Sono semplicemente attonito e basito nel leggere l'articolo su Elbareport nel quale mi si taccia di cattivo gusto nell'aver usato un'espressione scherzosa nel corso di un mio brevissimo saluto on line ad un convegno svoltosi presso la società Parco Minerario.
Rammaricandomi di non essere lì di persona, ho semplicemente detto che da dove ero - a Roma - altro non avrei potuto fare che inviare un saluto romano. Esattamente come avrei detto "saluto elbano", se il collegamento fosse stato da Rio a Roma.
Certo che ho avvertito il doppio senso delle parole, non sono mica scemo, ragion per cui mi sono affrettato a precisare il loro vero significato, illudendomi così di evitare i malintesi.
Ma se ho allontanato il malinteso (e non potrebbe essere che così, basta chiedere ai presenti), mi rendo conto di non aver evitato la mala fede di qualcuno, che - vedo - si è affrettato a mistificare.
Anche se non credo di dover dare continuamente giustificazioni esibendo certificati di accettabilità politica, dico qui per l'ennesima volta che io non sono fascista. Ho lavorato con la destra e ho lavorato con la sinistra, ogniqualvolta si è ritenuto che potessi essere utile alla causa del bene pubblico e sono orgoglioso ed onorato di averlo fatto così come sto facendo per Rio perché sono e rimango un tecnico.
E nel corso delle mie esperienze ho stretto relazioni personali, di qua come di là delle parti delle quali sono fiero e che cerco di mettere a disposizione del territorio semmai servissero per far meglio il mio lavoro nell'interesse di tutti. Ma mi domando, non avete argomenti più seri?
Io cerco di essere sempre in buona fede, e la mala fede altrui, che tenta di gettare discredito sulle persone a tutti i costi, mi genera disagio e una certa repulsione.
Ed è esattamente la sensazione che ho provato a leggere l'articolo.
Il Sindaco
Avv. Marco Corsini
Egregio Signor Sindaco
E' proprio perché abbiamo "chiesto", che abbiamo ricavato un'ìnterpretazione diversa dalla sua, della quale comunque prendiamo atto. Le facciamo però notare che nell'articolo che la ha così turbata da giudicarci in mala fede e un po' repellenti, nonché mistificatori, non la abbiamo definita "fascista" (che per intenderci per noi è peggio che repellente) ma semplicemente "di destra", convinzione che manteniamo al di là delle sue professioni di equidistanza, semplicemente perché così, dall'esterno, ed è solo un'opinione - quindi siamo di nuovo ad interpretare - "leggiamo" il suo stile, il suo modo di amministrare, rapportarsi e comunicare. Ci sbagliamo? Può essere, né noi, né lei, abbiamo il dono dell'infallibilità. Nel caso specifico, abbiamo pensato che lei avesse commesso una gaffe istituzionale, e lo abbiamo scritto. Punto. Lei afferma il contrario? Ri-punto.
Inoltre tornando all'essere di destra, chi le scrive non ha mai fatto mistero di essere di sinistra, ma non ha mai considerato chi stava dall'altra parte un "nemico", tanto che rimpiangiamo i tempi nei quali c'era nel nostro paese anche una destra rispettabile e colta, assai meno sgangherata di quella dei nostri giorni. E guardi che pensiamo pure che, se Atene piange, non è che Sparta rida molto. Potrà constatare infatti che critiche assai più pesanti di quella in cui è incappato, questo giornale le ha riservate proprio alle amministrazioni per le quali ha votato chi lo dirige. Per equidistanza? No, perché così si fa questo artigianale mestiere, se si vuol essere rispettati, e se Elbareport continua ad esserci quasi venti anni dopo, ed ha visto passare uno stuolo di sindaci, un po' di rispetto e credibilità se li è guadagnati. Permetta poi anche a noi una battuta, o meglio una citazione del grande Sandro Curzi: "Un giornalista che non fa mai incazzare nessuno, di solito è un cattivo giornalista".
Dolenti di averle procurato fastidio, la ringraziamo per averci scritto
sergio rossi