Cari ragazzi, siete sicuri che per "guardare al futuro con speranza e senza timore" sia necessario schierarsi a favore dell'allungamento dell'aeroporto?
Già nella configurazione attuale è in grado di garantire servizi di continuità territoriale di medio/corto raggio. Siete sicuri, poi, che questi servizi di continuità territoriale, anche in un'ottica di maggiore sostenibilità possano passare dall'aereo per un'isola che si trova a un'ora di mare dal continente?
Mentre in Germania pare che a partire dal 2025 saranno aboliti i voli interni, siete sicuri non sia meglio spendere le nostre energie per puntare ad un sostanziale e definitivo (!) miglioramento delle coincidenze nave-treno e ad un accorciamento dei tempi di percorrenza di quest'ultimo nelle tratte da Campiglia (meglio ancora se da Piombino) a Pisa, Firenze, Roma e Milano?
Chiaramente l'insularità complica le cose ma anche io, come voi, vengo da un area con circa 40000 abitanti, il Frignano, che ha anche una vocazione turistica sia estiva che invernale e vanta l'areoporto civile più in alto d'Italia, non per questo, tuttavia, penso che sia una buona idea chiedere che aumenti il numero dei voli o che ne vengano istituiti alcuni, sussidiati, per collegarci meglio alla pianura e al resto d'Italia.
Non credo porterebbe ad uno sviluppo autentico, integrale, anche se a tutti farebbe comodo poter raggiungere Bologna in 15 minuti invece che in 2 ore di auto attraverso strade di montagna.
In generale, poi, penso che fareste una buona cosa concentrandovi, come già fate, più sul come ci si possa impegnare per rendere l'Elba un posto dove stare, un posto dove poter immaginare il futuro, la propria esistenza, piuttosto che uno dal quale sia più facile partire. In questo senso, non credete che l'allungamento della pista sarebbe un passo verso la trasformazione dell'Elba verso l'aspetto più deteriore del turismo di massa, modello Ibiza e tanti altri luoghi stupendi diventati mete mordi e fuggi per masse di giovani e meno giovani preda di un consumismo delle emozioni?
Quella via è tutto fuorchè la via di una maggiore sostenibilità, da ogni punto di vista si voglia intendere questa parola (che più viene utilizzata, meno viene definita). Siete sicuri, infine, che auspicare l'utilizzo di "aerei elettrici"(?) e chiedere che l'aeroporto installi qualche pannello fotovoltaico sia garanzia sufficiente per l'ambiente?
Sul piano sociale la svolta elettrica è una grande incognita si tratta di passare da consolidati rapporti di sfruttamento e relazioni geopolitiche tra paesi produttori e paesi importatori di combustibili fossili a inediti rapporti con i paesi produttori di terre rare. Su quello ambientale, la faccenda è ancora più complessa, a parte il fatto che ad oggi non esistono neanche in fase prototipale aerei di linea alimentati dal fotovoltaico, più in generale l'elettrico non emette gas climalteranti durante l'uso (e questo ne fa uno strumento di grande interesse per risolvere problemi di inquinamento locale, specie nelle grandi aree urbane) ma ne emette durante la produzione (ad oggi molto più che i mezzi di trasporto convenzionali o ibridi-leggeri), durante la ricarica (la cui "pulizia" dipende dal mix energetico, che all'Elba vede le rinnovabili ampiamente sotto la media nazionale), infine lo smaltimento delle batterie al termine del ciclo di vita, o meglio, il loro riciclo è ad oggi una grande incognita. Un ultimo commento sul sistema di trasporto pubblico locale, che avrà le sue carenze (leggo da anni su Elbareport circa le problematiche in tempo scolastico) ma che, a volte, sarebbe sufficiente usarlo per scoprire che è molto meno peggio di come viene dipinto, con autobus a volte vecchiotti ma puliti, generalmente puntuali e servizi come quello Marebus estivo sulla costa-ovest che non possono essere dati per scontati. Purtroppo però un tpl che in estate viaggia spesso desolatamente semi-vuoto, fatta eccezione per qualche turista al quale, spesso, non viene nemmeno permesso di acquistare il biglietto a bordo.
Nella speranza di aver fornito qualche spunto di riflessione
Matteo Lipparini