I dati ci dicono che ogni dieci test effettuati giornalmente all’Elba, tre risultano positivi, una percentuale intorno al 30%, che possiamo definire alta, senza timore di essere smentiti. Questo valore ci fa capire che la variante Omicron galoppa sull’isola anche se le conseguenze sono meno pericolose.
Sono due anni che stiamo combattendo questa pandemia con grande senso di responsabilità. Ci ricordiamo quando tutto è cominciato a Codogno, del convoglio militare con le bare di Bergamo, delle ragazze che giocano a tennis sui tetti, dei nostri concittadini che cantano l’inno nazionale sui balconi, i lockdown ed i sacrifici fatti in maniera unita e solidale. Abbiamo dato e stiamo dando una risposta da grande Paese che il mondo invidia e pare incredulo: Come gli italiani così individualisti?
Sullo scoglio ci stiamo preparando ad accogliere i turisti per la stagione estiva, pare essere tornato il sole dopo i tanti sacrifici fatti. La pandemia di Covid-19 pare finita, e tutti ci sentiamo sollevati, era ora! Purtroppo, non è così. E’ prematuro per l’isola dichiarare vittoria o arrendersi, il virus è ancora pericoloso ed in continua evoluzione. Sta prendendo piede una narrativa secondo cui, a causa dei vaccini e dell’elevata trasmissibilità e della minore gravità di Omicron, prevenire la trasmissione non è più possibile e non è più necessario. Tutti liberi. No, non è così. Nessuno vuole tornare ai lockdown. Quello che si chiede ai nostri amministratori è di proteggere i cittadini elbani utilizzando tutti gli strumenti necessari, non solo i vaccini. Come i test, la sorveglianza sanitaria, il sequenziamento continuo per contrastare il virus che sta mostrando una notevole qualità di dinamismo. Dobbiamo continuare a combattere e non arrenderci, per sapere cosa sta facendo il virus. La prevenzione è la migliore medicina.
Enzo Sossi