibiltà di una cifra di 38 mila euro, che aggiunti ai 70 mila stanziati dal Comune consentiranno di far fronte a tutte le richieste di contributo affitto pervenute per il Covid.
Tornando al caso specifico di Enrico e Mariangela, si tratterà di vedere ora se alle parole seguiranno i fatti, se cioè questa dichiarata volontà di fare rete con tutti i soggetti si tradurrà, da parte del Comune, in un contatto con quell'Associazione che con rapidità ha tolto per tutti questa castagna dal fuoco, per gestire insieme la soluzione più rispettosa possibile della dignità di queste persone, a partire dall' unità del nucleo familiare. Noi continuiamo a pensare infatti che gli stessi interventi psocologici e sanitari che dovessero essere ravvistai come necessari, siano più facilmente praticabili a partire da una dignità abitativa che consenta serenità.
CR