No, non ci sto! Adesso manca solo che si dica che la scuola con il suo carico di docenti incompetenti, autoreferenti, bizzarri è la causa di tutti i mali del mondo!
Non potevo non intervenire in causa, visto che lo sono parte in causa come insegnante della Scuola Media di Marina di Campo e come insegnante delle classi prime dove il numero di non ammessi all'anno successivo è stato piuttosto alto! Insegno da 27 anni e amo questa professione che faccio con l'amore e la dedizione di una missione, ma che resta sempre, inequivocabilmente, una professione visto che percepisco, per svolgerla, uno stipendio, uno dei più bassi d'Europa ma pur sempre uno stipendio.
Certo la scuola ha visto tempi migliori, ha vissuto l'eccellenza del tempo prolungato con le compresenze grazie alle quali era possibile effettuare laboratori vari, percorsi di approfondimento e/o recupero, dove era possibile perfino organizzare spettacoli teatrali senza nulla togliere alle esigenze della didattica; si è permessa il lusso di avere insegnanti con ore a disposizione in modo da poter supplire docenti assenti senza dover smistare gli alunni fra le varie classi, ma erano lussi appunto, che oggi non si può permettere più! Che c'ntra tutto questo con le bocciature si chiederà qualcuno? C'entra, c'entra! C'entra perché come non si può chiedere ad una Cinquecento di correre insieme alle Ferrari, non si può chiedere a questa scuola, larva di se stessa, di assolvere ai compiti che elenca il dottor Coscarella.
Non vogliamo più bocciati? La scuola va cambiata alla radice, proprio come fanno nei paesi del Nord dove ci sono strutture eccellenti con equipe di pedagogisti e psicologi a disposizione, dove a scuola si sta tutto il giorno, dividendo i ragazzi in gruppi non troppo numerosi, organizzando il tempo-scuola in modo totalmente diverso dal nostro. Ben venga una scuola così dove non ci sono classi super numerose dove gli alunni diversamente abili usufruiscono di un numero minimo di ore di sostegno e, a causa di ciò, diventa difficile rispettare le loro sacrosante esigenze che spesso contrastano con le altrettante sacrosante esigenze del resto della classe! Ben enga una scuola a classi aperte dove, indipendentemente dall'età anagrafica, permani o passi oltre quando hai raggiunto o meno determinate competenze; ben venga una scuola dove si aumentano le ore e non si diminuiscono e potrei andare avanti all'infinito, ma questa scuola in Italia non c'è.
Da noi la scuola è un percorso che, secondo le Indicazioni nazionali per il Curricolo,ti deve far raggiungere, ad ogni tappa, determinate competenze (e mica competenze da poco). E se non sono state raggiunte? Si va avanti lo stesso? E aggiungiamo lacune su lacune? E poi? Una casa deve avere delle fondamenta ben solide, non si può costruire sul nulla, prima o poi la casa crollerà!
In quella che è la nostra scuola io ritengo che sia più opportuno fermare nelle classi più¹ basse proprio per dare la possibilità di "ricominciare, per non accumulare lacune su lacune, perché la scuola è anche apprendere, perché la scuola, che piaccia o no, deve anche dare un'istruzione (o questa parola è offensiva!) deve far raggiungere delle competenze ben precise. RICORDIAMOCELO.
Fermare un bambino, non ammetterlo alla classe successiva è sempre una decisione difficile, non ci si dorme la notte, ma quando si decide in tal senso lo si fa sempre in buona fede, ritenendo che per quell'alunno sia la cosa migliore o dal punto di vista didattico o da quello comportamentale.
La scuola dovrebbe ancora essere una palestra di vita: ci si deve impegnare per raggiungere dei risultati, non è tutto dovuto, qualche sacrifico va fatto per raggiungere determinati traguardi. Questo è accettato in tutti i settori, nella scuola no. Può darsi che la mia età anagrafica mi renda obsoleta, ma per me la scuola deve ancora essere in grado di trasmettere quei valori che la società ha dimenticato, no, che ha sconfessato: rispetto, senso di responsabilità, sacrificio, senso del dovere perché senza questi valori e, già lo stiamo vedendo, la società sarà più arida e sterile.
Per quanto riguarda la valutazione, vorrei precisare che i docenti non valutano secondo le proprie bizzarrie del momento, ma hanno dei criteri ben precisi per ogni disciplina, criteri elaborati insieme per materia ed approvati dal Collegio Docenti ed a quelli si attengono.
Sicuramente il voto è qualcosa di anelastico e rigido, sono d'accordo, ma se gli alunni andranno avanti negli studi e nella vita incontreranno i voti alla scuola superiore, all'Università, ai Concorsi, ai corsi che potranno o meno seguire per cui, forse, è meglio che vi si abituino.
Prima di chiudere vorrei informare chi, firmandosi Gigliola, commentando sotto lo scritto del dottor Coscarella, che conosco molto bene l'art. 3 della Costituzione italiana, art. che è fondamento del mio lavoro in classe sulla Convivenza civile e che fatico non poco a far comprendere che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lin gua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" visto che la società ed in primis molte famiglie sono piuttosto contraddittori in tal senso.
Roberta Libotte