Questo pare lo stato dell'arte a pochi giorni dalla prima riunione interlocutoria tenuta nel Comune di Piombino, tra SNAM (per conto del Mi.T.E) Autorità Portuale e Regione Toscana e lo stesso Comune.
La dirimpettaia Isola d'Elba, ignorata in questa prima fase, come se Piombino non fosse la porta dell'economia elbana, ha iniziato a fare sentire la propria voce chiedendo di essere coinvolta nel processo decisionale.
Lo ha fatto il Sindaco di Portoferraio Angelo Zini chiamando il Presidente dell'Autorità Portuale Luciano Guerrieri e cercando Eugenio Giani, a capo della Giunta toscana.
La sostanza è che non ci sarebbe al momento alcuno progetto concreto dal punto di vista tecnico per l'eventuale localizzazione della nave-impianto, pur valutando l'ipotesi della parte nuova del porto piombinese, scelta che creerebbe problemi di non poco conto per il previsto sviluppo del Porto stesso, ad es per le concessioni in essere; da non trascurare, per la presunta urgenza di sostituire il gas russo, le problematiche relative alla sicurezza (l'analogo impianto davanti a Livorno ha avuto un iter autorizzativo di circa 8 anni, ci ricorda il responsabile di Legambiente Piombino Val di Cornia, Adriano Bruschi).
Ed è proprio il Cigno Verde di là dal canale che osserva come sarebbe molto più sensato e sicuro il ricorso alle fonti rinnovabili, quali parchi eolici - anche off shore - di ultima generazione o parchi fotovoltaici integrati con l'agricoltura, senza cioè togliere terreni alla produzione agroalimentare. Progetti che vengono assurdamente cassati a livello locale come a livello governativo.
Piombino, Comune col quale Zini ha intenzione di interloquire, ha da mettere sul piatto eventuali grandi contropartite, dalla viabilità al futuro dell'acciaieria, ed è opportuno che a queste legittime valutazioni si accompagnino anche quelle del territorio elbano.
Previste - comunque - nelle prossime settimane indicazioni più precise da parte governativa.
CR