Gli elettori, con i risultati delle ultime elezioni, il Referendum (con l'ottimo 30% del No) e le Regionali, al di là delle implicazioni immediate, di stabilità per il governo e di buon governo per le Regioni interessate, a cominciare dalla Toscana, mandano un segnale importante, quasi a finire una stagione: chiudere con la politiche populiste e personalistiche, la cosiddetta politica "antipolitica e antistituzionale", quella che ha fatto le fortune, dai 5stelle alla Lega e qualche personaggetto nel "centro-sinistra", fondata sul mantra, non c'è più sinistra ne destra, non c'è più antagonismo sociale e conflitto politico, ideologico, tra visioni, prospettive e referenti sociali diversi, ecc.....
Lo stesso voto, nello schieramento della Destra, ha premiato più le capacità di governo amministrativo dei vari Zaia o Toti o la connotazione di destra che governa della Meloni, che non le campagne populiste e demagogiche di Salvini, alla ricerca sempre del capro espiatorio (da Roma ladrona, ai migranti, al Sud, ai politici) dei problemi che un politico dovrebbe invece saper risolvere.
Lo stesso vale anche per i 5Stelle, nato con i propositi di una rivoluzione moralizzatrice e innovativa della politica e delle istituzioni, ma ridimensionato dal loro solipsismo, con la loro tuttora deleteria, presa di distanza dalle responsabilità condivise di governo di Regioni ed altri enti amministrativi e dal cavalcare ancora l'antistituzionalismo delle assemblee rappresentative, la ritrosia a costruire o consolidare coalizioni e programmi di governo, anche locali. Possiamo dire che da questa tornata elettorale esce, da una parte colpita l'antipolitica, che ha egemonizzato questi ultimi anni con sistemi politici populisti e demagogici, privi di progetti e prospettive alternative e dall'altra si intravede una spinta ad aprire una prospettiva di sinistra nel Paese, a restituire alla politica schemi e contenuti alternativi, sociali e valoriali, tra visioni diverse, competitive tra loro. In questo nuovo e potenziale contesto il PD di Zingaretti ne esce rafforzato, per due motivi: come primo partito del Paese e della stabilità e prospettiva per la coalizione di governo e come soggetto "politico", collettivo, organizzato affidandogli il compito di ricostruire e rappresentare una nuova sinistra ed uno schieramento alternativo ad una destra più estrema, più pragmatica (Meloni e FI), ma più vogliosa di governo (dimenticandosi le fughe papetiane da esso di Salvini). È un compito che, sia Zingaretti, sia gli attuali dirigenti del PD, devono porsi e far suo per mettere a punto tutte le potenzialità, appunto, che questo voto consegna. È uno dei motivi per i quali si è votato ed ho votato PD e superando quelle posizioni, pur rispettabili, ma minoritarie, che ritengono possa nascere a sinistra di questo PD uscito da queste elezioni, un altro partito di sinistra, oltre quelli che ci sono ed i vari tentativi e progetti (ultimo quello di Art. 1 o SI), che si sono vanamente succeduti in questi anni, anche con giusti motivi, di critica e di opposizione a scelte liberiste, antipolitiche e personalistiche della precedente esperienza del PD. Si può ripartire da qui
PS. All'Elba, come mi sembra anche a Piombino e in Val di Cornia, questo compito del PD si rende ancora più urgente, proprio per la forza della Destra, anche se il confronto si dovrà appunto spostare sempre più su alternative di governo e programmatiche dove la sinistra dovrà recuperare tutta una sua identità, capacità di rappresentanza sociale e valoriale ed esprimere classi dirigenti e personsle, coerenti alle visioni ideali ed ai progetti condivisi. C'è nel voto elbano queste potenzialità che aspettano impegno unitario, solidarietà e responsabilità di tutti coloro che intendano promuovere una nuova prospettiva di sinistra all'Elba.
Pino Coluccia