Per me, che vivo sull’Isola dodici mesi all'anno, progettare interventi di miglioramento dell'ospedale di Portoferraio è una questione di coerenza. Negli ultimi 20 anni ho vissuto il dibattitosulla sanità locale sia come Amministratore che come consigliere di opposizione al fianco di vari Sindaci, anche di centrosinistra. In tanti abbiamo combattuto invano contro i mulini a vento della Regione Toscana, che non ha mai ascoltato la voce del nostro territorio.
Molti dei miei concittadini ricordano bene la manifestazione del febbraio 2007, a cui parteciparono neonati e anziani, lavoratori e pensionati, imprenditori e rappresentanti di categoria. C’erano tutti i Sindaci in prima fila con la fascia tricolore, le associazioni, i comitati. C’erano i dipendenti dei Comuni (anche quelli di Portoferraio, con qualche strascico polemico) e tante aziende, grandi e piccole che avevano concesso un permesso retribuito ai loro dipendenti: dalla Conad all’Esaom, dalla Banca dell’Elba all’Acqua dell’Elba. C’erano tanti commercianti, perchéi negozi erano quasi tutti chiusi. Oltre a tutte le categorie economiche e lesocietà sportive, c’era anche una miriade di ragazzi delle scuole, che hanno dato uno straordinario contributo di qualità, fantasia e responsabilità.
Questa straordinaria manifestazione fu organizzata in occasione dell'arrivo della Commissione Sanità della Regione Toscana, che aveva accettato l'invito dell'allora CONSIGLIERE REGIONALE E VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE STESSA, Stefano Mugnai (Forza Italia). I Commissari si trovarono davanticirca 7000 persone che protestavano control’annunciato smantellamentodel presidio ospedaliero di Portoferraio, che volevano salvarlo dalle politiche malsane con cuila maggioranza di centrosinistra ha devastato la sanitàdella Regione, e in particolare i piccoli ospedali come il nostro, che d'inverno serve a 30000 isolani, ma d’estate deve rispondere ai bisogni dicirca 300000 persone.
Con quell’iniziativa riuscimmo a vincere una battaglia per l’Isola, ma il Presidente Rossi, affiancato prima dall'Assessore Maroni e poi dall’Assessore Saccardi, non ha mai rinunciato agli insensati piani di tagli e chiusure che ci minacciano e impediscono di valorizzare le potenzialità del nostro Ospedale.
Il principale problema è, da sempre, la situazione della terapia intensiva, alla cui mancanza si sopperisce con il dispendioso servizio di elisoccorso: nonostante la presenza di ottimi anestesisti e chirurghi nello staff locale, il Pegaso si alza spesso in volo anche per interventi di routine. A nessuno sfugge che l’allestimento di due camere dedicate alle cure intensive consentirebbe di evitare un enorme danno erariale, ma questo è un argomento che l’Amministrazione regionale ha sempre ignorato. Forse la Corte dei Conti potrebbe invece trovarlo interessante.
Un’altra questione importante riguarda il pieno funzionamento della camera iperbarica, perché sulla costa strutture analoghe si trovano solo a Grosseto e Pisa, ma per interventi di emergenza, come quello effettuatovenerdì scorso su un subacqueo, ogni istante è prezioso. L’incremento del personale specializzato è fondamentale perché, oltrea salvare vite negli incidenti da decompressione, una camera iperbarica di ultima generazione come quella del presidio di Portoferraio può risolvere problematiche conseguenti a svariate patologie, attraendo pazienti da tutta la penisola.
Insomma,l’Elba ha figure professionali ed esigenze di primo piano in ambito sanitario, quello che manca sono le strutture e le politiche per valorizzare le prime e soddisfare le seconde. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia, né farci illudere dai discorsi di chi è abituato a promettere e non mantenere. E per questo serve un segnale dal Presidente della Conferenza dei Sindaci: perché non cominciare con un tavolo di discussione in cui l'ASL e i Direttori Sanitari di zona informino i Sindaci e i Comitati cittadini sul futuro del nostro Ospedale?
Adalberto Bertucci