È stata una corsa contro il tempo ma alla fine l’Amministrazione di Campo nell’Elba è riuscita ad aderire al bando della Regione Toscana presentando il suo progetto dedicato alla rinascita di Pianosa.
“Abbiamo avuto a disposizione poco più di dieci giorni ma abbiamo lavorato giorno e notte a questo progetto – ha detto il Sindaco Montauti-. Comunque vada siamo orgogliosi del risultato e di aver dato questa chance al nostro territorio. Per questa Amministrazione Pianosa è la candidata ideale per il bando della Regione Toscana dedicato alla rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati”.
Ventuno interventi, un finanziamento di venti milioni di euro e l’obiettivo di creare le condizioni per riportare sull’isola una comunità residente e rendere Pianosa un esempio virtuoso di riferimento, a livello nazionale ed internazionale di sviluppo sostenibile.
Quando chiuse il carcere, alla fine del 1997, il piccolo borgo che viveva in connessione con la struttura di detenzione perse in pochi giorni i suoi abitanti.
Il progetto presentato dal Comune alla Regione per accedere ai fondi del PNRR mira, nel suo complesso, a far rivivere il borgo non solo nella stagione estiva e balneare ma durante tutto l’anno con attività culturali, ambientali, escursionistiche, lavorative e di inclusione sociale.
II punti di forza della strategia progettuale saranno la progettazione e l’attuazione di interventi volti al riuso sostenibile ed innovativo del patrimonio architettonico, il risparmio energetico e l’utilizzo delle energie rinnovabili. Il concetto di sostenibilità sarà applicato per la produzione di energia, per lo smaltimento dei rifiuti, per la raccolta e il riutilizzo di acque reflue e piovane e per la gestione e lo sviluppo delle risorse agricole e forestali.
“Un esempio di applicazione pratica di questa strategia, che fa di Pianosa Rebirth un progetto unico ed innovativo, è rappresentato dagli interventi previsti sul Muro Carcerario fatto costruire negli anni ’70 dal Generale Dalla Chiesa – spiega il Sindaco e architetto Davide Montauti - . Nella nostra proposta quest’opera di cemento armato che divide in due l’isola potrebbe trasformarsi da problema in opportunità. Il muro – spiega il Sindaco – potrebbe essere in parte recuperato e trasformato per diventare fonte di produzione di energia pulita attraverso la messa in opera di pannelli fotovoltaici fino a coprire il fabbisogno della comunità residente”.
Ed è questa per l’Amministrazione Campese la strategia di Pianosa Rebirth: trasformare un simbolo di divisione e reclusione, in un simbolo di rinascita e sviluppo sostenibile per l’isola. Tra i ventuno interventi previsti, oltre quello dedicato al Muro Dalla Chiesa ci sono quelli che faranno tornare la vita nel borgo: si va dal recupero di edifici abbandonati per realizzazione di un albergo diffuso alla creazione di sale convegni, aule didattiche e centro di attività culturali all’interno di Forte Teglia, uno degli edifici più importanti e suggestivi dell’isola; dal recupero dei vecchi spacci che affacciano sul Piazzale delle Barriere che diventerà un mercato per i prodotti bio a marchio Pianosa alla ristrutturazione e rivisitazione della “Caserma Bombardi” che potrà accogliere il personale impegnato nelle varie attività lavorative sull’isola e, una volta conclusa la valorizzazione del Borgo, la ex Caserma potrà essere utilizzata anche a fini didattici per scolaresche. Oltre agli interventi sugli immobili abbandonati sono previste opere di manutenzione su immobili già utilizzati. Tra questi l’albergo, il ristorante e la ex direzione. Importanti anche gli interventi previsti sull’acquedotto, sulla rete fognaria, sul sistema di depurazione e su quello di illuminazione pubblica, sulla messa in sicurezza del porto, sulla viabilità e gli arredi urbani e anche per la connettività. Gli immobili abbandonati non ricompresi in questo primo Piano di Riqualificazione, sono principalmente unità abitative che, a seguito della riqualificazione del borgo, potranno essere riutilizzate da personale che vorrà trasferirsi stabilmente sull’isola tramite affidamento dell’immobile per un periodo non inferiore ai 30 anni con l’impegno della necessaria ristrutturazione a proprio carico. Nella proposta previsti anche interventi di restauro del muro merlato e della porta del Porticciolo e la realizzazione o il rifacimento di alcuni tratti di muri di contenimento conservando lo stile eclettico e originale di chi li fece realizzare nell’800:il direttore del carcere e architetto Leopoldo Ponticelli.
“Per l’Isola di Pianosa proponiamo un modello di sviluppo sostenibile ad emissioni zero che prevedrà un primo insediamento di circa 100 persone residenti attivi in tre settori: agricoltura biologica, polo didattico e scientifico e turismo contingentato – prosegue il Sindaco-. Per realizzare questi obiettivi abbiamo presentato la nostra proposta con tre partner: il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Demanio e l’Associazione “Amici di Pianosa”. Il loro contributo è e sarà determinante per il futuro dell’isola. Pianosa, per le sue caratteristiche, si presta a diventare un vero e proprio laboratorio all’aperto e un centro studi permanente nel quale coniugare la ricerca, la didattica, la divulgazione e la comunicazione anche mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali e multimediali. Questa potrebbe essere l’occasione per raggiungere questi obiettivi comuni lavorando insieme”.
Proposte concrete che guardano lontano perché nel progetto c’è la realizzazione di laboratori didattico scientifici permanenti che potranno consolidare accordi con Università. Potranno anche essere stipulati accordi con le Facoltà legate alle nuove tecniche di agricoltura biologica e Pianosa potrebbe diventare un modello sperimentale per la gestione della Transizione ecologica.
“Diventare il Progetto pilota della Regione Toscana e avere così a disposizione 20 milioni di fondi del PNRR cambierebbe il futuro di Pianosa. In questi ultimi anni abbiamo consolidato risultati molto importanti – spiega Montauti-. La firma del Protocollo d’Intesa per l’acquedotto, il progetto Pon inclusione, il finanziamento del Ministero Beni Culturali per la realizzazione del Parco Archeologico, la creazione del Museo delle Scienze geologiche ed Archeologiche all’interno della ex Direzione del Carcere, il restauro della Villa dell’Agronomo ma per la rinascita del borgo ci vogliono i fondi del PNRR”.