Nulla da obiettare sulla denuncia dei gravi ritardi del nostro paese sulla greeneconomy e più in generale sulle politiche ambientali che travalicano –vale sempre la pena di ricordarlo- l’ambito economico. Vale la pena perché anche nell’intervista come in altre occasioni questi aspetti compaiono assai sfumati e sullo sfondo quasi dipendessero se non unicamente principalmente dalle pur indispensabili e irrimandabili scelte di politica economica.
Questione niente affatto nuova perché di questo ebbi modo di discutere criticamente con Realacci quando gli fu affidato l’incarico di ministro ombra dell’ambiente dove –come gli dissi- di ombre ne vedevo fin troppe di ambiente meno.
Nell’intervista Realacci dice che ‘il Pd fatica ad avere una iniziativa ambiziosa su questi temi, non c’è una visione del futuro e lui fatica a capire se questo spazio esiste’.
Anch’io sono critico da tempo delle politiche ambientali del Pd a cui ho dedicato anche un recente libretto ( Parchi e Politica) ma vorrei dire che lo sono proprio perchè Realacci e alcuni suoi colleghi e ed ex colleghi hanno contribuito ad esempio al senato a far passare una legge che pregiudica e non poco quel futuro che Realacci fatica a vedere e danneggia molto il presente.
Mi riferisco come ho scritto tante volte alle modifiche alla legge sui parchi che sottrae qualsiasi competenza alle regioni in materia di aree protette marino-costiere. Voglio ricordarlo perché proprio in questi giorni il Senato sta discutendo la proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere.
Torna in circolazione il termine pianificazione e gestione integrata delle coste che agli amici di Realacci che lui difese a spada tratta non doveva evidentemente piacere molto se erano pronti a sfrattare le regioni.
Scrivo queste cose dopo l’incontro a Roma di martedì 25 con il ministro Orlando in cui abbiamo discusso di iniziative a cui finalmente il ministero sta mettendo mano. A Realacci presidente della Commissione Ambiente della Camera non mancheranno quindi le occasioni per contribuire a far ripartire una macchina da troppo tempo inceppata. Che per ripartire ha bisogno di rimettere all’ordine del giorno anche questioni che il parlamento aveva del tutto cancellato a partire dalla Relazione annuale del ministero sullo stato dell’ambiente pur prevista dalla legge ma ferma credo al 2008. Relazione sia chiaro che deve riguardare innanzitutto la natura, il paesaggio il suolo e la loro gestione.
Renzo Moschini