Francamente mi sento un pò confuso con le affermazioni di molti amici che rifiutano il vaccino in nome di una libertà di scelta, avvallata anche dalla presa di posizione autorevole di Massimo Cacciari. Non dico dei No Vax che sono i No qualsiasi cosa perchè frutto di un complotto che una volta si sarebbe detto demo-pluto-giudaico e adesso global-multinazional-capitalistico. Quello che non capisco che ci si affanna a combattere due pilastri della nostra epoca: la scienza e la tecnologia, nella quale siamo immersi in ogni ambito della nostra esistenza. Sono abbastanza avvertito per sapere che la scienza è oggettiva ma non neutrale e che la tecnologia è in mano a multinazionali ma contiinuo a non capire come quelli che si oppongono a questo stato di cose, rispetto ad una pandemia che per la prima volta nella storia ha assunto dimensioni mondiali, avrebbero fatto ad affrontare la situazione se nel febbraio del 2020 fossero stati al timone di un paese come il nostro. Ovvero nello stato di fatto di come eravamo riguardo alla sanità e alla situazione in generale del paese, un pò disorganizzati o almeno a macchia di leopardo. L’epidemie si vincono bloccando la diffusione ed evitando il contagio, ovvero con la prevenzione. Le cure, qualunque esse siano, intervengono dopo che una persona si è ammalata. Importantissime per salvare vite umane e sofferenze ma non servono a combattere l’epidemia. L’alternativa a quello che è stato fatto, sicuramente con errori e scelte a volte sbagliate, qual’era? Lasciar correre il virus per raggiungere una immunità di massa e curare chi si ammalava? Se chi è contrario alle chiusure e ai vaccini voleva questo scenario lo dica!
Qui si entra nel capitolo diritti individuali/ diritti sociali. E’ evidente che una pandemia si può risolvere solo con una compressione dei diritti individuali a favore di diritti sociali. Si perchè negli ultmi anni, complice anche lo sviluppo della comunicazione digitale, ci siamo concentrati sui bisogni e diritti individuali perdendo di vista il contesto sociale di dove si vive. Sociale non è la somma di tante individualità, ma è qualcosa che determina un minimo comun denominatore culturale per poter vivere insieme. E’ farsi carico di tutte le componenti di una società, parliamo sempre più di comunità, ma non siamo in grado di riconoscere i bisogni dei tanti soggetti che la compongono. Mi sembra che questa pandemia abbia messo in evidenza uno stato di fatto dove oramai ognuno si pensa da solo nel mondo con un egocentrismo e una mancanza di senso della misura che ci fa credere di poter vivere senza più nessuna intermediazione. Siamo tutti esperti di tutto perchè ci colleghiamo alla rete che ci da le informazioni, la stessa rete che è gestita dai soggetti che demonizziamo. E’ proprio vero il mondo digitale appiattisce le competenze, che tu conosca o no un fenomeno, che tu l’abbia studiato per una vita o che tu l’abbia letto su Wikipedia hanno lo stesso valore agli occhi di chi legge...
Valter Giuliani