Sarebbe stato assegnato un incarico al Politecnico di Milano per un studio relativo alla mobilità portoferraiese, finalizzato a cercare una soluzione ai disagi, ormai tradizionali, della viabilità e dei parcheggi, in evidente costante peggioramento ormai da decenni.
La qual cosa mi ricorda che incarichi siffatti furono più volte assegnati, da diverse Amministrazioni, ad altrettante Università o Studi professionali nella vana ricerca di risultati, pur parziali. Non saprei dire quante volte furono richieste consulenze, ma sicuramente circa le dita di una mano. Ricordo i tecnici incaricati, intervenuti sul posto, intenti a contare le auto in entrata ed in uscita dal nostro Centro Storico. Tanti soldi dei cittadini spesi inutilmente e senza risultati, o sbaglio!
Di fatto Portoferraio ha una toponomastica particolare unica penso, immodificata. La stessa del 1500. Inadeguata alla attuale mobilità! E’ pertanto un Paese vecchio e lasciato invecchiare. Ha una sola strada di entrata (Calata Mazzini) che, secondo me, dovrebbe essere utilizzata anche come sola strada di uscita. Infatti, Via F.D. Guerrazzi non ha caratteristiche tali da essere utilizzata come strada carrabile. Ovviamente si fa di necessità virtù. Per coloro che ricordano (pochi) ed i tanti che non sanno (molti), ci fu un tentativo, non ricordo l’anno, per alleggerire almeno in parte il Centro Storico. Rimane traccia, evidenziata dal mancato raddoppio della Calata Mazzini, come si può vedere a circa metà del percorso della stessa, il blocco arrivò in corso d’opera. Fortunatamente si completò, invece, il secondo fornice di via Guerrazzi, realizzando una galleria sotto la fortezza. Ma anche in questo caso, pur essendo previste due corsie (entrata e uscita dalla parte alta del Paese) l’opera fu bloccata e modificata in corso d’opera. Anche qui rimangono evidenti tracce sulla parete della Fortezza salendo da via Senno. Insomma, ci furono nel tempo, a torto o a ragione importanti tentativi atti a modificare sostanzialmente la viabilità del Centro Storico ma, anche la migliore delle soluzioni viarie non avrebbe potuto ovviare alla necessità di una adeguata quantità di parcheggi, continuamente in incremento. Il Paese non ha spazi tali da soddisfarne le esigenze. Le più volte ricordate ipotesi di parcheggi ruotanti o meno non si avvicinerebbero neppure alla pur minima soluzione del problema.
Di fatto, penserei, per quanto si perda tempo a girare i cartelli indicatori e prescrittivi, ora in un senso di marcia ora nell’altro, come si è usi fare fa da decenni, non solo non si risolverà l’eterno problema, ma si alimenterà disorientamento e disagi. Ed allora? Secondo me occorrerebbero coraggio, grandi idee e soprattutto grandi progetti per immaginare una Portoferraio nel contesto di questo secolo.
Sergio Bicecci