1. Politica e ambiente
Le cronache politiche anche di questi giorni a Pisa, in Toscana ma anche nel resto del paese vedono l’ambiente al centro di polemiche spesso fuori controllo che coinvolgono la politica e non pochi politici che non sanno venirne a capo.
Le vicende dei parchi e non solo in Toscana hanno assunto un ruolo importante confermando che sui temi ambientali permangono aspetti irrisolti sul piano culturale e istituzionale che producono effetti negativi sul piano politico anche nella gestione dei parchi che risulta vittima dei litigi anche all’interno dello stesso partito.
Devo dire che personalmente poco tempo fa scrissi compiaciuto; l’ambiente torna sulla scena, ci torna però con tutti questi limiti e sconcertanti banalizzazioni come quella di definire l’ambiente transizione ecologica.
Non torno sugli effetti prodotti da questa decisione a partire dal governo e quello che era il ruolo del ministero dell’ambiente a cui ho dedicato recentemente un documentato contributo al quale rinvio. Ma non posso ricordare che l’aspetto che più colpisce di questa NOVITA’ è che l’ambiente, quello che ha impiegato anni a dotarsi di nuove leggi, come quella sui parchi, la tutela ambientale oggi è ORFANA di un ministero e anche di un ministro.
Ecco perché è indispensabile e urgente rilanciare queste politiche sia sul piano nazionale e non solo locale oggi oggetto di scorrerie polemiche dove gli insulti prevalgono su qualsiasi proposta. E’ vero che il vaffa non richiede adeguate competenze e conoscenze. Ma non è meno vero che così resteremo senza una politica e una gestione degna di questo nome.
2. Come uscire dalla crisi dei parchi
La prima condizione parlando di parchi e quindi di ambiente, sottolineare che oggi l’accostamento ossia il rapporto tra i due aspetti non è assolutamente scontato.
Sui parchi è necessario ricordare che dopo essere riusciti a dotarci di una Legge quadro se ne è sempre più parlato criticamente, partendo dal Parlamento, per cui la prima cosa da fare per molti era modificare la legge. I parchi sono stati così via via invitati ad adeguarsi per rilanciare il territorio, per essere più realisti e altre motivazioni fasulle.
Nel frattempo l’ambiente - territori protetti compresi - sono stati sottoposti alle politiche più rovinose e distruttive, senza che i parchi potessero intervenire efficacemente almeno su quanto avveniva in casa propria. È risultato evidente che le politiche ambientali sul piano nazionale non potevano più sottrarsi dal riconoscere un ruolo determinante anche ai parchi e al Ministero dell’ambiente (o della Transizione Ecologica, come oggi è denominato).
Per questa ragione avevamo proposto al Ministro Costa di promuovere, come Ministero, una iniziativa nazionale per raccordare i vari e diversi ambiti da integrare. Proposta che non siamo riusciti a far passare ma senza la quale le cose non cambieranno. La riproponiamo anche perché sui nuovi impegni di Draghi molto importanti anche l’ambiente può giocare un ruolo importante.
D’altronde perché le istituzioni, Stato, Regioni ed Enti Locali avrebbero dovuto sottoporsi ad un impegno che le espose a critiche e contestazioni per dotarsi di un sistema dei parchi come altri paesi europei e non solo?
Le scelte che oggi siamo chiamati a fare, in riferimento al rinnovo degli organi del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli e dei parchi toscani, devono muovere da qui: da una nuova realtà nazionale e da una situazione regionale che avevamo creduto e sperato imboccasse, dopo tanti ritardi ed errori, una nuova strada che ci eravamo sforzati di delineare con precise proposte. Sforzo finora ignorato e che questa volta riproponiamo sperando di avere più fortuna.
In ogni caso vorremmo che fosse chiaro - non vale solo per la nostra regione - che la crisi dei parchi in attesa di rilancio, di riscatto, di ripartenza dipende anche e non poco dagli stessi parchi a partire dallo strumento principale che è stato per loro previsto dalla legge: il piano, che in molti, troppi, non hanno saputo o voluto fare, anche se il piano - come fu detto - è il parco. Sotto questo profilo il panorama nazionale è tutt’altro che soddisfacente, il che rende ancor più sconcertante il non voler affrontare in una Conferenza Nazionale dei parchi più volte proposta, anche da noi, e ogni volta volte BOCCIATA con i più strambi pretesti. La ragione vera di questo rifiuto è che in quella sede nessuno potrebbe giustificare o nascondere le sue responsabilità.
Tornando alle cose nostre e in primis al parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, constatiamo non pochi dei limiti, errori e ritardi di cui abbiamo parlato, che il parco ha dovuto subire per scelte fatte a partire dal secondo decennio di questo secolo dalla Regione Toscana.
Da cui emerge, senza se e senza ma, la necessità e urgenza di rilanciare il parco sul territorio costiero pisano - livornese con presidenza espressione di questo stesso territorio.
Renzo Moschini