Ritengo che i grillini siano persone normali, "società civile" si diceva fino a poco tempo fa. Gente che si occupa, prevalentemente, della propria onesta esistenza. Non sono né giornalisti né politici. Per cui se ogni tanto scrivono, peraltro partorendo i comunicati destreggiandosi con i complicati meccanismi della democrazia interna di un gruppo che non ha rappresentanti o portavoce, immagino lo facciano occasionalmente su questioni che ritengono particolarmente significative con riferimento al loro DNA, che è quello di cittadini che si sono rotti le palle di una politica incapace, interessata, autoreferenziale. Il grosso delle questioni citate nell'A Sciambere di Tiro Fisso http://www.elbareport.it/corsivo/item/5257-strabismo riguarda il merito di scelte che comunque sono tali in virtù di una discrezionalità politica che è giusto esista, a prescindere dalla condivisione o meno, dalla partecipazione o meno, dalle motivazioni recondite (talvolta probabilmente assai poco limpide). La questione delle nomine all'Autorità portuale invece ha a che fare con le regole del gioco, con la trasparenza, con la democrazia e con la legittimità (per non dire legalità...); qui si discute dei subdoli meccanismi della vecchia partitocrazia, roba da far impallidire le spartizioni della prima repubblica (commissariare un ente per tenere calde le poltrone!!!); è ovvio che su ciò il M5S si sia sentito quasi in dovere di esprimersi. Il resto è tutto importante, ma nessuno è pagato, né direttamente né indirettamente (che ne so, magari con qualche carica in qualche società partecipata o appaltatrice) per sfornare comunicati stampa; quindi a tempo debito e compatibilmente con la vita "normale" dei grillini.
Quanto al merito della questione nomine vorrei dire la mia, spostando l'attenzione che ora è focalizzata sulla figura del Presidente, su quella “di ripiego” del Segretario.
Ciò poiché ritengo che proprio la scelta della figura del Segretario, che di fatto è un Dirigente Pubblico con funzioni sostanzialmente tecnico-amministrative, debba sganciarsi da strategie politiche spartitorie per abbracciare quei principi di buona amministrazione che ormai non sono più solo lettera costituzionale essendo declinati in ogni modo in decine di interventi normativi, da almeno vent'anni.
La legge parla chiaro, e recenti interventi di politici locali ben lo hanno ribadito, quanto ai criteri che dovrebbero essere seguiti in tale frangente; che invece sia la sola “carriera” politica a determinare il necessario curriculum per diventare dirigente pubblico è a dir poco aberrante.
Ricordo che la dirigenza non è una carica elettiva o una nomina politica ma uno status giuridico di pubblico dipendente, come un carabiniere, un insegnante, un impiegato dell'anagrafe (ci sono differenze tra personale dirigente e non dirigente, ma non rilevano ai fini di questa mia breve dissertazione); eppure tutti questi servitori dello stato accedono alle rispettive carriere per concorso e ben sanno quale sia la profonda distinzione che le norme (principalmente il D.Lgs. 165/2001) stabiliscono tra il loro ruolo di impiegati e quello dei politici.
E' vero che la legge non prevede procedure concorsuali per la nomina del segretario dell'autorità portuale, trattandosi di fatto di un applicazione del principio dello Spoil System (per cui il Presidente nomina, sostanzialmente, sulla fiducia), e tuttavia precisa che la terna di nomi su cui deve essere operata la scelta sia caratterizzata dalla “massima e comprovata qualificazione professionale”; laddove “massimo”, in quanto aggettivo di grado superlativo, non può che significare che, quanto meno, si sia operata una valutazione comparativa rispetto a quanti possano vantare specifiche competenze di settore.
Si sono scomodati a delineare il giusto percorso valutatativo nella nomina dei dirigenti pubblici i massimi organi di giustizia: dal Consiglio di Stato, alla Suprema Corte di Cassazione, sino alla Corte Costituzionale. In particolare la Cassazione, nella sentenza 9814 del 14 aprile 2008, ha specificato che le norme di cui all’art. 19, comma 1, del d.lgs. n. 165 del 2001, obbligano la P.A. a valutazioni anche comparative, all’adozione di adeguate forme di partecipazione ai processi decisionali e ad esternare le ragioni giustificatrici delle scelte, alla luce anche delle clausole generali di correttezza e buona fede nonchè dei principi di imparzialità e di buon andamento di cui all'art. 97 Cost.. Cosa significa, declinando questi principi al nostro caso? Semplice: un bando per la manifestazione di interesse, criteri trasparenti e predeterminati per la valutazione comparativa, scelta sulla base di quest'ultima, adeguatamente motivata. Chi ritenga che ciò non è conforme allo spirito di una norma che fa dello spoil system la sua bandiera, forse non è al corrente del fatto che la stessa Regione Toscana nella persona dell'Assessore Ceccarelli, non più tardi di qualche giorno fa, rispondeva così ad una interrogazione del Gruppo Misto che chiedeva lumi sulla scelta del nuovo segretario dell'Autorità Portuale Regionale:“Anche se non era prevista alcuna procedura di selezione, la Direzione generale delle politiche territoriali ha ritenuto di pubblicare un avviso per la manifestazione di interesse alla carica. Le quindici domande sono state valutate attentamente e l’ingegner Fabrizio Morelli è stato ritenuto il più idoneo per consentire l’immediata operatività dell’Autorità Portuale”. E' vero, la norma è diversa, una è una Legge dello Stato e l'altra una Legge Regionale, ma sempre di porti si tratta e sepre di Segretari si tratta. E in entrambi i casi non è prevista una procedura comparativa. Ma, tant'è, la Regione si è comportata in maniera virtuosa, noi invece stiamo facendo la solita figuraccia.