Mi riconosco in pieno in quanto sostenuto dalla collega, che mette giustamente in evidenza aspetti della sua esperienza di docente che forse ai più sfuggono e che certi interventi qualunquistici possono contribuire ad insabbiare, creando false verità sul ruolo che gli insegnanti svolgono.
Premesso che i tempi di Barbiana sono passati da un pezzo e che è difficile dire cosa farebbe oggi don Milani, credo che sarebbe l'ora di smetterla di prendersela sempre con la scuola e con gli insegnanti: la scuola non può essere la panacea di tutti i mali. Soprattutto non lo può essere la nostra scuola, quella in cui non ci sono i tempi e gli spazi necessari, quella delle classi pollaio, quella dove l'insegnante, privato di un benché minimo prestigio e riconoscimento, è lasciato solo ad inventarsi metodi e strategie, quella in cui entri in classe e non sai chi ti trovi davanti, perchè nessuno te lo dice.
I problemi familiari e sociali non possono essere risolti dalla scuola, che ha sicuramente un suo peso ed un suo ruolo, ma che non può essere individuata certo come la responsabile unica di tutto quel che non va.
E' troppo facile buttare la croce sugli insegnanti, colpevoli di non fare abbastanza, di non conoscere le situazioni di disagio etc.etc., ignorando e disprezzando la professionalità, l'amore e la passione con cui ogni giorni centinaia di docenti cercano di fare di tutto e talvolta anche di più per dare un senso al loro ruolo all'interno della società.
Il vero problema non sono le bocciature e non si può certo pensare di promuovere tutti solo perché ogni bocciatura ha dei costi. Quel che mi dà fastidio è che l'attenzione sulla scuola venga richiamata solo quando si arriva all'ammissione dei propri limiti e delle proprie difficoltà, che è insita nella bocciatura. L'insegnmante non prova nessun piacere a bocciare un alunno, anzi! Perché non ci si interroga mai su come siano realmente preparati i nostri figli quando escono dalle nostre scuole? Perché si continua ad alimentare il falso mito che l'insegnante bravo è quello che dà tutti 9 e 10? Il problema della valutazione degli alunni è sicuramente un problema serio, tuttora irrisolto e probabilmente irrisolvibile, perché per quanto si possa tentare di oggettivare le prove di verifica, c'è sempre un margine personale di giudizio, all'interno del quale la valutazione può cambiare, talvolta anche sensibilmente. Ma quando si arriva a decidere di fermare un alunno in una classe, non si ragiona certo in termini numerici: si valuta piuttosto quale sia il suo bene o, meglio, si cerca di farlo. Perchè anche essere ammessi in una classe in cui non si è in grado di seguire, per carenza di strumenti adeguati, non è giusto e non fa il bene dell'alunno. Certo bocciare e basta non può essere sufficiente; occorrerebbero tutta una serie di interventi di supporto a cui però la scuola da sola non può certo far fronte. Il prof. Bramanti si chiede se vogliamo una scuola in cui siano promossi solo quelli che ce la fanno e basta. Io mi chiedo se in alternativa vogliamo una scuola che promuove tutti e mette la testa nella sabbia, rimuovendo il problema. Perché questo è il rischio che si corre.
Valentina Lupi