Caro direttore,
il 22 gennaio dello scorso anno è entrato in vigore il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw - Treaty on the prohibition of nuclear weapons), ratificato da oltre 50 Paesi dopo essere stato adottato dalle Nazioni Unite nel 2017.
Questo primo anniversario è l'occasione per celebrare il raggiungimento del traguardo grazie all'iniziativa della società civile internazionale guidata dalla campagna ICAN - Campagna Internazionale per l’Eliminazione delle Armi Nucleari, che per questo è stata insignita del Premio Nobel per la Pace 2017. Ma è senza dubbio l'occasione per ricordare che l'Italia è fra i Paesi che ancora non hanno ratificato il Trattato.
A tale proposito, è in atto la campagna "Italia ripensaci", con cui si chiede al nostro Paese di ratificare il Tpnw. Oltre all'azione delle organizzazioni sociali, risulta importante il ruolo dei Comuni che stanno aderendo a questo appello. Una possibilità anche per i comuni elbani, partendo da Portoferraio, che potrebbero con un atto politico aderire alla campagna promossa in questi anni da Rete Italiana Pace e Disarmo e da Senzatomica, in collaborazione con Mayors for Peacee. Del resto, da un quarto di secolo la Città di Portoferraio fa parte del Coordinamento degli Enti locali per la Pace e, anche in un recente passato, ha dato vita a specifiche iniziative.
Parlare di armi nucleari significa parlare di una delle più grandi minacce al futuro dell'umanità. Lo è insieme ai cambiamenti climatici e alle tecnologie destabilizzanti. E, come dichiara il Bulletin of Atomic Scientists, in questo 2022 sull'“Orologio dell’Apocalisse” mancano 100 secondi alla mezzanotte (sulla base dell'analisi del contributo delle azioni umane alla distruzione dell'umanità).
Oggi più che mai occorre invertire la rotta sviluppando la cooperazione fra gli Stati, fra società e Stato e all'interno della società, per affrontare in modo efficace le diverse crisi che affliggono il nostro pianeta, la casa comune, la barca dove tutti siamo.
Nunzio Marotti