All’Elba abbiamo alcune consolidate certezze e una di queste è il dibattito sull’aeroporto. In questi giorni si sono sentiti molti autorevoli pareri e anche Confesercenti sente di dover esprimere il proprio parere cercando di analizzare la questione senza lo spirito della tifoseria ma provando ad attenersi ad argomentazioni oggettive.
L’aeroporto dell’Elba non potrà mai sostituire il trasporto marittimo ed esaurire le necessità di trasporto dei nostri ospiti e questo dipende sia da un fattore dimensionale dell’aeroporto stesso che dalla relativa vicinanza dell’Elba al continente tale da rendere comunque appetibile il viaggio in traghetto per poter trasportare l’auto e le proprie cose. E allora a chi serve?
Chi conosce il turismo profondamente sa che ormai i clienti sono di mille tipi diversi. Non esiste più “il turista” ma esiste il turista che sta una settimana e che viene con famiglia, il turista che viaggia in coppia, quello che viaggia con amici, quello che fa il weekend, quello che non ha tempo… giusto per fare degli esempi.
Negli anni poi, le modalità di consumo della vacanza da parte dei turisti, si sono evolute in mille forme e uniti alla compressione della permanenza media, sempre più breve, hanno piano piano portato ad evidenziare nella problematica “tempo” una delle variabili crescentemente considerate dall’utenza. Si deve poi considerare che proprio le mutate modalità di consumo della vacanza da parte dell’utente hanno portato a fare più viaggi nell’arco dell’anno frazionando il monte giorni disponibili in più soggiorni di breve durata più sensibili al fattore tempo necessario per raggiungere la meta.
E’ ormai chiaro che nel settore del trasporto marittimo da e per l’Elba i prezzi sono stati fortemente calmierati da una maggiore concorrenza eppure non si sono raggiunte ugualmente le presenze che l’Elba aveva raggiunto in passato; e questo nonostante il gradimento dell’utenza sia sempre molto alto.
La pandemia da Covid-19 ci ha insegnato che sia la stagione 2020 che quella 2021 (per quello che si sta prospettando) hanno portato un’altissima richiesta. L’impossibilità di fare vacanze all’estero utilizzando i voli ha portato molti connazionali a scegliere l’Elba, una meta di prossimità con un’ottima qualità ambientale. Coppie giovani e gruppi di ragazzi che ormai non si vedevano più, hanno ricominciato a prenotare soggiorni e mangiare nei ristoranti. Ma anche coppie di medio/alto reddito che in altri anni andavano altrove.
Tutti sanno che all’Elba sono state fatte meno presenze degli anni precedenti ma nel cuore della stagione, le strutture sono state vendute a prezzo pieno, senza sconti lastminute, con una marginalità maggiore per le strutture ricettive. Quindi il prodotto Elba, per quanto sempre migliorabile non è un prodotto stanco ma un prodotto che tira ancora, che interessa l’utenza.
Appare quindi evidente che in questi due anni l’Elba abbia magicamente recuperato quella fascia di utenza persa nel tempo a causa di globalizzazione, euro e voli lowcost a beneficio di Spagna, Grecia, Croazia e sud del Mediterraneo. Dovrebbe però essere altrettanto evidente a tutti che quando la pandemia passerà, svanirà questo effetto “doping” del turismo elbano e torneremo ad un’Elba che nel tempo ha sofferto la perdita di una ingente fascia di potenziale clientela italiana, senza al contempo riuscire ad intercettare una corrispondente fascia di clientela straniera, proprio per la mancanza di collegamenti veloci (leggi collegamenti aerei).
Ne consegue che gli stranieri che vengono all’Elba, sono sempre meno disposti a fare un giorno intero di viaggio per venire da noi da Germania e Olanda e altrettanto per tornare a casa. Gli italiani che hanno poco tempo e non vogliono perderne per il viaggio, persone che corrispondono spesso a target con capacità di spesa maggiore, sono meno disposti a venire all’Elba e preferiscono fare un weekend in Sardegna o Corsica, dove possono farlo con l’aereo.
Il nostro aeroporto non ha solamente il problema della lunghezza della pista, conosciuto ai più, ma anche il fatto che la stessa non sia illuminata e che pertanto non sia possibile volarvi in gran parte delle ore del giorno (e in bassa stagione sono addirittura ancora meno per effetto delle minori ore di luce) e questo rende poco fattibili i soggiorni brevi per i quali facilmente il cliente vorrebbe sfruttare al massimo le giornate; ovvero proprio i casi in cui il volo solitamente risolve i problemi di tempo.
L’aeroporto deve essere messo in condizioni di poter ricevere voli h24 con velivoli di almeno 70 posti in modo da rendere redditizio per le compagnie fare linee sull’Elba e al contempo renda i flussi tangibili per la nostra economia.
In tal modo potranno crearsi flussi di clientela attualmente assente sul nostro territorio, turisti dei due/tre giorni in bassa stagione, stranieri di nazionalità ora assenti sull’isola ma anche nuovi possessori di seconde case che potranno in tal modo sfruttarle meglio. Maggiore appetibilità per nuovi investimenti privati.
Per le motivazioni sopra esposte in una breve e semplificata sintesi, è assolutamente surreale che ancora oggi ci si interroghi sul fatto se sia o meno necessario lo sviluppo dell’aeroporto dell’Elba perché si tratta di una scelta assolutamente strategica e indispensabile per il futuro della nostra destinazione turistica.
Sarebbe stato opportuno che il Sindaco del Comune in cui l’aeroporto ha sede facesse menzione anche di quanto sopra e dell’enorme risorsa che può essere per tutta la nostra Isola. Limitarsi a dire che sull’argomento “deciderà il Comune con i suoi cittadini” ci sembra davvero poco comprensibile oltreché non condivisibile per un impianto di valenza comprensoriale. E poi, ci chiediamo su cosa esattamente potrebbero decidere e con quali strumenti e informazioni?
Ci chiediamo ad esempio se i cittadini del Comune di Campo nell’Elba siano sufficientemente informati sull’argomento, se l’Amministrazione stessa ha considerato le argomentazioni a sostegno degli investimenti su questa infrastruttura strategica. Ci si dovrebbe attendere un’Amministrazione propositiva sul suo sviluppo e non passiva e in attesa di eventi che senza un intervento proattivo difficilmente possono materializzarsi. Sembra quasi che si voglia il definitivo fallimento dell’aeroporto. Struttura per altro che sarebbe il caso di iniziare a considerare come risorsa elbana e non solo di Campo nell’Elba, ossia come tale, da gestire attraverso istituzioni politiche locali e regionali, oltreché confrontandosi con le categorie economiche. Con l’occasione auspichiamo anche una sollecita ed ufficiale apertura dell’Osservatorio di Destinazione Turistica (OTD), al fine di attuare strategie di programmazione del turismo coerenti con l’identità e lo sviluppo del nostro territorio e considerando anche l’opportunità di contestualizzare nelle suddette l’organizzazione e le potenzialità dell’Aeroporto dell’Isola d’Elba.
Confesercenti Isola d’Elba