Spettabile Direttore
Ho apprezzato la lettera di un genitore che avete pubblicato nella mattinata di ieri e vorrei esprimermi nello stesso senso.
Sono il padre di un alunno dell'Isis Foresi di Portoferraio.
Alcuni giorni fa mio figlio, tornato a casa da scuola, mi ha informato che quella mattina era stata comunicata la chiusura del suo plesso per un caso di positività al Coronavirus.
Voglio premettere che non sono una di quelle persone che minimizza o nega la pericolosità del Coronavirus; anzi sto sempre attento a rispettare scrupolosamente le regole e pretendo che anche i miei figli facciano lo stesso, per la salute loro,dei loro amici e di tutta la comunità, soprattutto dei più fragili.
Detto questo mi chiedo però se fosse veramente necessaria e per quanto si vuol fare andare avanti questa chiusura. Un caso isolato non denota un focolaio ma è più che prevedibile si possa verificare in una scuola di quasi 800 studenti. Chiudere ogni volta che si accerta un contagio isolato significa non aprire mai. L'attenzione DEVE essere tenuta alta ed è più che legittimo stabilire nuove limitazioni, ma queste devono seguire le indicazioni dei medici e devono sempre partire da una valutazione rischi-benefici (ma sicuramente è stata fatta e comunicata ma io la ignoro).
Secondo i dati diffusi dal Ministero il rischio di contagio tra i banchi è estremamente contenuto e si annulla praticamente nel momento in cui tutti i contatti vengono tracciati e la classe messa in quarantena.
Io non posso dimenticare lo stato d'animo dei miei figli quando, l'inverno scorso,è stata comunicata la chiusura delle scuole. All'inizio ne erano quasi euforici, poi la situazione non stava cambiando e quella che doveva durare un paio di settimane è diventata una situazione permanente e l’idea di tornare a scuola con i compagni è sfumata con la DAD. I loro ritmi, le loro abitudini, la loro socialità sono stati sconvolti e soprattutto è cambiato drasticamente il loro modo di vivere la scuola dato che era compromessa la loro capacità di apprendere le spiegazioni quotidiane e restare concentrati.
Il mio pensiero va anche ai figli meno fortunati,che la possibilità di seguire la DAD neanche la hanno e non solo per motivi economici (situazioni di famiglia complicate, assenza di connessione), possiamo accettare che ci siano ragazzi di serie a e di serie b?
Lo scorso anno attivare la DAD è stata la cosa più giusta da fare,eravamo in emergenza, non sapevamo come comportarci. Ritirarsi e prepararci era la cosa più saggia.
Oggi però gli strumenti li abbiamo e vengono già in larghissima parte applicati anche al Foresi (devo ringraziare il Dirigente e lo staff per come avevano organizzato la presenza). Siamo davvero sicuri che arrendersi a lasciare i ragazzi a casa, affidarli ad uno schermo come unico mezzo di apprendimento, mentre in tutto il resto d'Italia le scuole vanno avanti, sia la scelta giusta?
Personalmente credo che sarebbe opportuno aumentare la guardia, sensibilizzare i ragazzi e dare la possibilità a chi ha familiari a rischio di seguire da casa le lezioni. Il rischio, secondo gli esperti non è in classe. Questo però resta il mio parere personale, la Segreteria avrà avuto sicuramente le sue ineccepibili ragioni.
Un genitore